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Palazzi accorpati per un Centro storico albergo a cielo aperto. La delibera fa discutere il Pd Roma

La delibera sulle norme di attuazione del PRG è passata in giunta a giugno 2023, ora le forze politiche ne stanno discutendo in riunioni-fiume alla presenza dell'assessore Veloccia. Il "pomo della discordia" è l'accorpamento di edifici

Permettere agli alberghi già esistenti, in particolare quelli di ridotte dimensioni, di ampliarsi. È un po' questo il nodo intorno al quale si sta sviluppando la discussione tra le forze di maggioranza in Campidoglio, rispetto alla modifica delle norme tecniche di attuazione (NTA) del Piano Regolatore Generale di Roma Capitale. 

Le norme tecniche di attuazione

La discussione è iniziata da poco, nonostante la delibera sia passata in giunta a giugno 2023. Otto mesi di silenzio o quasi, ora i presidenti delle commissioni urbanistica, lavori pubblici, patrimonio e i rispettivi membri di centrosinistra si stanno confrontando. Non senza accesi scambi di opinione, divergenze, confronti. Non si può ancora parlare di spaccatura, anche perché l'iter è lungo. Ma una questione su cui ci sarà molto da limare esiste e riguarda il centro storico. 

Gli accorpamenti nel centro storico

Il tema preciso è quello degli accorpamenti. L'articolo 6 delle NTA accoglie frazionamenti e accorpamenti delle unità immobiliari nella cosiddetta "Città storica", tranne che nei tessuti T1, T2, T5 e T10. Parliamo di costruzioni di origini medievali, rinascimentali, umbertine. Tutelate perché di particolare importanza e rilevanza storica e architettonica. Ad esempio, sotto la dicitura T5 c'è la "Piccola Londra" al Flaminio, in via del Vignola 50. Un intervento urbanistico voluto a inizio XX secolo dall'allora sindaco Ernesto Nathan e dall'urbanista Edmondo Sanjust Teulada. Ecco, tranne che in quei quattro ambiti, la nuova delibera per l'applicazione delle norme vorrebbe garantire questa possibilità di unire (e di frazionare). Ma se nel secondo caso si tratta di agevolare la residenzialità, spacchettando immobili magari troppo grandi per un singolo nucleo familiare, nel primo è partito l'allarme da parte di qualcuno sullo "svuotamento" del centro. Tramite l'implementazione di attività ricettive già esistenti. 

All'orizzonte una "battaglia" politica interna alla maggioranza

Per esempio, se un'attività con 30 stanze - quindi 60 posti letto - volesse decidere di ampliarsi, potrebbe farlo accorpandosi a un'altra attività ricettiva di ridotte dimensioni. Anche perché la delibera passata a giugno 2023 elimina il limite di 60 posti letto per gli alberghi in centro. Ovviamente un passaggio che non sarà semplice da superare politicamente, come si capisce da quanto scritto dal dem Yuri Trombetti dopo la fine della riunione fiume del 26 febbraio:" Abbiamo difeso la residenzialità nel centro storico e la specificità di alcuni tessuti medioevali. Non tutto può diventare affittacamere, la battaglia continua". Più cauta Antonella Melito: "Discussione molto concentrata sul centro storico, ci sono questioni aperte sicuramente. Ma anche sulla rigenerazione urbana. Ci prendiamo tutto il tempo necessario per discuterne, bisogna arrivare a dama con una importante mediazione". 

Il caso di via Boncompagni

Per far capire ancora meglio quanto sia ampio e dirimente il tema, si può fare l'esempio della delibera di fine 2023 che dà il via alla rigenerazione di ben 11 edifici nel quadrante tra via Boncompagni, via Quintinio Sella, via Sallustiana e via Piemonte. Edifici che hanno diversi tessuti di appartenenza e che - in deroga all'attuale PRG - verranno accorpati e trasformati in un hotel di lusso della catena "Mandarin Oriental", società di Hong Kong. La politica romana dovrà decidere, alla fine del lungo iter di confronto, se far diventare questa dell'accorpamento una norma o continuare ad andare in deroga. Tra le altre cose, le NTA potrebbero andare ad incidere anche sugli immobili di natura commerciale: ad oggi il limite, nella città storica, è di accorpamenti fino a 250 mq. Il Pd spinge perché si superi il limite, dettaglio - non da poco - che ad oggi nella delibera di Veloccia sull'applicazione delle NTA non è presente. 

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Scoglio Europee

Staremo a vedere in che modo il centrosinistra romano arriverà a una quadra. Da quanto si apprende, le posizioni più "rigide" sono quelle di Roma Futura con l'urbanista Giovanni Caudo, quella appunto di Yuri Trombetti, del presidente della commissione urbanistica Tommaso Amodeo e del civico Giorgio Trabucco. La strada è lunga e di mezzo ci sono anche le elezioni Europee: fare scelte a rischio impopolarità, attaccabili da associazioni e gruppi di "potere" non è una strategia che piace. Un punto sul quale, però, tutti sembrano d'accordo è quello di tutelare gli ambiti più particolari: T1 (Tessuti di origine medievale), T2 (Tessuti di espansione rinascimentale e moderna pre-unitaria), T5 (Tessuti di espansione otto-novecentesca a lottizzazione edilizia puntiforme) e T10 (Nuclei storici isolati). 

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