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Cronaca Roviano

Tutta Roviano per impedire la riesumazione di Alberto Bonanni: revocata l'ordinanza

In centinaia hanno presidiato il cimitero dalle prime luci dell'alba. Poi la notizia: il giudice ha revocato l'ordinanza. La mamma Patrizia: "Ce l'abbiamo fatta"

Bambini, anziani, studenti, amici, familiari. C'era tutta Roviano questa mattina intorno alla tomba di Alberto Bonanni, il 30enne picchiato a Monti nel giugno 2011 e morto lo scorso dicembre dopo tre anni passati in coma. 

In centinaia si sono radunati dalle prime luci dell'alba al cimitero del paese, dove il giovane è nato e cresciuto, per opporsi alla riesumazione del corpo, dopo una lettera appello al presidente della Repubblica, e giorno e giorni di campagne sui social per chiedere che Alberto possa riposare in pace. Sembrava una battaglia persa, perchè l'iter era già deciso. Ma alla fine è arrivata la sorpresa che in pochissimi si aspettavano: il giudice ha revocato l'ordinanza. Il che significa la sospensione (temporanea) della procedura.  

"Ce l'abbiamo fatta, almeno per adesso, c'era tutto il paese, insieme siamo riusciti a fermare la vergogna". Poche parole di sollievo quelle di Patrizia Innocenzi, la mamma di Alberto, che per prima con la famiglia ha gridato allo scandalo quando ha saputo che il corpo del figlio stava per essere portato ancora una volta sotto i ferri del medico legale. Una decisione arrivata con la riapertura del fascicolo processuale e la richiesta di incidente probatorio da parte dell'avvocato Giulia Bongiorno, legale di uno degli imputati. 

Il magistrato ha ripreso in mano le carte dopo il decesso del giovane, quando il capo d'accusa per gli aggressori, condannati chi a 9 anni, con rito abbreviato, chi in appello a 13 e mezzo, è diventato omicidio. Da qui la richiesta della difesa di svolgere ulteriori accertamenti sul corpo del 30enne, specie a seguito del tumore al cervello scoperto dai medici mentre si trovava in stato vegetativo. Ipotesi che i genitori non vogliono neanche ascoltare.

"Mio figlio è morto perché l'hanno picchiato a sangue, ha avuto una crisi respiratoria e il suo cuore si è fermato. Perché vogliono fargli questo? Perché non può essere lasciato in pace?". Così Evaristo Bonanni, il papà, dichiarava in un'intervista rilasciata alla nostra redazione quando ancora si pensava che la riesumazione fosse inevitabile. Il cancro? 

"Era piccolissimo, e oncologi e specialisti che hanno fatto la diagnosi hanno messo agli atti che si trattava di una forma non grave, che se curata poteva sparire, e che se invece nessuno se ne fosse accorto, senza fare niente, Alberto poteva vivere ancora 20 anni". "Mio figlio è morto perché lo hanno massacrato". 

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