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Gioco d’azzardo, i romani bruciano quasi 1800 euro a testa

Nonostante redditi sempre più bassi e un alto livello di precarietà, nel 2022 si sono spesi quasi 5 miliardi nella Capitale. Il dato viene riportato anche da Caritas nel suo sesto rapporto sulla povertà a Roma

I romani si indebitano, guadagnano poco e pagano a rate beni non necessari. Ma nonostante ciò, giocano d'azzardo. Tanto. Il dato viene inserito nel sesto rapporto sulla povertà a Roma pubblicato da Caritas e presentato il 13 novembre in Vicariato dal direttore Giustino Trincia. 

Nel Lazio giocati oltre 10 miliardi di euro nel gioco

Già a fine 2022 la CEI, conferenza episcopale italiana, aveva presentato alcuni dati preoccupanti riferiti all'anno precedente. Quasi 11,6 miliardi di euro puntati nel Lazio, oltre 2mila euro per ogni cittadino residente nel territorio. Quanto emerge nel rapporto Caritas 2023 è riferito all'anno 2022 e dà conto di un volume di gioco che si riduce, ma resta imponente: 10,24 miliardi di euro complessivi. Ciò significa 1.793 euro a persona. A differenza del report di fine dicembre 2022, lo studio di Caritas Roma apre un focus anche sulla Città Metropolitana. "Sull’urgenza di dare segnali concreti di cambiamento - ha ricordato Trincia -, i Vescovi del Lazio lanciarono il 5 dicembre 2022 un appello ai Sindaci dei Comuni del Lazio e sono ancora in attesa di ricevere risposte sostanziali"

A Roma bruciati quasi 1.800 euro a persona

Infatti, come fa sapere Giustino Trincia, nel corso dell'anno passato i romani hanno perso (e non "speso", poiché non c'è alcun acquisto di beni) un totale di 4,96 miliardi di euro, di cui 3,5 miliardi online, con un importo pro capite di 1.763 euro bruciati nell'azzardo. E questo nonostante, sempre da rapporto Caritas - che elabora dati dell'ufficio statistica di Roma Capitale - nella nostra città ben il 42% di chi ha un reddito guadagni meno di 15mila euro l'anno. 

Una città di redditi bassi pieni di debiti

A Roma, oltre il 70% della popolazione abile al lavoro ha un'occupazione, un dato superiore (+5%) a quello nazionale. Ma in quella che sembra una buona notizia, si nasconde il dramma sociale che crea diseguaglianza: quasi il 20% sono contratti a termine e di collaborazione e il 13,5% (in questo caso +3,1% rispetto al dato nazionale) sono contratti "poveri", troppo bassi per garantire uno standard di vita adeguato. Eppure i romani si indebitano, con un +9% di cessioni del quinto dello stipendio e una impennata di accesso al credito al consumo. E le occasioni per bruciare liquidità non mancano: nel Lazio ci sono 378 sale per il gioco e 5.700 esercizi commerciali che al loro interno hanno le slot machine. 

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