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Peste suina, stimati 10 milioni di danni per allevatori e agricoltori: "Vanno indennizzati"

La Confederazione italiana agricoltori suona il campanello d'allarme: vanno previsti aiuti alle aziende danneggiate

Indennizzare gli allevatori e gli agricoltori che subiranno delle perdite a causa della peste suina africana. E’ questa la richiesta che arriva dal presidente della CIA, dopo la pubblicazione dell’ordinanza del commissario straordinario Angelo Ferrari.

Il provvedimento delega alla cabina di regia, coordinata dalla prefettura, il compito di mettere in campo le procedure finalizzate “alla cattura ed all’abbattimento dei cinghiali”. E fissa il termine per doverlo fare: 30 giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza. Per l’associazione degli agricoltori, però, il tempismo è un aspetto decisivo nella gestione dell’emergenza. 

Provvedimenti rapidi ed indennizzi

“Restano decisive la chiarezza nei provvedimenti e la rapidità nei criteri da scegliere per evitare la rapida diffusione della Peste suina africana (PSA), che potrebbe dilagare dal Lazio e invadere la Maremma e il Centro Italia, contagiando la popolazione suina nazionale” ha fatto notare Cristiano Fini, il neopresidente della CIA Italia. Oltre alla velocità con cui implementare le misure per il contenimento, per evitare di “replicare le modalità attuate in Piemonte dove, a 3 mesi dall'ordinanza ministeriale, sono stati abbattuti solo 500 cinghiali”, c’è un altro aspetto da prendere in considerazione: gli indennizzi.

Per il numero uno della confederazione italiana degli agricoltori, resta “fondamentale il reperimento di nuove risorse per indennizzare al 100% allevatori e agricoltori romani che si trovano nella zona sottoposta a restrizioni”. Bisogna prevedere le risorse necessarie e, contestualmente, snellire le pratiche per ottenerli. In un settore che già fatica a riprendersi dalla crisi, bisogna infatti sommare le perdite che la peste suina sta per causare. 

La stima dei danni

“Nell'areale – ha spiegato Cristiano Fini, riferendosi alle zone del Lazio sottoposte a restrizioni - si stimano 10mln di anni per circa 200 aziende agricole: dai costi della macellazione d'emergenza dei suini al divieto di movimentazione e commercializzazione delle carni e dei foraggi”. Perché se è vero che l’ordinanza previo accertamento sanitario prevede la possibilità di consumare i cinghiali cacciati, aspetto già contestato dagli animalisti, è altrettanto vero che questa possibilità è concessa solo all’interno della zona limitrofe a quella infetta. Non possono quindi essere ceduti al di fuori di quel perimetro. Un provvedimento che quindi non serve a compensare le perdite causate dalle citate macellazioni d’emergenza. 

Inoltre, ha rilevato il presidente della CIA, “gli allevatori avranno bisogno di risorse anche per far fronte agli interventi strutturali per la costruzione delle onerose recinzioni in materia di biosicurezza”. Insomma, non bastano le misure per il contenimento della diffusione del virus che, per ora, ha colpito alcuni cinghiali nel quadrante nord della capitale. Servono anche misure per sostenere le aziende agricole e gli allevatori presenti in quel quadrante.
 

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