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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica Magliano Romano

Via libera alla discarica di Magliano Romano. Potrà accogliere i rifiuti di Roma  

Arrivata in Conferenza dei servizi l'autorizzazione finale. I cittadini promettono battaglia e annunciano ricorsi al Tar

Il parere degli uffici regionali deputati al rilascio della Via (Valutazione di impatto ambientale) è favorevole. La discarica di Magliano Romano potrà accogliere anche i rifiuti in uscita dagli impianti di trattamento meccanico biologico. Non più solo inerti. Manca ancora l'autorizzazione integrata ambientale (Aia) a conclusione dell'iter, ma è attesa senza grossi ostacoli. Un invaso che servirà per lo più a Roma ma in generale a tutta la provincia, che a oggi può contare per lo smaltimento solo sulle cave di Albano e Viterbo.   

Si tratta di un invaso di 890mila metri cubi di proprietà della società Idea 4, partecipata anche da Acea, oggetto di una Conferenza dei Servizi in piedi dal 2014, rimasta dormiente per anni e riaperta nelle scorse settimane. I cittadini sono da sempre sulle barricate. Anni di ricorsi sempre vinti al Tar, di proteste, di assemblee pubbliche per dire no all'ennesima possibile nuova Malagrotta che ora invece diventa realtà. 

Le ragioni del no alla discarica

"Il punto chiave che contestiamo - ha spiegato settimane fa a RomaToday il sindaco Mancini - è che il passaggio da discarica di inerti a discarica di rifiuti non pericolosi sta avvenendo senza considerare il secondo un impianto ex novo ma operando con una semplice riclassificazione e senza considerare i criteri di localizzazione che riguardano un impianto ex novo". Senza contare che la discarica di inerti non ha bisogno di alcune caratteristiche che sono invece richieste a una cava per l'indifferenziato. E qui si va dai criteri di impermeabilizzazione del fondo, meno rigidi per gli inerti, all'assenza di sistemi di captazione del biogas, a diversi sistemi di gestione e trattamento del percolato. Poi c'è la questione delle distanze. La discarica, è la denuncia, si troverebbe in un'area soggetta a fattori escludenti di tutela integrale. In altre parole troppo vicino, a circa 800 metri da siti sensibili, in particolare una scuola, secondo le distanze messe nero su bianco dal Piano rifiuti regionale del 2020. 

Pronti al ricorso al Tar

"Il sito di Magliano non rispetta distanze dai siti sensibili" tuona il presidente della commissione Rifiuti Marco Cacciatore, che però attacca anche l'amministrazione del piccolo Comune alle porte di Roma. "Il sindaco di Magliano ha sostenuto di aver rilevato criticità e pericoli per l'impatto ambientale, già in merito all’attività esistente oggi sul sito. Eppure, al momento il Comune non ha avanzato richiesta per l’area a rischio ambientale né fatto ordinanze. Da anni ormai nei bilanci regionali sono presenti fondi per l'insediamento di impiantistica a minor impatto, a beneficio dei Comuni. Anche su questo non si è mai riscontrata alcuna iniziativa". Mentre gli abitanti promettono di continuare la loro battaglia, in testa l'associazione ecologica Monti Sabatini, pronta a un nuovo ricorso al Tar. 

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