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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Mafia capitale, Zingaretti chiarisce in Consiglio: "Ho dato mandato di querelare Buzzi"

Il governatore ha smontato oggi alla Pisana le ultime rivelazioni di Buzzi rese note dalla stampa: "Un accusato non può calunniare terzi". Smentita anche la ricostruzione dell'acquisto del Palazzo della Provincia

È intervenuto in Consiglio, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, nel bel mezzo dell'ennesima bufera mediatica sollevata in merito a mafia capitale. Dall'acquisto del cosidetto 'Palazzo della provincia' all'Eur ai presunti accordi in merito alla gara recup, Zingaretti, dopo la nota stampa di sabato, ha risposto di fronte ai consiglieri sulle rivelazioni che Salvatore Buzzi avrebbe rilasciato nel corso degli interrogatori delle ultime settimane e diffuse da un servizio in esclusiva su La7. "Ho ritenuto doveroso questa mattina essere qui per commentare e riferire in merito a indiscrezioni su deposizioni spontanee date dal signor Salvatore Buzzi in alcuni interrogatori nelle ultime settimane”. Indiscrezioni stampa “perché di altro materiale che dovrebbe essere ancora coperto dal segreto istruttorio, non ho potuto prendere visione".

Anche in Consiglio, il presidente è tornato a parlare di “impraticabilità di campo”. Ha specificato: “Non per sottrarmi a nulla, ma perchè vedo concretamente il rischio, a questo punto, di un perenne stillicidio non motivato dalle indagini, ma spesso dall'uso distorto che se ne fa e che può inquinare, in un polverone in cui sono tutti uguali, il clima di civiltà chiarezza e credibilità che io credo debba esserci sempre intorno alle istituzioni repubblicane". 

LA QUERELA – Anche questa mattina, in Consiglio, Zingaretti ha confermato quanto già annunciato sabato: procederà a querelare Buzzi per le sue affermazioni. “Credo che nel nostro ordinamento l'accusato abbia il diritto di mentire sulle proprie responsabilità, ma non di calunniare terzi. Buzzi risponderà di fronte alla Giustizia. Ho conferito mandato ai miei legali per querelarlo per le sue dichiarazioni". 

IL PALAZZO DELLA PROVINCIA – Per Zingaretti la “ricostruzione” di Buzzi in merito all'acquisto del cosiddetto 'Palazzo della Provincia' “è totalmente falsa”. Ricostruisce il governatore: “Non per conoscenza diretta, ma perchè gli sarebbe stato riferito da terzi” Buzzi avrebbe affermato “che sull'acquisto del Palazzo della Provincia di Roma, che io avrei acquistato prima che venisse costruito, si sarebbero pagate somme illecite a diverse persone, anche a mio nome. Dagli organi di stampa abbiamo appreso che gli interessati hanno provveduto a smentire, ma anche a promuovere querele su queste affermazioni. Da parte mia  non posso che confermare che la ricostruzione data è palesemente e totalmente falsa". Nessun acquisto prima della sua realizzazione. “Il compito della mia amministrazione insediatasi nel 2008 fu quella di portare a termine una operazione decisa molti anni prima dalla precedente amministrazione”. Zingaretti ricorda le polemiche politiche in merito all'operazione: “E' noto che l'operazione fu anche oggetto di una lunga istruttoria della Corte dei Conti che si concluse nel dicembre del 2012 con l'archiviazione e che fu presa nello scontro della battaglia politica anche, ad esempio, dal presidente Storace nella campagna elettorale, il quale a conclusione dell''indagine prese atto della conclusione e me ne diede pubblicamente conto".  

GARA CUP - "Sulla Gara Cup nelle deposizioni sembrerebbe che Buzzi riferisca di un accordo a monte, cito testualmente, ''del presidente Zingaretti e del consigliere Storace per cui su quattro lotti tre sarebbero andati alla maggioranza e uno all'opposizione di centrodestra'. Con Storace ho avuto in questi due anni molte occasioni di scontro, ma anche di incontro e confronto. Abbiamo discusso, a volte abbiamo trovato punti di sintesi, molto spesso no. Ma è falso nella maniera più assoluta che questo accordo sia mai esistito o anche solo teorizzato" ha continuato il presidente regionale. "Io non avrei mai accettato, e dico e confermo che mai il consigliere Storace me lo abbia proposto in qualsiasi forma- ha aggiunto Zingaretti- nè sulla gara Cup nè sulle altre”. Zingaretti ha inoltre difeso la scelta di annullamento della gara: “Non c'è stata da parte nostra nessuna reticenza o ritardo. Dopo la sollecitazione, per prima del consigliere Storace, che abbiamo preso in seria considerazione, non abbiamo potuto per correttezza fare altro che acquisire gli atti della Procura, studiarli e in tempi rapidissimi valutare le condizioni che permettessero o meno un suo annullamento. Converrete con me che è una garanzia per tutti avere una amministrazione alla quale non è sufficiente una richiesta di un consigliere per annullare una gara pubblica”. 

GARA MULTISERVIZI - "Buzzi torna a parlare di una vicenda in realtà già nota dalle intercettazioni: la gara multiservizi, parlando di un presunto accordo e di una spartizione millimetrica tra centrodestra e centrosinistra sul numero dei lotti, sei al centrosinistra e uno al centrodestra, e che in questa spartizione propostagli da Gramazio, egli avrebbe rifiutato perchè non se ne sentiva all'altezza. Anche qui denuncio questa ipotesi di accordo spartitorio come totalmente falsa". Anche qui Zingaretti smonta le ricostruzioni di Buzzi:   “Non esiste, lo ribadisco, alcun accordo spartitorio tra centrodestra e centrosinistra. Rifiuto in generale il teorema di comodo, a mio giudizio, che l'unico modo da parte di un'azienda di vedere riconosciuto in una gara il proprio diritto sia quello di passare per le forche caudine della corruzione, mediante un patto corruttivo tra maggioranza e opposizione. Lo dico, se non altro, nel rispetto di tutti noi e degli assegnatari di circa 4 miliardi di euro di gara, tra cui nessuna delle società collegate a Mafia Capitale". 

DISTRUTTO IL CONSOCIATIVISMO - Non è mancata una rivendicazione del lavoro svolto. "La storia di questi due anni è stata una storia diversa e, pur ciascuno con le proprie idee e dentro una battaglia politica, abbiamo contribuito tutti non tanto a spartirci il potere, ma piuttosto a demolire moltissima di quella sovrastruttura regionale che a volte è stata il terreno di pratiche consociative, che hanno creato nel tempo costi insostenibili, debiti e anche opacità in tanti luoghi decisionali che, non a caso, abbiamo deciso di ridurre" ha ribadito. "Abbiamo creduto al protocollo con Anac non come protocollo burocratico, ma sottoponendo all'Autorità, senza paure e per migliorare, molti dei capitolati più importanti delle gare regionali. Ricordo che, solo alcuni giorni fa, si è concluso un accordo, questo sì tra maggioranza e opposizione, proprio per lottare insieme ed essere più forti contro la corruzione, anche attraverso una nuova legge che pone vincoli unici in Italia sul finanziamento della politica, l'ingresso della Dia nell'Osservatorio e l'istituzione di una Commissione sulla criminalità organizzata e le mafie".

OPPOSIZIONE Critiche da parte del vicepresidente del Consiglio regionale e capogruppo de La Destra, Francesco Storace che ieri, sulla propria pagina Facebook, ha pubblicato dieci domande dirette a Zingaretti. "Credo di dover manifestare tutta la delusione per l'assenza di chiarimenti. Non si capisce come vengono gestiti gli appalti. Lui finge che tutto vada bene, il suo ex capo di Gabinetto viene costretto ad andarsene e non ci spiega se lui sapeva quello che si dice sia successo. E' un presidente che non sa nulla, non si può governare non sapendo nulla" ha commentato a margine della sedutra. "Rassicurazioni sul futuro? Credo che il presidente si sia rassicurato solo sulla località scelta per le vacanze perchè per quanto riguarda il futuro di questa Regione non c'è speranza". Posizione simile da parte del Movimento cinque stelle regionale: "Non siamo assolutamente soddisfatti della relazione di Zingaretti in Aula. Come al solito abbiamo assistito all'ennesima pantomima del presidente. Noi ci aspettavamo un approfondimento sul tema, e che il presidente scendesse nei dettagli di quelle dichiarazioni, di quanto emerge dall'interrogatorio" il commento di Valentina Corrado, capogruppo dei pentastellati. "Dettagli che non sono emersi nemmeno nella replica, nella quale non sono arrivate neanche le risposte alle domande che avevamo posto in Aula. E' impossibile che un presidente non sia a conoscenza di quello che fa un suo stretto fiduciario, il suo capo di Gabinetto, il numero due della Regione. Se il presidente non si rende conto e non sa cosa fanno i suoi fiduciari, c'è un problema grosso". 

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