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Cronaca

Il call center della truffa: le missioni da Napoli per raggirare gli anziani a Roma

Il canovaccio è consolidato e lo rivelano decine di casi di cronaca. L'ultimo colpo ai danni della moglie di un ex ambasciatore

Il canovaccio è chiaro, rodato. Da Napoli partono le chiamate a numeri fissi delle case nei quartieri della Roma "bene" con l'obiettivo di trovare anziani facoltosi - spesso soli - da ingannare. Una volta agganciata la vittima, sempre da Napoli parte la missione coordinata da un centralino creato ad hoc. Un call center della truffa appunto. 

Quindi il soldato designato per commettere materialmente la truffa si attiva, prende un'auto a noleggio, una sim per il proprio smartphone intestata a una terza persona e parte in missione da Napoli a Roma. Il resto è storia, quella fatta di inganni. E di frecce nella faretra per colpire ce ne sono diverse. Lo raccontano le indagini.

Da Napoli a Roma

Basta da un occhio agli articoli più recenti. A maggio è stata sgominata una banda che ha commesso 17 truffe ai danni di anziane vittime romane, un mese dopo un altro gruppo di sciacalli è stato decapitato dai carabinieri: loro in due mesi avevano truffato 34 persone per un bottino 120mila euro, partendo da Napoli per poi agire a Roma. Palestrina, Vetralla, Ladispoli, Civitavecchia, Guidonia Montecelio, Tivoli, Civita Castellana, Bracciano, Fiumicino, Agosta, Ciampino, Campagnano di Roma, Anzio, Ardea, Ariccia, Rocca di Papa, Caprarola e Monte Romano (in provincia di Viterbo).

Senza contare le truffe dei cani sciolti, quelle quotidiani. Tanti gli stratagemmi dalla pantomima dei falsi corrieri che citofonano per consegnare un pacco chiedendo in cambio denaro, a quella dei sedicenti direttori di uffici postali o quella in cui si fingono amici o conoscenti dei figli o dei nipoti delle vittime e sostengono che questi debbano loro dei soldi.

Oppure le truffe del falso tecnico del gas o dell'acqua, o del falso incidente. Tutte tecniche utilizzate per ingannare le persone fragili che fanno di Roma la capitale della truffa, con Napoli però succursale.

Roma capitale delle truffe agli anziani: l'identikit del truffatore e tutte le tecniche utilizzate

La truffa alla moglie dell'ex ambasciatore

L'ultimo episodio con vittima una nobildonna di 83 anni di origini dell'est Europa, moglie di un ex ambasciatore, racconta di una truffa milionaria e - ancora una volta - di quel modus operandi ormai consolidato. A ricostruirla è stata la polizia di Stato insieme alla procura di Roma. A commettere il raggiro è stato un 29enne partito in missione proprio da Napoli. A coordinare i suoi movimenti un centralino con base in Campania che gestisce questo genere di raggiri e chiama a distanza le vittime scelte, lavorando sull'effetto sorpresa. 

Come si legge nell'ordinanza d'arresto del gip Daniela Ceramico D'Auria, il 29enne aveva preso a noleggio una Fiat 500 X e attivato una nuova sim, intestata alla sua compagna a giugno, un mese prima di agire. Da lì è partito il piano, con il supporto del call center da Napoli.

La vittima, la facoltosa moglie dell'ex ambasciatore, il tre luglio scorso è stata raggiunta da una telefonata di un uomo che si spacciava per il figlio, un dirigente di banca in Germania, che l'aveva chiamata per una consegna postale da saldare con 5300 euro. Dopo pochi minuti era arrivata una seconda telefonata da un complice del 29enne, che, spacciandosi come addetto delle Poste, le confermava della consegna e della cifra che avrebbe pagare.

Il tesoro rubato

L'anziana, che non aveva tutto quel denaro contante nella sua casa ai Parioli, propose un bonifico che fu respinto. In sostanza, per poter ritirare il pacco servivano soldi o gioielli. Neanche il tempo di rimettere le idee in ordina che a casa dell'83enne si è presentato il 29enne napoletano nei panni del falso corriere.

La donna, ormai alle strette, per saldare quanto dovuto gli ha consegnato quindici monete Krugerrand, una moneta d'oro sudafricana, accendini Dupont e Cartier, orologi di lusso come un Patek Philippe, un Hoblot, un Baume et Mercie e un Cartier e anche dieci paia di orecchini in oro e pietre preziose, spille, anelli e collane. 

Gioielli e oro consegnati con la promessa fatta dal corriere, che si era finto anche amico del figlio, che le sarebbero state restituite poco dopo. Cosa che, ovviamente, non è accaduta. Dopo la denuncia dell'83enne la polizia ha avviato le indagini e, grazie alle immagini degli impianti di video sorveglianza della zona, ha bloccato il 29enne anche a bordo di quella Fiat 500 X con cui era partito da Napoli.

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