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Il Comune svaluta l'area del centro carni: addio al nuovo quartiere sulla Togliatti

La Giunta Capitolina ha iscritto in bilancio l'area per poco meno di 24 milioni di euro, segnano un meno 115,8 milioni nel bilancio Ama del 2017

Il valore immobiliare del Centro Carni di viale Togliatti si attesta a 23,65 milioni di euro. Per questo il bilancio del 2017 dell’azienda pubblica che gestisce la raccolta dei rifiuti, proprietaria dell’area dal 2010, perde 115,8 milioni di euro. È quanto messo nero su bianco dalla Giunta Raggi nella delibera con la quale sono stati chiusi i bilanci 2017, 2018 e 2019 della municipalizzata e approvato il piano di risanamento e ricapitalizzazione. Allo schema di assetto preliminare approvato nel 2009 non è mai seguita la variante urbanistica necessaria a trasformare in un nuovo quartiere residenziale l’area ancora oggi occupata dal Centro Carni. Il valore di 139 milioni di euro, inizialmente iscritto nei bilanci Ama, ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori nel corso di una conferenza stampa, era virtuale. “Qualcuno ha acconsentito che si scrivesse a bilancio questa cifra perché si pensava di trasformare il compendio, ma per farlo c’è bisogno della variante urbanistica in quanto nel 2008 il Piano regolatore definiva quest’area servizi pubblici di livello urbano”, ha detto Montuori. “Nel 2009 la giunta ha approvato lo schema di assetto preliminare che, però, non è altro che un atto di indirizzo. La definirei una scommessa al buio”, il commento dell’assessore. 

È questo l’ultimo capitolo di una storia che si trascina ormai da oltre dieci anni. Una vicenda maturata all’interno di un lungo braccio di ferro tra Ama e  il socio pubblico sulla definizione dei bilanci passati, più volte bloccata tra le polemiche e culminata con le dimissioni dell’ex assessora Pinuccia Montanari e dell’amministratore delegato Lorenzo Bagnacani. Il destino del Centro carni era finito anche nell’indagine della Procura di Roma in merito a un presunto falso in bilancio dell’azienda. 

Ama: dopo tre anni arriva la scossa della Giunta Raggi

Il progetto preliminare per la valorizzazione dei 23 ettari della struttura, finalizzato a consolidare il bilancio comunale, è scattato nel 2008, quando in Campidoglio c’era ancora la Giunta Veltroni. Nel 2010, con l’amministrazione Alemanno, in forza di uno schema di assetto preliminare che ne prevedeva la trasformazione in palazzine da circa 2mila appartamenti, l’area venne ceduta ad Ama, inserita in un fondo immobiliare gestito da Bnp Real Estate Sgr, e posta a garanzia di un mutuo bancario da 120milioni di euro in scadenza al 31 dicembre 2021. Al piano, però, non è mai seguita una variante urbanistica vera e propria, tanto che il perito del fondo immobiliare, nel 2019, ha svalutato il bene a 24 milioni di euro.

“L’area era stata valutata nel bilancio 139 milioni di euro, pari al valore di un quartiere residenziale di case valutate tra i 3 e i 4mila euro al metro quadrato”, ha spiegato Montuori. “Un quartiere di case di lusso oltre viale Togliatti, dove in base ai valori di mercato i prezzi si attestano tra i 2mila e i 2700 euro al metro quadrato”. Spiega ancora Montuori: “Nessuno ha pensato di avviare la variante prima di conferire il compendio ad Ama ed effettuare quella valutazione. L’Aula Giulio Cesare non ha assunto alcuna risoluzione attorno a quell’atto”. Neanche Ama, una volta diventata proprietaria, “in qualità di soggetto preposto, ha mai presentato formalmente alcun documento per avviare la proposta di variante”.

La questione del Centro carni da tempo all'attenzione dell’amministrazione guidata da Virginia Raggi. Nel giugno dell'anno scorso, nel corso di una commissione Trasparenza, era emersa la possibilità di procedere con un progetto di valorizzazione alternativo, non residenziale ma commerciale. Per affrontare la partita del Centro carni era stata aperta anche una cabina di regia "per la valorizzazione e la riqualificazione del complesso edilizio e la razionalizzazione dei servizi erogati al suo interno" affidata agli assessori al Bilancio e al Commercio. Sul futuro dell'area, però, non è emerso alcuno scenario alternativo. 

Attacca l'ex assessore all'Urbanistica, Roberto Morassut: "Se vi sono state valutazioni non congrue o gonfiate, come dice la Raggi" spiega Morassut, "vanno quindi ricercate nelle deliberazioni successive al 2008 e attribuibili alla destra. Virginia Raggi dovrebbe conoscere la cronologia e smettere di parlare del passato in modo indistinto. Dopo cinque anni di fallimenti sarebbe il momento di dare delle spiegazioni congrue ed assumersi qualche responsabilità piuttosto che continuare a declinare in modo indistinto e puerile il passato".

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