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Scuola, la lettera appello dei docenti: "Non può riaprire, mancano le condizioni per un ritorno in sicurezza"

Ecco le ragioni dei docenti dell'istituto superiore Federico Caffè. La protesta del mondo scolastico per la riapertura delle scuole va avanti da giorni

Le condizioni per un ritorno in sicurezza, a conti fatti, non ci sono. L'imminente riapertura della scuola, dopo i mesi di parziale lockdown legati alla seconda ondata di coronavirus, altro non è che "una scelta azzardata e rischiosa". Decine di professori dell'istituto superiore Federico Caffè firmano una lettera appello, accodandosi alla protesta montata in questi giorni tra gli insegnanti di diversi licei e istituti romani. La ripartenza delle classi con didattica in presenza al 50% è prevista per l'11 gennaio (inizialmente per il 7 poi il Governo ha fatto slittare l'avvio di pochi giorni). Troppo presto per il corpo docente della nota scuola di Monteverde e non solo. Ecco le ragioni degli insegnanti, espresse in un appello che riportiamo integralmente. 

La lettera dei docenti


"I sottoscritti docenti dell’I.I.S. Federico Caffè di Roma, unendo le loro voci a quelle dei docenti dei Licei Tasso, Dante, Gullace, Visconti e di altri istituti superiori romani, nonché del Presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, Prof. Antonello Giannelli, e delle organizzazioni sindacali esprimono forti perplessità e dissenso sui tempi e le modalità di riapertura della Scuola decise dal Governo, in quanto non si ravvedono le condizioni indispensabili ad assicurare un ritorno continuativo e in sicurezza e l’efficacia del delicato processo educativo e formativo.

Alla luce dell'attuale fase emergenziale, ci preme condividere alcune riflessioni che ci inducono a ritenere l’imminente riapertura in presenza una scelta azzardata e rischiosa.

- La curva dei contagi sta nuovamente risalendo e le terapie intensive si stanno pericolosamente riempendo;

- Non è stato risolto il nodo dei trasporti;

- Non è stato effettuato uno screening a tappeto sulla comunità scolastica;

- Non si è tenuto conto degli effetti a breve e, a lungo termine, determinati dall'esposizione al rischio di contagio derivante dalle imprudenze natalizie e dall'intensificarsi delle relazioni avvenute in tale periodo;

- La vaccinazione della comunità scolastica è prevista a partire solo da giugno al termine dell’attività didattica, nonostante i docenti siano una categoria a rischio per i contatti diretti con gli studenti probabili vettori di contagio e generalmente asintomatici;

- La riapertura delle scuole coinciderebbe con il picco influenzale;

- Le classi saranno poco arieggiate per via delle basse temperature;

- Poca chiarezza sull'uso delle mascherine;

- La presa di coscienza della comunità scientifica che ha dato parere contrario alla riapertura delle scuole (vedi le recenti valutazioni del Coordinatore del CTS, il Prof. Miozzo)

- In tutta Europa è stata prolungata la chiusura delle scuole fino al termine di gennaio.

La riapertura prematura in presenza comporterebbe, altresì, difficoltà di natura organizzativo-didattico quali: la continua rimodulazione oraria, frutto di un lavoro arduo e pressante, che disorienta docenti e studenti; il prolungamento della permanenza a scuola degli studenti che rischia di negare il loro diritto al tempo libero, non lascia spazio per la rielaborazione degli apprendimenti e per lo svolgimento dei compiti a casa; la nuova pianificazione oraria dei docenti, che prevede inevitabili ore di buco, penalizza il lavoro di preparazione delle lezioni, di correzione dei compiti e comporta lo slittamento delle riunioni degli organi collegiali in tarda serata; la mancanza di tempo per l’attività di recupero delle carenze degli studenti in orario extrascolastico; la revisione dell’orario del personale ATA. Alla luce di quanto sopra esposto i sottoscritti docenti dell’I.I.S. “Federico Caffè” chiedono di prolungare la didattica a distanza fino a quando non ci saranno le effettive condizioni per una ripartenza in piena sicurezza.

In ultimo, non possiamo non rilevare che il dibattito pubblico sulla ripartenza in presenza sia spesso viziato da un luogo comune secondo il quale in questi primi mesi di pandemia i docenti avrebbero rinunciato ad assolvere al proprio compito formativo. La Scuola non ha mai smesso di funzionare, pur cambiando ambiente e modalità di lavoro.

Durante la fase di didattica a distanza, i docenti hanno dimostrato una straordinaria capacità di reagire positivamente alle numerose difficoltà del momento, facendo tesoro delle competenze didattiche acquisite negli anni e uscendo dalla loro zona di conforto per sperimentare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dalle modalità comunicative della rete, anche attraverso percorsi di autoformazione, rendendosi spesso disponibili al dialogo educativo anche nell’arco della giornata intera. Si è trattato di un banco di prova importante, di un’occasione di crescita professionale per gli insegnanti e di arricchimento formativo per gli studenti. Pur rimanendo convinti della necessità prioritaria di ristabilire quella relazione educativa che solo la Scuola in presenza può garantire".

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