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Politica Esquilino / Via di S. Croce in Gerusalemme, 55

Sullo sgombero di Spin Time pesa il pressing della proprietà. Ma il Comune tenterà la strada dell'acquisto

Investire SGR vuole svuotare l'occupazione di Santa Croce in Gerusalemme, abitata da 400 persone. Le voci sulla realizzazione di un mega-hotel non sono confermate, ma l'intenzione di riappropriarsene è concreta

Lo sgombero di Spin Time, occupazione a scopo abitativo iniziata nel 2013 con il blitz di Action, non è mai stata un'opzione così concreta. Questo non significa che sia imminente, anzi. Ma l'edificio ex Inpdap in via di Santa Croce in Gerusalemme 55, non solo è nella lista di quelli da svuotare, stilata e periodicamente aggiornata dalla Prefettura di Roma. E' anche nel mirino della sua attuale proprietà, la Investire SGR. E va sempre considerato che da settembre 2022 al governo del Paese c'è chi ha sempre visto molto male le attività di Spin Time, invece non solo tollerate ma anche supportate e legittimate dal centrosinistra romano e laziale. 

Spin Time in lotta contro lo sgombero 

A partire dalle 12 di oggi 12 ottobre e fino a sabato 14 gli occupanti di via di Santa Croce in Gerusalemme hanno organizzato una tre giorni di festa e lotta. L'occasione è duplice: i dieci anni dall'inizio del presidio, che vede al suo interno 160 nuclei familiari di 27 nazionalità diverse, ma anche sportelli welfare, la redazione di Scomodo, laboratori e molto altro, e il pericolo concreto di doversene andare. L'apertura dell'evento è affidata a una conferenza stampa nell'auditorium, alla quale parteciperanno parecchi nomi della politica anche nazionale e sigle di associazioni, anche studentesche. Si va da Ilaria Cucchi a Massimiliano Smeriglio, da Paolo Ciani a Nicola Fratoianni, da Natale Di Cola della Cgil Roma e Lazio a Leone Piva di Sinistra Universitaria, da Paolo Venezia di Slow Food alla onlus Mediterranea, dalla Rete degli Studenti Medi all'associazione genitori della scuola multietnica Di Donato fino al coordinatore della Rete dei Numeri Pari Giuseppe De Marzo, ma anche diverse comunità parrocchiali. D'altronde il legame tra l'occupazione dell'Esquilino e la Chiesa romana affonda le sue radici a quattro anni fa, quando l'elemosiniere del Papa, Konrad Krajewski, riattaccò la luce all'intero palazzo dopo il distacco deciso dall'ente erogatore per un debito di 300mila euro.

"E' casa nostra, non diventerà un albergo"

"La proprietà del palazzo non sarebbe disponibile a vendere l’immobile - fanno sapere da Spin Time - . L’obiettivo della proprietà, Investire Sgr, sarebbe quello di costruire un mega hotel entro il Giubileo.  Da oggi, quindi, tutta la comunità di Spin Time è in pericolo. Non permetteremo che 10 anni di lotte, esperienze e connessioni tra realtà diverse siano cancellate per far prevalere la sola logica del profitto.
Noi da qui non ce ne andiamo. Spin Time è casa nostra. Di chi ci abita, di chi lo anima, di chi lo vive. E questa casa non diventerà un albergo".

La maggioranza in Campidoglio prepara una strategia

La possibilità che diventi un albergo in vista del Giubileo 2025, però, non viene confermata. Resta, a quanto apprende RomaToday, solo una voce. Nelle interlocuzioni tra la Prefettura, la proprietà e l'amministrazione capitolina l'intenzione di trasformare l'ex sede Inpdap (passata anche per le mani di Banca Finnat) in un albergo non sarebbe mai stata menzionata esplicitamente. In una riunione di maggioranza che si è tenuta in Campidoglio mercoledì 11 il tema Spin Time è stato l'unico punto all'ordine del giorno e ha trovato concordi tutti i presenti (non c'erano Giorgio Trabucco della Civica Gualtieri e Giovanni Caudo di Roma Futura): il palazzo deve comprarlo Roma Capitale. 

L'obiettivo è trattare l'acquisto come da Piano Casa

Nel Piano Casa varato a maggio scorso l'intenzione è messa nero su bianco. Spin Time, come l'ex salumificio Fiorucci a via Prenestina 913, è nel mirino dell'amministrazione, che punterebbe a recuperare gli edifici sulla falsa riga di quanto sarà possibile fare con via del Porto Fluviale, anche se in quel caso i fondi sono ministeriali con il supporto del Pnrr. Grosse resistenze interne al centrosinistra, almeno ad oggi, non risultano. Il problema è che trapela una certa rigidità da parte della proprietà. 

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