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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'intervista

INTERVISTA | Lepidini: "L'inceneritore è ambientalmente immorale, mi sono dimesso per contrastarlo"

A RomaToday parla l'ex assessore all'ambiente e ai rifiuti del IX: "Ora costituirò un comitato e organizzerò iniziative per spiegare la 'catastrofe' che sta arrivando nel nostro territorio"

Il 16 novembre Alessandro Lepidini si è dimesso da assessore all'ambiente e al ciclo dei rifiuti del IX municipio. Era nell'aria da diverso tempo, in particolare da quando il cda Ama ha annunciato l'approvazione dell'acquisizione dei terreni a Santa Palomba per la realizzazione dell'impianto di combustione dei rifiuti. Una prospettiva inaccettabile per l'ormai ex esponente della giunta Di Salvo, dichiaratamente contrario all'impianto e con un recente passato sulle barricate contro l'ipotesi di una discarica a Falcognana. Così ha deciso di rimettere le deleghe e adesso lavorerà per impedire "una 'catastrofe' per il nostro territorio".

Lepidini, ci racconti i giorni subito successivi alle sue dimissioni.

"Ho provato grande rammarico e dispiacere per aver dovuto interrompere un percorso iniziato un anno fa. Dopo quasi dieci anni non sono più amministratore in questo territorio. Su questa sensazione, però, prevale la volontà di sentirmi bene con la coscienza". 

Si è trovato a fare una scelta tra il ruolo e le sue idee, fondamentalmente?

"Sì, perché le mie convinzioni erano e sono in contrasto con le decisioni del commissario straordinario Gualtieri e anche se non sono mai stato limitato nelle opinioni, come ribadito anche dalla presidente Di Salvo, le mie idee dovevano trovare una ricaduta effettiva e questo non sarebbe stato possibile mantenendo il ruolo. Non può esserci un assessore 'marziano' rispetto alla maggioranza municipale". 

Maggioranza che, al di là di quanto espresso nei voti in aula, non è compattissima sull'impianto.

"Non mi esprimo rispetto a quanto accade in consiglio. Ma era un po' che mi sentivo fuori posto e mi ci sarei sentito ancor di più, perché l'impianto vede il favore della maggioranza, al di là delle speculazioni sui numeri e sulla compattezza". 

Perché non ha partecipato al consiglio tematico del 17 novembre?

"Immaginavo come sarebbe andata, sapevo cosa avrebbero detto un po' tutti quanti, quindi non credo che sarebbe cambiato molto. E poi non è più quella la sede giusta per portare avanti azioni di contrasto, sono stato consigliere e so che l'intervento che puoi mettere in atto è ridotto al minimo. Non sarebbe cambiato nulla se avessi partecipato, se non ricevere l'apprezzamento da parte della giunta come so che è successo e per cui ringrazio". 

Dal 20 aprile, giorno dell'annuncio di Gualtieri sul termovalorizzatore, fino alle dimissioni del 16 novembre, come è riuscito a lavorare serenamente pur sapendo che il luogo deputato sarebbe stato quasi sicuramente Santa Palomba? 

"Nel consiglio tematico di metà giugno, il primo sul termovalorizzatore, avevo già chiarito la mia opinione e non ero favorevole già quando gli elementi sulla localizzazione non c'erano. Ho cercato di lavorare sul quotidiano, non ho potuto fare molto sul tema inceneritore perché sfugge alla tradizionale dinamica, è una questione affrontata dal Sindaco in veste di commissario". 

Ma dialogo c'è stato con il Campidoglio?

"Sì, ma non ha portato i risultati sperati, almeno per quanto mi riguarda". 

Entriamo nel merito dell'impianto: perché per lei non va fatto?

"E' ambientalmente immorale. Non è in linea con gli obiettivi europei, è fuori dai finanziamenti del Pnrr perché incoerente con i parametri dell'economia circolare, poi ci sono problematiche legate alle quote di emissione di Co2. L'impianto porta Roma lontano dall'essere una capitale europea che guarda al futuro: nel 2022 ancora parliamo di tecnologie appartenenti ai decenni passati, non solo in fase di dismissione tecnica ovunque ma anche fuori dai parametri dell'UE. Inoltre questo avrà una ricaduta negativa sugli obiettivi minimi di riciclo. Per me ci sono elementi di grande criticità e preoccupazione, anche perché sarà necessaria una discarica di servizio per le ceneri e sarà sempre in prossimità dell'impianto: il territorio ripiomberà in una situazione che pensavamo di aver scongiurato dopo anni di barricate per Falcognana. L'impianto non è così sicuro come si pensa e l'impatto sulla salute può essere problematico". 

Cosa farà, adesso che ha le mani libere dagli obblighi istituzionali?

"Probabilmente verrà costituito un comitato e organizzeremo iniziative che portino progressivamente a segnalare agli organismi competenti tutte le problematiche che genera l'eventualità di un termovalorizzatore. Il Sindaco è un commissario governativo, quindi andremo a informare il Governo sugli aspetti negativi a partire dal non raggiungimento degli obiettivi europei all'incoerenza con i principi europei dell'economia circolare. Chi vorrà esserci è benvenuto, ma soprattutto ci vogliono gli abitanti del territorio, animati unicamente dalla volontà di difendere il territorio. Ma vorrei dire altro sull'impianto". 

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Prego.

"Qui siamo nell'agro romano meridionale, una delle aree più belle di Roma. Il termovalorizzatore verrebbe sì realizzato in un'area industriale, ma l'impatto e le emissioni saranno su tutta la città, perché è un impianto enorme e questo già di per sè non va bene. Non è pensabile che da solo risolva tutto il problema del rifiuto indifferenziato della città, non è giusto. Questo quadrante ha già diversi impianti, non possiamo tornare a farci carico della chiusura del ciclo. Chi plaude all'impianto lo fa perché non lo riguarda o pensa che non lo riguardi. Una periferia lontana si accolla il problema e gli altri applaudono. Ed è stato sfruttato il Giubileo". 

In effetti è per questo grande evento che Gualtieri è stato fatto commissario ai rifiuti. 

"Sì ma il piano rifiuti di Gualtieri da oggi al 2025 non ha tracciato nessuna azione concreta. Non si sono fatte scelte coraggiose, nessuna risorsa è stata messa sulla tariffazione puntuale, sulla realizzazione delle domus ecologiche, sul potenziamento di uomini e mezzi di Ama, niente. Il Giubileo del 2025 è stato un alibi per costruire il termovalorizzatore che, tra le altre cose, verrà finito dopo l'Anno Santo". 

Lepidini, la vedremo in qualche lista fuori dal Pd alle Regionali?

"Assolutamente no, io devo lavorare per contrastare il termovalorizzatore. Non posso cavalcare questo tema come fanno altre forze politiche. Bisogna spiegare alla gente la situazione, perché molti rischiano di perdere tutto o quasi di ciò che hanno, c'è chi ha fatto mutui importanti per acquistare casa a pochi chilometri dall'impianto. Ora da attivista ambientale probabilmente potrò fare di più che da amministratore". 

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