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Mafia capitale, Buzzi vuota il sacco: nuovo terremoto in Regione e Comune

Dopo il servizio andato in onda su La7, si diffondono le dichiarazioni rilasciate dal ras della 29 Giugno nel corso dell'interrogatorio in carcere. Le reazioni: Zingaretti smentisce, Marino querela Repubblica

A pochi giorni dal servizio andato in onda in esclusiva su La7, le parole di Salvatore Buzzi, il ras della cooperativa 29 giugno in carcere dal dicembre scorso perché accusato di essere tra i vertici, insieme a Massimo Carminati, di un'associazione mafiosa che aveva infiltrato Comune e Regione, tornano a scuotere la politica romana. Nel corso dell'interrogatorio in carcere avvenuto il 23 e il 24 giugno scorso Buzzi ha deciso di vuotare il sacco. Parla di una “nuova lista di nomi”, descrive i meccanismi di potere, “prima comandavano gli assessori” poi “i dirigenti”, descrive un consiglio comunale famelico sempre pronto a chiedere favori e assunzioni. Buzzi fa capire di voler raccontare tutto quello che sa. Situazoni che conosce bene ma anche operazioni apprese da terzi. “Molte cose me le ha raccontate Luca Odevaine” avrebbe ammesso. La strategia di Buzzi è chiara: capovolgere la sua posizione di corruttore. Da corruttore a concusso. Dichiarazioni e circostanze che andranno verificate ma che intanto, pubblicate sui giornali, stanno avendo l'effetto mediatico di un terremoto su Campidoglio e Regione. 

FAVORI IN AULA - Dopo il servizio su La7, infatti, oggi le pagine dei quotidiani sono piene delle sue dichiarazioni. “Andavo in consiglio comunale e lei non può immaginare la scena qual era. Ero conosciutissimo, arriva uno “mi assume questo”, ne arriva un altro “mi assumi quest’altro”, “mi sponsorizzi la festa”, cioè una cosa incredibile, non gliela facevo più”. Poi delinea meccanismi. “Con Marino i dirigenti decidono di più” mentre con Alemanno “era l'assessore che diceva 'Fai questo, fai quest'altro'”.  Poi aggiunge: “Qual era il nostro problema quotidiano tutti i giorni? Era sbattersi tra la politica e tra i dirigenti, passà sui corridoi, assumere persone”.  Buzzi ricorda le tangenti pagate alla politica sui lotti di gara che venivano vinti. “Pagavamo dal 3 al 5 per cento” spiega Buzzi. 

LA REGIONE - Buzzi descrive episodi avvenuti nel periodo di amministrazione Alemanno e altri con Marino. Nel mirino anche la regione Lazio e il suo attuale presidente Nicola Zingaretti. Tira in ballo il governatore descrivendo un accordo politico tra quest'ultimo e l'ex consigliere Luca Gramazio, anche lui arrestato nell'ambito della medesima inchiesta, per l'appalto Recup, annullato in seguito a quanto emerso. Buzzi parla di una lottizzazione della gara, “una parte alla maggioranza, una parte all'opposizione”, secondo Buzzi frutto di un accordo tra Luca Gramazio e il governatore Zingaretti. Tira in ballo anche l'operazione del Palazzo della Provincia, “acquistato praticamente prima di costruire l'immobile”. Vicenda però, quest'ultima, che il ras delle cooperative ammette di aver sentito da terzi. 

LA QUERELA A REPUBBLICA - Le parole pronunciate da Buzzi, lanciate in anteprima la scorsa settimana, riprese oggi da tutti i giornali, non hanno mancato di suscitare dure reazioni dei diretti interessati. Il sindaco Marino con un breve tweet annuncia querele: “Un conto è informare, un altro è diffamare. Da lettore hoi provato a capire l'accanimento di repubblica contro di me. Ora querelo”. 

LA REPLICA DI ZINGARETTI - Il presidente della Regione invece entra nel merito dei contenuti 'rivelati' dal presidente della coop 29 Giugno. Per smentirli. “Siamo alla delazione per sentito dire” scrive sulla sua pagina Facebook riferendosi al fatto che lo stesso Buzzi avrebbe ammesso di aver sentito molti degli episodi raccontati da persone terze. “Confido e sono certo che i magistrati sapranno fare luce su queste dichiarazioni calunniose per cui ho già querelato Buzzi. Oggi però, ho deciso che avrei dovuto rispondere, reagire al fango che mi è stato gettato addosso in questi giorni da un pregiudicato in regime di custodia cautelare per accuse gravissime. E lo faccio, non solo ribadendo la falsità delle dichiarazioni di un uomo con le spalle al muro che ha messo in atto una strategia difensiva e personale per scagionarsi dalle accuse di mafia dichiarandosi vittima di un sistema, ma anche per chiarire tutti quegli aspetti che dalle dichiarazioni di Buzzi appaiono confusi e imprecisi”. Ecco la replica integrale. 

LA QUERELA DI PANECALDO - Anche il capogruppo capitolino del Pd, Fabrizio Panecaldo, proprio come Zingaretti nei giorni scorsi, ha annunciato querela a Salvatore Buzzi: "Rimango incredulo davanti alle ultime, disperate affermazioni di Salvatore Buzzi. Dopo aver tradito e screditato il mondo delle coop sociali, ora Buzzi per liberarsi dall'accusa di essere un mafioso affibbia metafore e sparge fango su tutto e tutti. La misura è colma e tutto ciò è inaccettabile. Vuol dire che alle pesantissime accuse e responsabilità che già gravano su di lui si aggiungerà anche la mia denuncia per calunnia per le sue dichiarazioni false e diffamanti".

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