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Atac, dimezzati i ricavi da biglietti nel 2020 ma l'azienda assicura: "Nessun rischio per il concordato"

L'assessore Pietro Calabrese e l'amministratore unico Giovanni Mottura smentiscono qualunque ipotesi di rischio per il concordato Atac

I romani non hanno potuto prendere i mezzi pubblici e i ricavi da bigliettazione, per effetto della pandemia di coronavirus, nell'anno appena concluso, si sono dimezzati. Un dato certo non positivo che però non sembra spaventare né il Comune né i vertici di Atac: "Il concordato preventivo non è a rischio". A dirlo sia l'amministratore unico dell'azienda del trasporto pubblico Giovanni Mottura che l'assessore alla Mobilità Pietro Calabrese, in commissione capitolina.

Da una parte si ammettono difficoltà oggettive e innegabili. "C'è il tema dei sussidi governativi, che hanno già in parte ristorato ma sulla parte restante non c'è certezza nonostante i vari ministeri di competenza (Mit e Mef) siano al lavoro a riguardo e non solo per Roma capitale" ha spiegato Calabrese. "Stiamo parlando di un contratto che rispetto ad altre aziende di Trasporti in house degli altri enti locali è differente, perchè il rischio di impresa di Atac è rappresentato dal 35% di corrispettivo garantito dalla bigliettazione, che in questi mesi di pandemia non è stata in linea rispetto a quanto previsto dal piano". Già, meno 55% di ricavi secondo il dato fornito in commissione dal presidente Enrico Stefàno. 

Ma "tutte le evidenze sono state rappresentate agli organi dei ministeri di competenza, siamo in attesa delle definizioni e ci auguriamo che queste risposte pervengano quanto prima" rassicura Calabrese. E nonostante ciò "il concordato non è a rischio, anche perché c'è una volontà politica molto netta di mantenere sia l'azienda che il servizio pubblici. Ci sono tutte le rassicurazioni possibili su questo, a cominciare da quelle della sindaca". 

La lettera dei commissari

A lanciare l'allarme invece era stata una lettera dei tre commissari del Tribunale che seguono l'iter di concordato per il salvataggio dell'azienda. Una lettera indirizzata a Raggi il 30 dicembre scorso dove si elencavano una serie di inadempienze da parte del Comune e annesse preoccupazioni per il proseguimento della procedura. 

"Non si può parlare di crisi del concordato, nemmeno nell'intenzione dei commissari" commenta l'amministratore unico di Atac, Vincenzo Mottura, allontanando l'ipotesi che il concordato in qualche modo possa saltare. "Il lavoro con i commissari è continuo, Atac li incontra tutte le settimane più volte alla settimana - ha spiegato Mottura - il 31 dicembre ha rappresentato un giro di boa del concordato, che risale a un anno e mezzo fa e ora c'è un anno e mezzo davanti. Evidentemente si è voluta fare una puntualizzazione di circostanze sui tempi e i modi e sono tutte legate all'effetto generale della pandemia e soprattutto a quello economico. Dovremo parlare innanzitutto dei ristori 2021, attesi a livello governativo, per pianificare bene il 2022 e avere dati di cash flow 2021 da mettere a sistema con quelli previsti dal concordato". 

Secondo Mottura "leggendo la lettera in maniera obiettiva, si tratta di un confronto, magari un alert per dire 'risolviamo subito questo problema e focalizziamolo perchè un anno e mezzo passa velocemente' ma non c'era alcuna notazione contraria a quello che vogliamo fare, perchè vogliamo affrontarlo con rapidità. Non passerà molto tempo per dare risposte già programmatiche o risolutive a quella lettera". 
 

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