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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il processo per il delitto di Colleferro

Omicidio Willy, si torna in aula ed è scontro tra consulenti: "Morte rapida per la violenza dei colpi"

Per la difesa il giovane cuoco di Paliano sarebbe morto a causa dei colpi sferrati alla schiena, mentre l'accusa ha sempre sostenuto che quello letale è stato un calcio frontale

Willy Monteiro Duarte è morto in pochi minuti, ucciso da un’emorragia cardiaca che ha causato infiltrazioni di sangue anche nei polmoni. La cruda e terribile descrizione è uscita dalle labbra di Diego Cirillo, medico legale e consulente di parte della difesa dei fratelli Bianchi, a processo a Frosinone per l’omicidio del giovane cuoco 19enne ucciso a Colleferro la notte tra il 5 e il 6 settembre 2020.

Il processo per la morte di Willy è ripartito dopo due mesi di stop a causa del covid, e oltre ai fratelli Mario e Gabriele Bianchi alla sbarra ci sono anche Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Il ritorno nell'aula della corte d'assise di Frosinone è coinciso con la deposizione dei medici legali citati dalla difesa, dei periti e di un conoscente dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Proprio i medici legali, Diego Cirillo e Luigi Cipolloni, hanno riferito sulle cause che, a loro parere, avrebbero provocato la morte di Willy: i colpi violenti inferti alla schiena, e non allo stomaco e al torace, come invece emerso dall'autopsia svolta dal professor Saverio Potenza, consulente della procura.

“Quella di Willy è stata una morte rapida - ha detto Cirillo - Ce lo dicono l'emorragia cardiaca e le infiltrazioni di sangue nei polmoni. E ce lo dicono le ultime parole pronunciate da Willy e poi riferite da una testimone: 'Non riesco a respirare'". Una dichiarazione che potrebbe cambiare le carte in tavola per i fratelli Bianchi, visto che i testimoni riferiscono di averli visti colpire Willy da davanti, e non da dietro.

Perché queste precisazioni sono importanti nella strategia della difesa dei due esperti di arti marziali miste, affidata all’avvocato Massimiliano Pica? Perché l’autopsia condotta dal medico legale incaricato dalla procura attesta che Willy è sì morto per emorragia interna causata dai colpi violentissimi ricevuti, ma anche che quelli letali sarebbero stati quelli frontali, in particolare in quel calcio al torace inferto con una mossa “da esperto” da Gabriele Bianchi. E non quelli ricevuti alla schiena, quando era già a terra e tirati quando i due fratelli Bianchi, esperti di arti marziali miste, si stavano già allontanando dal corpo accartocciato sull’asfalto.

In passato l'aula di tribunale è già stata teatro di scontri, con gli imputati che si sono lanciati addosso responsabilità e accuse: Gabriele BIanchi, accusato di avere tirato quel calcio frontale, nella sua deposizione aveva puntato il dito contro Belleggia, sostenendo che "gli ha dato un calcio al collo mentre Willy era a terra, senza pietà. Da infame. Gabriele e Marco Bianchi una cosa del genere non l'avrebbero mai fatta. Lo so per certo che non aveva intenzione di uccidere Willy, ma lui deve dire la verità. Io per dormire devo prendere tranquillanti e ringrazio gli psicologici del carcere"

La difesa punta invece a sostenere che i colpi fatali siano stati quelli alla schiena. E la linea difensiva aggrava anche la posizione di Pincarelli, se combinata con la testimonianza di un conoscente dei Bianchi che ha assistito al pestaggio brutale della notte tra il 5 e 6 settembre 2020 e che ha riferito di avere visto i Bianchi colpire frontalmente Willy e poi una persona “vestita di bianco” infierire su di lui mentre i fratelli si allontanavano. Di una camicia bianca era vestito proprio Pincarelli.

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