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Rifiuti, pronto il piano industriale di Ama: novità sul porta a porta e sulle utenze non domestiche

Il numero uno di Ama ha delineato alcuni elementi del nuovo piano: "Proposta pronta per lunedì"

L’Ama ha bisogno di diventare “un’azienda normale”. Parole del suo presidente Daniele Pace che, in occasione di una seduta congiunta delle commissioni bilancio ed ambiente, ha annunciato anche quali sono gli obiettivi da perseguire.

Gli obiettivi di Ama

Sono tre le “direttrici” cui la municipalizzata ai rifiuti, “che ha bisogno di un processo di re-ingegnerizzazione”, deve lavorare. L’Ama deve puntare sul “miglioramento della pulizia  e del decoro urbano”, deve “ridisegnare un modello di raccolta” e deve “ottimizzare la logistica, cosa che significa avere anche un’autonomia impiantistica” ha anticipato Pace, illustrando alcuni aspetti che saranno contenuti nella proposta di piano industriale che sarà portata all’attenzione del Campidoglio entro lunedì. In modo che, l’amministrazione cittadina, possa verificarne la coerenza col piano rifiuti annunciato dal sindaco lo scorso 4 agosto.

Internalizzare le utenze non domestiche

Alcune novità sono già state annunciate. “Due giorni fa ho chiesto che mi venisse portato uno studio sulla possibile re-internalizzazione del servizio delle und, almeno in alcuni quadranti della città” ha fatto sapere il numero uno di Ama. Si tratta delle utenze non domestiche, i rifiuti prodotti dalle attività commerciali che vengono gestiti con specifici appalti da ditte esterne. La loro raccolta, soprattutto nelle zone centrali della Capitale, è stata spesso messa all’indice dai cittadini. Perché tendono ad accumularsi ed a produrre delle micro-discariche, creando anche le condizioni per la diffusione di topi e gabbiani.

Com’è stato fatto notare dal consigliere Francesco Carpano (Lista Calenda), “il recente rapporto al secondo semestre 2022, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mostra che sono aumentati i reclami del 5% per i servizi di spazzamento raccolta rifiuti”.  "Stiamo pensando di mettere insieme le und con lo spazzamento - ha spiegato Pace - Lo studio è in corso e il 5% di aumento dei reclami sulle und è un ulteriore stimolo ma non il solo. Uno degli elementi di criticità che incide anche sulle utenze domestiche è proprio quello delle und. Stiamo cercando di capire come affrontarlo in maniera innovativa e definitiva".

La riorganizzazione del porta a porta

Tra le direttrici sui cui il nuovo management di Ama intende lavorare, c’è anche quella che prevede di “ridisegnare il modello di raccolta”. Al riguardo il presidente Daniele Pace ha lasciato intendere che, l’azienda, non considera una priorità lo sviluppo del Pap. “Che il porta a porta sia l'unico modo per aumentare la differenziata esistono opinioni e realtà differenti – ha premesso il numero uno di Ama – In molti capitali europee non è l'unica modalità conosciuta di raccolta dei rifiuti. Certamente è utile, ma ricordo che costa all'azienda un multiplo della raccolta su strada. Quindi, c'è una contraddizione tra il volere aumentare il porta a porta e diminuire la Tari”. Insomma, potrebbe costare troppo. 

“Il porta a porta va reingegnerizzato. Abbiamo il 30% di cittadini serviti con questa modalità ma si trovano in località spesso difficilmente raggiungibili- ha spiegato Pace- In alcuni posti abbiamo il rifiuto del porta a porta da parte dei cittadini mentre in altre c'è maggiore richiesta e anche utilità. L'importante è riuscire ad aumentare la differenziata, farlo col porta a porta o altri strumenti è secondario dal punto di vista della priorità”. E la priorità, contemplata dal piano rifiuti firmato dal commissario Gualtieri, è quella di portare la raccolta differenziata dall’attuale  45,2% al 65% nel 2030 ed al 70% nel 2035. Con o senza incremento del porta a porta.
 

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