Ama, dopo tre anni di attesa arriva la scossa della giunta Raggi: approvati i bilanci e il piano industriale
Via libera anche al piano di risanamento, per la copertura di un buco di 250 milioni di euro. Raggi: "Ecco la nostra operazione verità"
Dopo tre anni di attesa, sei vertici Ama cambiati, tre diversi assessori all'Ambiente che si sono dati il cambio con nel mezzo un anno e sei mesi di vuoto, polemiche politiche, commissioni capitoline infuocate, tensioni alle stelle con i sindacati, la giunta Raggi a pochi mesi dalla fine del mandato, approva i bilanci 2017, 2018 e 2019 di Ama. Contestualmente dà il via libera a un piano di risanamento per la municipalizzata sull'orlo del fallimento (che però deve ancora passare dall'Assemblea capitolina), e a un nuovo piano industriale pluriennale, anche questo atteso da anni, contenente le azioni previste per il rilancio della società e il miglioramento dei servizi al cittadino. E qui si va dalla promessa di nuovi impianti all'ampliamento del parco mezzi all'assunzione di nuovo personale. Il tutto, è bene specificarlo, deve passare per l'Assemblea capitolina. Un voto non poi così scontato dati i numeri risicati della maggioranza M5s in aula. Ma andiamo con ordine.
I dettagli dei tre bilanci approvati
"Finalmente abbiamo fatto pulizia nei bilanci e abbiamo risolto una serie di irregolarità che si sono accavallate nel corso degli ultimi 15 anni – e che abbiamo sottoposto anche alla valutazione della magistratura – scoprendo un buco di oltre 250 milioni di euro" dichiara un'entusiasta Virginia Raggi. Ecco i numeri. Il bilancio 2017 chiude con una perdita di 227 milioni di euro: su questo risultato incidono la svalutazione del valore immobiliare del Centro Carni, che si attesta a 23,65 milioni di euro con conseguente effetto negativo sul conto economico per 115,8 milioni di euro; le attività di riconciliazione crediti-debiti con il socio che hanno determinato la costituzione di un fondo di svalutazione crediti di 115 milioni di euro; la restituzione al Comune di 156,6 milioni di euro di incassi Tari riscossi per conto di Roma Capitale. Segno meno certificato anche per il bilancio 2018 che registra una perdita di 12 milioni di euro, con un risultato segnato, spiega il Campidoglio, "in maniera determinante dall'incendio dell'impianto Tmb di via Salaria". E infine il bilancio 2019 che presenta un utile di 1,8 milioni di euro.
Il piano di risanamento
In parallelo, a copertura dei passivi registrati, ecco però un piano di risanamento. Il Comune reimmette capitale nelle casse della società per un totale di 256,4 milioni di euro. Di questi 106,4 milioni di euro si concretizzano nella rinuncia a crediti di Roma Capitale e 150 milioni di euro attraverso disponibilità liquide (di cui 100 da tradurre in aumento di capitale sociale). "Con bilanci veritieri, e un serio piano di risanamento, oggi inizia la nuova vita di Ama per avere un futuro di conti in ordine e investimenti produttivi" spiega l'assessore al Bilancio Gianni Lemmetti. "In questi anni abbiamo detto ‘no’ a consuntivi fasulli, perché pretendevamo per Ama bilanci veri e corretti. Per questo, nonostante le difficoltà, abbiamo preferito mettere le mani in un pantano di indistinti rapporti infragruppo, partite finanziarie sospese da decenni, risanamenti aziendali falliti. L'approvazione dei consuntivi 2017-2019 è un successo prima di tutto della città".
Il piano industriale
In tutto questo, la giunta ha approvato anche il piano industriale dell'azienda. Tra i punti principali la previsione di 300 nuovi posti di lavoro con l'ingresso di 225 operatori ecologici, 40 meccanici, 20 operatori cimiteriali e 15 operatori impianto. Poi c'è il capitolo impianti. Entro il 2024 è prevista la realizzazione di due nuovi impianti di compostaggio a Casal Selce e Cesano (gli stessi che annunciò nel 2017 l'ex assessore all'Ambiente Pinuccia Montanari) per il trattamento della frazione organica, nuovi centri di raccolta (isole ecologiche i cui progetti sono contenuti in una delibera che deve passare anche questa dal Consiglio comunale) all'interno dei quali potranno essere realizzati anche i centri del riuso, e infine nuovi impianti di selezione del multimateriale e un nuovo impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB). Un impianto per il multimateriale, è la promessa, verrà realizzato al posto del Tmb di Rocca Cencia (al momento gestito da un commissario) da chiudere e riconvertire, sempre entro il 2024.
Verso il 61% di differenziata
Il piano punta inoltre a raggiungere il 61% di raccolta differenziata entro il 2025, riportando gli obiettivi di Roma Capitale agli indirizzi delle recenti direttive europee. Ma ben al di sotto del 70% entro il 2021 promesso a inizio mandato dalla sindaca Raggi. In quest'ottica, l'Amministrazione ha previsto modelli differenziati di raccolta, sia stradale che porta a porta, a seconda delle caratteristiche urbanistiche, economiche e sociali di ogni municipio, con una pianificazione realmente calata sul territorio. Un passo indietro rispetto al modello del porta a porta spinto su tutto il territorio, contenuto nel piano rifiuti che venne approvato nel 2017, sempre quando era assessora Pinuccia Montanari e di fatto fallito. Sono poi previsti investimenti anche per l'acquisto di 37mila nuovi cassonetti, 88 nuove spazzatrici, 298 nuovi mezzi per la raccolta stradale e 459 mezzi leggeri per il servizio porta a porta. Saranno così sostituiti mezzi che hanno un'età media di 10/15 anni.
"Il piano pluriennale industriale non si limita a dettare dei numeri, ma fissa traguardi concreti cuciti sulla città di Roma, nel rispetto delle più recenti normative europee, degli indirizzi adottati dall’Amministrazione e degli equilibri economico finanziari contenuti nel piano di risanamento" commenta l'assessora ai Rifiuti Katia Ziantoni, entrata in squadra solo lo scorso settembre dopo un anno e mezzo senza assessora dopo le dimissioni di Montanari. "Ci saranno anche importanti novità in tema di compostaggio - prosegue l'assessora - con la possibilità da parte del cittadino di acquistare direttamente la compostiera e ottenere la scontistica TARI, gli incentivi agli operatori sulla base del numero di ore lavorate e sugli obiettivi raggiunti in tema di raccolta differenziata, il tema della prevenzione con particolare riguardo al recupero delle derrate alimentari dalle utenze non domestiche" conclude. "Tagliamo, infine gli sprechi legati agli affitti passivi, all'esternalizzazione dei servizi come accaduto per le Und (Utenze non domestiche, ndr) salvaguardo la gestione pubblica dell'azienda attraverso il rispetto degli obiettivi strategici fissati da Roma Capitale a garanzia di un servizio migliore per i cittadini e di migliori condizioni per tutti i lavoratori".