Trovata la 'Santabarbara' di una banda: le armi scoperte durante le indagini sugli omicidi a Roma
Un uomo è stato arrestato e nelle prossime ore sarà chiesta la convalida della misura restrittiva. L'arrestato aveva le armi in custodia. Potrebbe trattarsi, secondo chi indaga, di armi gestite da un gruppo, forse in una lotta tra bande
Bocche cucite, indagini serrate e primi riscontri investigativi. In attesa dell'udienza di convalida di Daniele Viti, il 43enne accusato di "concorso in omicidio" per il delitto di Andrea Fiore, la squadra mobile della polizia di Stato e la direzione distrettuale antimafia di Roma lavorano a ritmo serrato e nella notte è stato raggiunto un altro risultato. Un vero e proprio arsenale è stato sequestrato in zona Pietralata.
Ben undici le armi nascoste e custodite da un uomo arrestato dai poliziotti. Si tratta di un custode che faceva la guardia all'arsenale in un deposito. Nella prossime ore i pm della Dda, coordinati dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò, ne chiederanno la convalida.
Gli investigatori hanno trovato un fucile calibro 12 con canna mozza, una pistola mitragliatrice calibro 7.65 Scorpion e altre 9 pistole di vario calibro, oltre al munizionamento.
Gli omicidi di Finizio e Fiore
Potrebbe trattarsi, secondo chi indaga, di armi gestite da un gruppo, forse in una lotta tra bande. Quello messo a segno è un altro tassello utile per ricostruire il puzzle in merito alle indagini sugli ultimi fatti di sangue avvenuti a Roma, in particolare l'omicidio di Luigi Finizio, il parente della famiglia dei Senese freddato in un distributore di benzina il 13 marzo scorso, e quello di Andrea Fiore appunto, ucciso nella sua abitazione in via dei Pisoni.
Delitti e agguati
Un intreccio con il traffico di droga sullo sfondo. Omicidi e agguati che negli ultimi mesi hanno interessato pure altri quadranti della città. Non solo al Quadraro, ma anche a Ostia, come testimonia l'omicidio di Fabrizio Vallo, il delitto ancora irrisolto a Casal de Pazzi, i sequestri di persona che hanno coinciso anche con la morte di Francesco Vitale e Gualtiero Giombini, e le gambizzazioni a Morena e al Tufello.