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Filippo Giannitrapani

Collaboratore Sport

Odio ingiustificabile, salvate Zaniolo

Nicolò Zaniolo (1999) è finito al centro del ciclone. Le sue scelte hanno portato all'odio dei tifosi romanisti che lo hanno minacciato sotto casa, superando ogni limite

Quando è troppo è troppo. I limiti non vanno superati e tifosi devono fare i tifosi. Possono, anzi devono criticare, fischiare un giocatore per le sue prestazioni e perché no anche per le sue scelte di mercato. Ma a tutto c’è un limite. Ovviamente parliamo di Zaniolo, il classe '99 che anche se non gioca fa discutere e parlare sempre di sè. 

Giusto provare rabbia e amarezza per quello che poteva essere il nuovo Totti (lo storico capitano a dire il vero non ha mai creduto realmente in Zaniolo) ma che invece si è rivelato un giocatore più simile a Cassano (e non per i gesti tecnici, il talento di Bari Vecchia era di un altro livello). Trattato da idolo, protetto da bambino prodigio, difeso da tutti e tutto dalla maleducazione e amato nonostante le sue prestazioni indecenti, Zaniolo ha deluso. Ha deluso perché ha pestato i piedi per andare via da Roma e dai giallorossi. Perché ha bloccato il mercato della Roma rifiutando la Premier League perché vuole la Serie A e un top team Juventus prima, Milan poi. Zaniolo ha sbagliato, non di meno anche la Roma che lo ha ipervalutato in estate (50 milioni, richiesta eccessiva) con dialoghi per il rinnovo rimasti più teorici che pratici anche se effettivamente concedere più di 4 milioni (richiesta del calciatore) ad un giocatore col rendimento di Zaniolo era impossibile. Zaniolo aveva Roma ai suoi piedi, ha dilapidato tutto in poco tempo non volendo andare a combattere con i compagni e con Mou (che lo ha sempre difeso) a La Spezia. Da lì il baratro. Zaniolo non si è dimostrato un top player, in campo dove anzi la Roma senza di lui gira meglio e fuori dove riconoscenza per il club che ti ha lanciato e che ha sempre creduto in te è soltanto una parola. 

Le scelte o il comportamento di Zaniolo non giustificano l’attacco di quel gruppetto del tifo romanista, se così si può definire. Quello che è successo a Zaniolo è una vergogna. L’appostamento e le minacce sotto casa, col giocatore costretto a chiamare la polizia non può considerarsi atto di gente civile. Così come gli striscioni e gli insulti alla famiglia, dalla madre alla sorella 18enne. Quest odio è figlio di un’amarezza, di una delusione enorme dei tifosi verso uno dei calciatori più amati degli ultimi anni e che ha regalato al club e ai tifosi il primo trofeo europeo targato Uefa. Ma ciò non giustifica questo accanimento al calciatore e alle persone attorno al calciatore. Fischiare Zaniolo per le sue prestazioni e le sue scelte è sacrosanto, l’odio e questi comportamenti ingiustificabili. 

Zaniolo non si è dimostrato un top player, anzi la Roma senza di lui gira meglio ma salvate Zaniolo è l'allarme che ora si lancia. Il 22 però si deve salvare da solo. Non deve ascoltare nessuno se non lui stesso. Cambiare aria, ambiente ora è l'unica soluzione e forse andare all'estero dove il calcio si vive con più leggerezza, scendendo di livello per riprendersi lo status da top player (che ora non ha assolutamente) potrebbe essere la scelta migliore per un ragazzo di 23 anni che deve ritrovarsi. 

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