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Valentina Corrado: “Comuni digitali e turismo sostenibile per cambiare il Lazio. Raggi è la candidata M5s a Roma”

Intervista all’esponente Cinque Stelle entrata nella giunta di Nicola Zingaretti: “Serve un brand Lazio per valorizzare tutte le eccellenze. Ai consiglieri capitolini ribelli dico: non si scrive un libro per cinque anni e poi si ritira la firma”

Digitalizzazione, ambiente, turismo e sostegno agli enti locali: un colloquio a tutto campo con Valentina Corrado, già consigliera regionale di opposizione, oggi assessora al Turismo e agli Enti locali della giunta regionale di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. Dal 2011 attivista del gruppo grillino di Pomezia, nel 2018 è eletta consigliera regionale. Oggi è una delle protagoniste del “laboratorio giallo-rosso” di via Cristoforo Colombo.

Assessora Corrado, ha detto di sentirsi protagonista di "un passo indietro reciproco" di Pd e M5S per il bene della comunità. Ma quali sono le sue priorità programmatiche in termini di "innovazione e transizione"? 

Si tratta di un passo indietro reciproco per farne due in avanti per i cittadini. La situazione che stiamo vivendo dopo 13 mesi di pandemia sulle spalle e la campagna delle vaccinazioni in corso ci impone un momento di riflessione rispetto alla responsabilità che abbiamo. Deve prevalere un senso di responsabilità collettiva perché i cittadini hanno bisogno di soluzioni e risposte: da qui bisogna puntare a ciò che ci unisce superando ciò che ci divide. Innovazione e transizione ambientale e digitale sono dei capisaldi per il Movimento Cinque Stelle sui quali il PD ha trovato una convergenza; oltre a essere punti cardine del Next Generation EU sono punti trasversali a ogni politica compresa quella del turismo, che è la delega di cui mi occupo insieme al lavoro degli enti locali. Le sfide che abbiamo davanti sono importanti, ambiziose ma soprattutto necessarie. La politica non può sottrarsi a questo. Il M5S non può sottrarsi alla responsabilità di portare la Regione Lazio verso la Transizione Ecologica, la sostenibilità economica e il rilancio del territorio. Siamo chiamati a migliorare la vita dei cittadini. Oggi è possibile. La pandemia e la recessione che stiamo vivendo sono state un detonatore che ha smosso le coscienze politiche mettendo a nudo tutte le fragilità della nostra società. Rispetto al turismo, la sostenibilità si declina in un turismo responsabile e consapevole, che si realizza in armonia con l’ambiente e nel rispetto delle comunità e dei territori le cui bellezze sono oggetto di attrattiva e valorizzazione. Rispetto agli enti locali, penso alla sfida della digitalizzazione e di rendere le nostre città intelligenti, con una serie di interventi che, coniugando sostenibilità e innovazione, ottimizzano i servizi per i cittadini rendendoli più efficienti”.

La campagna vaccinale procede spedita, sperando che vada tutto bene. Quali sono le azioni per incentivare il ritorno dei turisti nel territorio laziale? Il passaporto vaccinale potrebbe essere un'opzione? 

Nel Lazio, ha ragione, la campagna vaccinale corre spedita, con fino a 30mila somministrazioni al giorno che potrebbero anche aumentare, 120 punti vaccinali attivi a cui si aggiungono i medici di medicina generale. Il personale medico sta spingendo la macchina in una corsa contro il tempo, eppure gli intoppi non mancano, dovuti ai ritardi nelle consegne dei vaccini, come sappiamo. Il Covid19 rappresenta ancora una minaccia ed è soltanto la certezza di poter arrivare in un Paese e in una Regione sicura che può attrarre di nuovo turisti, che può far ripartire il flusso di arrivi. Per quanto riguarda il passaporto vaccinale, il nostro Paese ha una linea europeista e se questo documento sanitario può essere un’ulteriore garanzia di muoversi in sicurezza, non ho obiezioni. Condivido pienamente la posizione del Governo. Un passaporto vaccinale ha senso solo se questo viene condiviso dal più alto numero dei Paesi con regole e organizzazione comune. Su questo stiamo portando il nostro contributo anche nella commissione delle regioni.

Il turismo nel Lazio risulta molto spesso romacentrico. Quali le priorità per il resto della regione? Ne elenchiamo alcune: un terzo aeroporto, l'investimento sulla Roma-Latina, un sistema di feste e di borghi del Lazio, altre? 

Il Lazio per i turisti stranieri è spesso Roma, come anche l’Italia è percepita dagli stranieri come Roma, Firenze, Venezia. Il territorio regionale può sviluppare una propria autonomia nell’attirare i flussi di turisti puntando sulle proprie enormi potenzialità. Roma deve essere il traino per il turismo dell’intera regione. Il Lazio non è solo Roma, le sue ricchezze sono storiche, culturali ma anche naturalistiche, enogastronomiche. Abbiamo tutto, il mare, le terme, le montagne, i borghi. Il Lazio deve far conoscere queste ricchezze, deve essere riconosciuto come meta turistica dove Roma ne è traino e propulsore. E’ sicuramente importante potenziare gli investimenti sulla mobilità e le infrastrutture soprattutto con riferimento al trasporto collettivo così da valorizzare l’hinterland romano e portare flussi di turisti fuori dalla Capitale. Lei mi chiedeva della Roma – Latina, un progetto che conosco bene e che non serve a migliorare la mobilità dei turisti. Come ho detto Roma dovrà fare da traino per tutto il turismo regionale e quell’infrastruttura in realtà non arriverà al GRA ma si collegherà con la Roma-Fiumicino. Dubito che un turista straniero eviti Roma nel suo soggiorno in Italia. Le nostre infrastrutture, non solo la Pontina ma anche altre importanti arterie del nostro territorio, hanno bisogno di essere messe in sicurezza, di essere ripensate e modellate sui paradigmi della sostenibilità ambientale, dell’intermodalità e di rispondere alle mutate esigenze dei territori e dell’economia post Covid. Non possiamo conservare investimenti e progetti che nascono in un’epoca ormai superata, che erano anacronistici allora e figuriamoci oggi, dopo che la pandemia ha modificato radicalmente le nostre esigenze e quelle dei settori, come il turismo, che hanno bisogno di un rilancio. Un’altra priorità è che la promozione turistica venga fatta con il coinvolgimento degli enti locali che devono, tra di loro, sentirsi parte di uno stesso sistema. Ragionare in termini campanilistici non aiuta il turismo, fare rete invece è la ricetta vincente. Partirei da lì, da un brand unico che è il Lazio. E’ soltanto mettendo le nostre migliori energie e idee nuove che il turismo può ripartire. 

In questo senso sono stati già attivati dei bandi e delle iniziative utili sul turismo? 

Assolutamente, abbiamo già attivato due bandi, uno da 4,5 mln, che abbiamo prorogato fino al 12 maggio e che punta a rinforzare nuove destinazioni turistiche e idee di viaggio nella Regione Lazio, cercando di mettere a sistema e in rete il lavoro di associazioni, fondazioni ed enti locali. Parliamo di un bando che vuole valorizzare gli ambiti turistici della regione, come Tuscia, Sabina, Valle dell’Aniene, Piana Pontina, Ciociaria, monti Lepini, e molti altri. L’altro bando è da 1 mln di euro e concerne iniziative di promozione dei territori e di valorizzazione delle eccellenze, ancora una volta puntando sul lavoro di associazioni, fondazioni e altri soggetti privati, anche riuniti in ATI. Fra l’altro mi piace sottolineare che questo bando premia l’utilizzo per il 50% del contingente di guide e accompagnatori turistici, si tratta di professioni non regolamentate che ci siamo impegnati a tutelare. Sono lavoratori di eccellenza che accompagnano i turisti a scoprire le bellezze della nostra regione e meritano il nostro sostegno.

Sono diversi i problemi di connettività in Italia, sulle zone bianche e sulle zone grigie c'è molto lavoro da fare. Quale la strategia per la digitalizzazione dei piccoli comuni? 

Nella nostra Regione su un totale di 378 comuni ben 254 sono quelli con meno di 5mila abitanti, per lo più concentrati in aree interne e territori isolati. Mai come ora, in tempi di smartworking e di Didattica A Distanza, una delle nostre più grandi sfide è quella di colmare il gap digitale tra centro e periferia. La prima delibera che abbiamo portato in Giunta con la mia collega Roberta Lombardi, assessore alla Transizione ecologica e Trasformazione digitale, fortemente voluta dal Presidente Zingaretti, è sui Piccoli Comuni per farli sentire più vicini all’amministrazione regionale, meno soli. Abbiamo infatti dato il via all’iter che consentirà ai Piccoli Comuni del Lazio, a regime e in base al fabbisogno di ciascuno, di dotarsi di servizi digitali per settori come le attività produttive, il Suap, i tributi locali e altri adempimenti per i quali può essere utile offrire al cittadino un accesso su piattaforme digitali istituzionali. È un percorso che richiederà un supporto costante da parte dell’amministrazione regionale anche per il tramite della società LazioCrea che metterà a disposizione delle amministrazioni locali tutto ciò che serve per rendere smart l’attività amministrativa e i servizi al cittadino.

Mentre in Regione le due forze politiche lavorano per delle inedite compattezze, il gruppo 5S in Aula Giulio Cesare perde pezzi. Cosa sta accadendo a Roma? Un consiglio, un'analisi? 

Non parlerei di una compattezza inedita, ma di una convergenza naturale sui temi condivisi necessaria per raggiungere obiettivi comuni. Abbiamo ragionato insieme alla maggioranza e alla giunta sulla nuova Programmazione europea 2021-2027, scrivendo e votando insieme gli obiettivi e gli indirizzi da attuare nei prossimi sette anni. Abbiamo trovato una convergenza su temi fondamentali come la sanità, il lavoro e il rilancio dei settori colpiti dalla pandemia. Le mie energie sono concentrate nell’attuazione delle misure inerenti le mie deleghe e mi creda che il lavoro da fare è veramente tanto. Ai consiglieri capitolini consiglio di mettere al centro delle proprie valutazioni gli effetti delle loro scelte nei confronti dei cittadini già provati, impauriti e smarriti dalla pandemia e dall’attuale contesto socio economico di sofferenza. Non posso sapere le vere motivazioni che spingono alcune persone a lasciare un progetto politico e un lavoro di squadra proprio a ridosso delle elezioni. Di certo non possono affermare di non condividere le politiche del Movimento 5 stelle di Roma e della Raggi dato che le hanno supportate per cinque anni. Come uno scrittore che dopo aver lavorato 5 anni ad un libro, in fase di stampa si rifiuti di mettere il proprio nome sulla copertina. Sarebbe paradossale disconoscere un progetto per la città che si è contribuito a costruire.

Se il nome di Virginia Raggi esce dalla partita, l'accordo della maggioranza giallorossa a Roma è cosa fatta. Lei auspica che si vada in questa direzione? 

Io penso, innanzitutto, che Virginia Raggi è la candidata del Movimento Cinque Stelle. Il mio auspicio è che le amministrazioni tutte, a partire dalla capitale, vengano amministrate da una buona politica che metta al centro le esigenze della comunità. Se per fare questo si possono unire le forze con altre sigle politiche sugli stessi obiettivi programmatici, partendo da ciò che c’è di buono dell’amministrazione uscente, ben venga. Ma vengono prima i contenuti e poi i nomi. Serve oggi comunicare alla cittadinanza quella che è la visione sulla capitale d’Italia e il lavoro faticoso ed efficace fatto dalla giunta di Virginia Raggi. Posta così, la discussione sui nomi passa in secondo piano rispetto all’attuazione di questi obiettivi e a meno che non cambi qualcosa, a oggi Virginia Raggi è la candidata migliore per raggiungere questi obiettivi e bisogna unire le forze intorno a lei.

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