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Politica

Peste suina, animalisti contro l'ordinanza: "Riapre la caccia e trasforma i cinghiali in salsicce"

L'Oipa contesta la possibilità di destinare gli animali cacciati all'autoconsumo

L’ordinanza firmata il 18 maggio dal commissario straordinario per la peste suina, non apre la strada solo al ricorso agli “abbattimenti selettivi” che, fino a quel momento, erano stati soltanto ipotizzati. Il provvedimento prevede anche, in determinate condizioni, di potersi mangiare “i capi cacciati”. Una decisione su cui, gli animalisti, stanno rinserrando i ranghi.

Le salsicce di cinghiale

Dopo la protesta messa in campo davanti la riserva dell’Insugherata, è stato scritto un altro capitolo nella protesta contro la recente ordinanza. Ad aprire un nuovo fronte nella contestazione, ha provveduto l’organizzazione italiana della protezione animali di Roma. “Non solo si apre la caccia al cinghiale fuori stagione alle porte di Roma, ma si consente anche di farne carne da macello per trasformarla in salsicce e bistecche” ha obiettato Rita Corboli delegata cittadina dell’OIPA.

Cosa prevede la nuova ordinanza

In quali casi si possono mangiare

La possibilità è in effetti contemplata nella sezione del provvedimento in cui si a riferimento alle “misure di controllo dell’area confinante con la zona infetta”. Nel punto in cui si ricorda che “la regione regolamenta l’attività venatorio e di controllo verso la specie cinghiale”, viene chiarito che “i capi cacciati” possono essere destinati all'autoconsumo”. Una possibilità riservata “esclusivamente all’interno della stessa zona di attenzione e solo se risultati negativi ai test sulla ricerca del virus PSA”.

Il no alla strage

La decisione del commissario straordinario, non è piaciuta alla sigle animaliste, a partire dall’OIPA. “Per sei esemplari trovati positivi al virus della peste suina, non pericolosa per l’uomo, si farà strage. prima ripopolano a uso e consumo dei cacciatori - ha obiettato Cordoli, facendo riferimento all'introduzione, per scopi venatori,  della razza più grande e prolifica dell'est europa -  poi decidono il 'depopolamento' sulla pelle di esseri senzienti senza considerare misure alternative”. Una strategia che non può trovare il beneplacido di realtà come l'Organizzazione internazionale protezione animali.

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