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Expo 2030 a Roma, la corsa è partita: Gualtieri lancia Tor Vergata

Il sindaco: "Le quattro ragioni per cui penso che Roma sia il posto più appropriato per tenere un Expo sono storia, verde, innovazione e inclusione"

La location c'è e stavolta è ufficiale. Tor Vergata è al centro del progetto per ospitare Expo 2030 a Roma. Il sindaco Gualtieri ha lanciato ieri la candidatura della Capitale dal padiglione Italia di Expo 2020 a Dubai, dove si è recato con il suo staff insieme al presidente del Comitato promotore Giampiero Massolo. Rigenerazione urbana, impegno a "costruire nuove relazioni fra i popoli e i territori", sostenibilità e innovazione sono i concetti chiave del progetto. "Le quattro ragioni per cui penso che Roma sia il posto più appropriato per tenere un Expo sono storia, verde, innovazione e inclusione" ha detto il sindaco. "Immaginiamo Expo non solo come una esposizione temporanea, ma come opportunità di rigenerazione urbana intelligente e sostenibile". E con questa idea, è "una grande area a Tor Vergata, accanto al campus" dell'università, quella scelta per ospitare l'esposizione universale capitolina. Si vociferava da mesi e già lo aveva in parte anticipato il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini. 

Il progetto di Tor Vergata e la metro G

L'area scelta per l'Expo 2030 di Roma avrà un'ampiezza di 210 ettari e vedrà quasi al centro la grande incompiuta capitolina, la Città dello sport disegnata e parzialmente realizzata dall'architetto Santiago Calatrava. Il quartiere dell'Esposizione sarà realizzato sulle aree a nord delle 'Vele' e su quelle che si trovano sul lato destro di via dell'Archiginnasio, che diventerà quindi lo 'square' centrale e la via di accesso principale al sito, anche grazie al nuovo tram che prenderà il posto della linea Roma-Giardinetti, e che sarà prolungato proprio nell'area dell'Expo, già ribattezzato "metro G".

L'opera è stata già finanziata e dovrebbe rientrare tra quelle da realizzare entro il Giubileo del 2025. Molte le fermate che saranno al servizo del futuro quartiere dell'Expo. Dopo aver sostituito i binari dallo scartamento ridotto a quello ordinario e ricostituito la linea fino a Giardinetti i futuri e moderni tram gialli 'vireranno' su nuovi binari verso sud, dove sono previste le nuove fermate 'Parco di Torrenova', 'Tenuta di Torrenova', 'De Curtis', 'Ingegneria', 'Economia', 'New Cambridge', 'Policlinico Tor Vergata', 'Archiginnasio' e 'Città dello sport'. Queste ultime tre saranno di fatto a ridosso, se non all'interno, dell'area Expo.

Chi è l'architetto Carlo Ratti

A supervisionare il progetto è stato scelto l'archistar Carlo Ratti, professore al Mit, direttore del Senseable City Lab, e fondatore dello studio di design e innovazione Cra Carlo Ratti Associati. Tra i diversi ruoli svolti, rappresenta una figura di spicco per le relazioni tra architettura e tecnologia, innovazione e sostenibilità. Con una vasta esperienza in occasioni internazionali, ha svolto un ruolo cruciale nelle ultime due Expo. Tra i suoi progetti recenti in questo ambito, vi è il masterplan per MIND (Milano Innovation District), che ridefinisce l'ex area di Expo 2015 trasformandola in un polo innovativo per la città. Infine, a Expo 2020 ha progettato il Padiglione Italia con lo studio Italo Rota Building Office, matteogatto&associati e F&M Ingegneria.

Il logo per Roma

A chiudere la serata, la presentazione del logo di Roma 2030, ispirato a un arco e con tecnologia Nft. La prima copia è andata a Gualtieri, la seconda sarà consegnata al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che in un messaggio all'evento ha espresso l'augurio che Roma possa ricevere un ampio sostegno per la sua designazione. Realizzato da M&C Saatchi, "racchiude l'idea di un futuro che punta ad unire le persone, abbracciandone le diversità e promuovendo lo sviluppo sostenibile dei territori in cui vivono" fa sapere il Campidoglio. Un arco, presentato in blu ma declinato in diversi colori, che al suo interno ha una porta da cui fare ingresso nella città, simbolo di accoglienza e integrazione.

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"Si tratta di un logo dinamico, che rappresenta uno dei caratteri distintivi della candidatura di Roma a Expo 2030 e mantiene la sua identità pur variando costantemente forma e colore" spiega ancora il Campidoglio. "Sarà infatti proiettato con un'animazione sia all'esterno che all’interno del Padiglione Italia presente a Dubai e, nel corso della candidatura, sarà più di un semplice oggetto grafico; per la prima volta nella storia delle esposizioni universali, infatti, il logo di un'Expo diventa un NFT (non-fungible token) ed è salvato sulla blockchain. Un pezzo unico di arte digitale che ci accompagna verso un futuro sostenibile, digitale e connesso".

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