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Roma Tpl, in 1800 ancora senza stipendi. Comune: "Comportamento intollerabile dell'azienda"

Il sindacato Sulct intanto informa di aver presentato "denuncia alla Direzione Territoriale del Lavoro di Roma". Usb: "E' il fallimento del privato che si occupa di servizi pubblici"

I 1800 lavoratori di Roma Tpl continuano ad essere senza stipendio. Le spettanze nel frattempo sono diventate due, marzo e aprile, e la situazione si fa di giorno in giorno più drammatica. Dal consorzio infatti nessuna novità, nonostante il Comune abbia provveduto alla determina per il pagamento delle fatture. Un silenzio che è colpa, a quanto pare, di ulteriori controlli che stanno in questi giorni portando avanti dall'Agenzia delle Entrate. A pagare il prezzo sono i lavoratori e anche gli utenti. Anche oggi infatti alcune linee hanno subito dei disagi. Si legge sul sito MuoversiaRoma: "La sala operativa della Roma Tpl, con un aggiornamento inviato alle 9,30, ha fatto sapere che su 14 delle linee che gestisce si sta registrando una riduzione di corse. In dettaglio, le linee su cui si sta verificando una riduzione di corse sono 441, 445, 505, 546,  557, 657, 663, 767, 778, 889, 907, 982, 993 e 999".

LA VICENDA - I fatti sono sempre gli stessi, un eterno ritorno dell'uguale da diversi anni a questa parte. Periodicamente l'azienda Roma Tpl, privato che gestisce il 25% del trasporto pubblico romano, non ha soldi per pagare gli stipendi. Il Comune, bloccato nei pagamenti per l'assenza del Durc, di volta volta viene chiamato a mediare in questa situazione, cercando soluzioni tampone per poter poi procedere al pagamento dovuto all'azienda (la quota di soldi pubblici che va al privato per gestire il servizio). Anche con la nuova amministrazione pentastellata, nonostante gli impegni elettorali e le promesse fatte, la situazione si è ripetuta. E' accaduto lo scorso autunno ed ora, da marzo, il problema è tornato. Una Pasqua senza stipendi e la protesta montante, hanno portato il Comune a versare all'azienda i soldi necessari per poter mettere in regola i contributi. Ottenuto il Durc, il Campidoglio ha potuto sbloccare le determine per il pagamento delle fatture all'azienda. Problema risolto? Neanche a dirlo. 

SENZA STIPENDIO - Nonostante il Comune abbia fatto quanto dovuto infatti ci sarebbero ulteriori problemi che bloccano l'erogazione degli stipendi. Ieri l'assessora Linda Meleo si è scagliata contro l'azienda: "È inaccettabile l’atteggiamento di Roma Tpl, che non sta rispettando gli impegni presi, provocando così forti difficoltà per i lavoratori, ancora in attesa di ricevere i loro stipendi, e per i cittadini, a livello di ripercussioni sul servizio. Da parte nostra manteniamo alta l’attenzione sul tema: abbiamo provveduto alla determina per il pagamento delle fatture. Abbiamo inoltre inviato all’azienda una richiesta per avere l’elenco dei nominativi, le buste paga e gli Iban dei dipendenti, ma ancora non ci sono stati forniti i dettagli in merito, nonostante i nostri ripetuti solleciti".

Il pagamento degli stipendi da parte del Comune però dovrebbe avvenire solo a partire dagli stipendi di maggio. Roma Tpl tra l'altro non ha ancora girato gli elenchi richiesti. Scrive Meleo: "Si tratta di comportamenti non tollerabili, di fronte ai quali proseguiamo con senso di responsabilità nel nostro sforzo per trovare una soluzione alternativa per garantire gli stipendi e andare incontro alla difficile situazione in cui si trovano i lavoratori e le loro famiglie. Tutela del lavoro, rispetto delle regole ed efficienza del servizio sono i cardini su cui ci stiamo muovendo nella nostra azione, che deve tener conto anche di quanto abbiamo ereditato dalle passate amministrazioni. Vogliamo che venga riconosciuto il diritto alla retribuzione per chi lavora e continueremo a impegnarci per questo".

LA DENUNCIA - Dalle parole qualcuno è passato ai fatti. E' il sindacato SULCT Renzo Coppini che informa di "aver presentato formale denuncia alla Direzione Territoriale del Lavoro di Roma (DTL), per il mancato pagamento degli stipendi, relativi alle mensilità di marzo e aprile, ai lavoratori della società Roma Tpl Scarl".

“Il risultato della privatizzazione del trasporto pubblico romano”, spiega Coppini, “è sotto gli occhi di tutti: diritti negati, stipendi non pagati e orari di lavoro massacranti. Chi pagherà per tali ingiustizie? Quando si metterà la parola fine a questa vergogna, sarà un giorno migliore per la Capitale, i cittadini e i Lavoratori”

PRIVATO - La bocciatura del privato arriva anche dal sindacato Usb. Michele Frullo di Lavoro Privato Trasporti: "Questa vicenda racconta del fallimento del privato, di come sia assolutamente sbagliato e inaccettabile affidare un servizio pubblico ad un'azienda privata. A pagarne le conseguenze sono sempre lavoratori e utenti". Anche per questo Frullo chiede "una scelta politica forte, che metta da parte qualsiasi ipotesi di privatizzazione dei servizi". 
 

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