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Il Flaminio non sarà lo stadio della Lazio: svanisce il sogno dei tifosi biancocelesti

Onorato: "Dispiace che la Lazio non abbia presentato neanche un progetto, ma ora almeno la situazione è chiara a tutti"

Lo stadio Flaminio non sarà l’impianto destinato a soddisfare i sogni dei tifosi biancocelesti. Claudio Lotito non ha ancora presentato il suo progetto e quindi, l’ultimatum che era stato lanciato dall’amministrazione Gualtieri, è caduto nel vuoto.

I vincoli e le parole di Lotito

Sulla vicenda, la società biancoceleste aveva segnalato delle criticità riscontrate dopo aver letto un documento redatto dalla Soprintendenza capitolina. E' quello, di un anno fa, con cui l'ente interveniva in merito ad un altro progetto, quello della Roma Nuoto. Il documento poneva una serie di paletti, per quel progetto, che sono stati interpretati dalla SS Lazio come degli impedimenti per ammodernare l'impianto secondo le esigenze societarie. Sulla questione è tornato il patron  biancoceleste che, intervenuto ai microfoni di Radiosei, ha dichiarato di trovarsi in una sorta di vicolo cieco.

“Il Flaminio è uno stadio che in base alle norme di sicurezza attuali ha 16 mila spettatori. Per noi sarebbe inadeguato, serve uno stadio perlomeno da 45 mila spettatori” ha premesso il proprietario della SS Lazio. “Il primo problema è la capienza, il secondo è la copertura. Non possiamo tornare agli anni '60 in cui andavamo allo stadio con l'ombrello. Terzo problema, parcheggi e viabilità, e questo potrebbe essere risolvibile, ho studiato tutto. Per fare queste cose, però, ci vogliono autorizzazioni, e lì andiamo a cozzare con posizioni che non sono in linea con queste situazioni. Il progetto – ha dichiarato Lotito – lo presento se so che potrà essere approvato, altrimenti neanche lo presento”.

Un vicolo cieco

Ecco quindi che, secondo il patron laziale, la società ed i suoi tifosi si trovano parcheggiati in una strada senza uscita. Perché, ha spiegato Lotito a chi gli chiedeva quale fosse l’alternativa, “Il piano B è la realizzazione dello stadio da un’altra parte. A quel punto il Comune mi dice di non essere disponibile, perché non vuole occupare altre aree. Siamo prigionieri di una situazione da 19 anni” si è lamentato Lotito, denunciando una condizione che non consente sbocchi positivi alo stadio di proprietà.

La replica del Campidoglio

Le dichiarazioni rilasciate dal patron biancoceleste non sono passate inosservate. “Sulla riqualificazione dello Stadio Flaminio abbiamo aspettato, dando priorità alla Lazio e ai suoi tifosi” ha commentato l’assessore allo sport Alessandro Onorato. In relazione ai vincoli che non permetterebbero alla Lazio di realizzare un impianto con una capienza accettabile, Onorato ha spiegato che sia “singolare che il presidente Lotito sostenga che il parere della Soprintendenza, peraltro relativo ad una diversa proposta di riqualificazione, renderebbe impossibile la presentazione del progetto Lazio”. La strada per farlo, a detta del delegato allo sport nella giunta Gualtieri, c’era. Perché Lotito “avrebbe potuto utilizzare il cosiddetto emendamento ‘sblocca stadi’ del Decreto Semplificazioni”.

C'era quindi il modo per ammodernare il Flaminio, secondo il Campidoglio. Inoltre “il documento citato della Soprintendenza è noto da febbraio 2022 e il presidente Lotito è in possesso di tutte le carte sul Flaminio già da settembre 2022. Che lo scopra solo ora non è verosimile, soprattutto oggi che i pareri sono stati accentrati alla Direzione Generale del ministero al fine di velocizzare nel Paese il processo di trasformazione e di valorizzazione per garantire stadi moderni e adeguati alle esigenze di sicurezza”. Insomma, secondo il Campidoglio, lo stadio si poteva fare. Ma non è stato fatto praticamente nulla, da parte di chi gestisce la Lazio, per tentare di realizzarlo.

Sfuma il sogno dei tifosi 

”Dispiace che il presidente Lotito non abbia neanche presentato un progetto, non è vero che sarebbe stato bocciato in partenza. Con la Giunta Gualtieri avremmo accompagnato la Lazio, nel rispetto delle norme, per arrivare all’ampliamento dei posti e alla copertura degli spalti”ha commentato Onorato. Sfuma così l’operazione che i supporter biancocelesti avevano a lungo caldeggiato, anche organizzando un sit-in sotto la curva nord dell’impianto progettato dalla famiglia Nervi. “Dispiace per i tifosi della Lazio che ci hanno creduto davvero e per la nostra città, che merita due squadre di calcio ciascuna con un proprio stadio di proprietà. L’unica consolazione –  ha dichiarato Onorato – è che almeno ora la situazione è a tutti chiara”.
 

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