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Eur Laurentina / Largo Peter Benenson

Lo scontro sul termovalorizzatore entra nel vivo: in IX il Pd si compatta, ma resta l'imbarazzo

Un'assemblea lunga e partecipata, con deputati e cariche dello Stato che si avvicendano nel dire la loro, mentre in aula è netta la spaccatura tra cittadini e amministrazione. I capigruppo capitolini rinunciano a intervenire

Un consiglio municipale sul termovalorizzatore lungo, agitato e molto partecipato. Seguito anche da alcune delle più alte cariche dello Stato, che in vista delle elezioni regionali nel Lazio "invadono" il campo del locale alimentando dubbi e polemiche. Da una parte l'amministrazione del IX municipio - che nelle ultime ore ha perso un pezzo, con le dimissioni dell'assessore all'ambiente Alessandro Lepidini - ha cercato di fare da collante tra cittadini e Campidoglio, finendo però tra gli obiettivi delle feroci critiche dei cittadini e delle associazioni, dall'altra appunto il "popolo", guidato da una agguerritissima Legambiente, che avverte: "Noi l'inceneritore non lo vogliamo, faremo di tutto per evitarlo". 

Il consiglio tematico del IX municipio con deputati, cariche dello Stato e decine di cittadini arrabbiati

Quello del 17 novembre a largo Peter Benenson è stato molto più di un consiglio municipale. Fuori c'è un blindato della polizia, dentro le sedie riservate al pubblico sono gremite, tanto da doverne aggiungere altre e c'è anche chi resta in piedi. Tutta la giunta municipale è presente, tranne l'ormai ex assessore all'ambiente Alessandro Lepidini, dimessosi perché convintamente contrario al nuovo impianto previsto a Santa Palomba, quartiere in cui vive. In collegamento da remoto, causa Covid, c'è l'assessora all'ambiente e al ciclo dei rifiuti capitolina, Sabrina Alfonsi. E non solo: in attesa di dire la loro anche il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli e il presidente del gruppo parlamentare del M5S, Francesco Silvestri. In aula anche Filiberto Zaratti, deputato di Europa Verde. 

Di Salvo: "A Santa Palomba il Comune deve intervenire a prescindere dall'impianto"

Ad aprire le danze è la presidente Titti Di Salvo, che ribadisce quanto già espresso recentemente: "Siamo l'unica città europea - sottolinea - con un serissimo problema di rifiuti, anche se il nostro territorio brilla per raccolta differenziata, essendo stato almeno fino al 2020 al primo posto per il porta a porta. Noi come livello municipale non abbiamo potere decisionale, ma questo non ci esime dal discuterne e dal voler affrontare le modalità con le quali questo impianto verrà realizzato, ce ne prendiamo la responsabilità. Sono solidale con il cdq Santa Palomba, che chiede interventi per il quartiere a prescindere dalla costruzione del termovalorizzatore. Il tema della logistica va affrontato: non è possibile farne uno così grande senza considerare l'impatto del traffico sull'Ardeatina ed è irrinunciabile un monitoraggio per definire il percorso da qui alla realizzazione dell'impianto". Dal pubblico iniziano le intemperanze: alcuni attivisti di Legambiente - presente anche il presidente regionale, Roberto Scacchi, che è rimasto silente - si imbavagliano perché non invitati dalla presidenza del consiglio municipale ad intervenire, come invece fatto con altre realtà associative del territorio. Vengono esposti dei fogli con scritto "No all'inceneritore". 

Alfonsi: "Dobbiamo chiudere il ciclo dei rifiuti dentro Roma"

La prima "stortura" che si nota già a inizio consiglio è che viene del tutto ignorato l'ordine del giorno: la richiesta delle opposizioni era quella di discutere dell'ultima grande novità, cioè l'ok del Cda Ama all'acquisizione dei terreni di Santa Palomba per 7.500.000 euro al fine di realizzare un impianto. Ma di questo non si parla mai. Non lo fa nemmeno l'assessora Alfonsi: "Si fa finta che la situazione attuale sia sostenibile dal punto di vista ambientale - dice - noi invece vogliamo che si chiuda il ciclo dei rifiuti all'interno dei nostri confini e che non si pesi su altre città e regioni, anche europee. Vogliamo eliminare l'impiantistica dannosa e inutile, accorciando la filiera: basta i Tmb come Rocca Cencia, basta con storie come il Tmb Salario e quello di Malagrotta, entrambi andati a fuoco e che nel secondo caso ci hanno fatto ripiombare nell'emergenza trovata quando siamo arrivati. Dal termovalorizzatore usciranno rifiuti di qualità migliore, più congrui rispetto alla riduzione e alla differenziazione, producendo energia. Non è paragonabile a un inceneritore". 

La nuova esposizione degli uffici sul piano rifiuti e le intemperanze del pubblico

Affermazione che fa discutere, soprattutto quando viene ribadita da Simonetta Tunesi, coordinatrice del gruppo di lavoro che ha stilato il piano rifiuti adottato dal sindaco e commissario straordinario Roberto Gualtieri. Un'esposizione del tutto simile a quella già avvenuta il 4 agosto in Campidoglio. Di terreni non si parla, il pubblico si agita. Il presidente del consiglio, Luca Bedoni, è costretto più volte a richiamare all'ordine e "minacciare" l'intervento della polizia locale di Roma Capitale presente. Da sottolineare un grande applauso tributato al dimissionario Lepidini (non presente, ma viene citato nel corso della discussione). Le proteste di Legambiente vengono affidate anche ad un post Facebook: "Se si volesse realmente dare voce ai cittadini - accusa il Circolo dell'agro romano meridionale - gli stessi avrebbero il diritto di esprimere la propria posizione, di fare domande e ricevere risposte. Questo modo di fare sembra un gioco di ostruzionismo: la maggioranza ha avuto tempo e modo per organizzare gli interventi e se avesse realmente voluto garantire il dialogo, non si sarebbe ridotta a sospendere per un'ora il Consiglio e poi 'regalare' 3 miseri minuti a chi si batte per il territorio".

Da Rampelli a Zaratti a Silvestri, la politica nazionale sfrutta l'occasione del termovalorizzatore

Sarà la campagna elettorale, sarà che il tema è di quelli che occupano buona parte del dibattito creando scontro e polarizzando le opinioni, ma al consiglio del IX municipio si presentano - fisicamente e da remoto - anche onorevoli e cariche dello Stato. C'è Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e tra i papabili candidati alla presidenza della Regione Lazio per il centrodestra: "Non è accettabile che con la mano destra si lavori alla transizione ecologica e con la sinistra, tra l'altro a tradimento, si vada verso la costruzione di un impianto come questo. Bisognerebbe spendere 700 milioni sulla differenziata, non su una mega stufa che brucia materie prime preziosissime. Ed è falso che ci sia sostenibilità economica, perchè i termovalorizzatori per farli sopravvivere prendono soldi dalle bollette". Su una cosa, con Zaratti, sono d'accordo: "Si bruciano materiali preziosi - dice anche il deputato ecologista, ex Sel - ed è un fatto criminale nei confronti di un Paese che ne ha estremo bisogno. Il piano rifiuti di Gualtieri fa la guerra alla differenziata. Ora ci aspettiamo un suo gesto per iniziare un percorso partecipato". Chi provoca di più è Francesco Silvestri, fedelissimo di Giuseppe Conte, presidente dei deputati pentastellati: "Abbiamo presentato un emendamento al decreto aiuti ter una settimana fa - annuncia - che è stato bocciato. Chiedeva di modificare, non di togliere, i poteri commissariali di Gualtieri. Solo i rossoverdi e ovviamente il nostro movimento ha sostenuto questo atto". Atto che sarebbe molto semplice da far passare per Fratelli d'Italia, come fa notare il vicepresidente del IX, Augusto Gregori: "Propongo a Rampelli di fare un decreto e togliere il potere commissariale a Gualtieri - provoca l'esponente Pd - visto che ha espresso la sua contrarietà all'impianto. Qui servono azioni concrete, noi qui le stiamo facendo e a metà dicembre ci sarà un nuovo consiglio tematico con il Sindaco presente, che si prenderà le sue responsabilità". 

legambiente bavaglio

Il dibattito municipale. Pd respinge compatto gli odg dell'opposizione

Tornando alla politica locale, che per oltre un'ora viene messa quasi da parte, quello che emerge nel dibattito tra le forze municipali è chiaro: il Pd, pur avendo al suo interno chi non è propriamente un primo sostenitore dell'impianto fatto in un territorio con percentuali di differenziata record per la media cittadina, respinge gli ordini del giorno delle opposizioni contrari al termovalorizzatore. I consiglieri di Sinistra Civica Ecologista ed Europa Verde (Borrelli e Corrente) non partecipano al voto - che arriva dopo le 21, con il consiglio iniziato alle 14.30), come anche Giulia Marrocchini della Civica Gualtieri. Muro Pes e Bellassai di Azione votano insieme al Pd, essendo sponsor convinti dell'impianto da 600.000 tonnellate l'anno. "Il piano regionale dice che l'impianto non serve - ricorda De Juliis di FdI - in un municipio che ha il 65% di differenziata, a chi serve? Se non serve al Lazio, a chi serve? Noi siamo stati il bancomat di Roma per anni grazie ai milioni di euro degli oneri concessori, adesso basta. E l'amministrazione locale si ricordi che è stata votata per fare gli interessi dei suoi cittadini, se non lo fa allora interroghiamoci se sia utile o meno tenerla in piedi". Carla Canale della Civica Raggi fa un po' di storia: "Nel 2012 il piano Polverini conteneva discariche e inceneritori - ricorda - e venne bocciato dal Tar. Poi arrivò Zingaretti, che lo abrogò ma non ne fece un altro, per cui abbiamo dovuto aspettare agosto 2020. Ricordo che sempre il Tar del Lazio annullò l'art. 35 dello Sblocca Italia di Renzi che autorizzava un termovalorizzatore che avrebbe dovuto bruciare circa 200.000 tonnellate per tutto il Lazio, qui se ne autorizza uno dalla portata tripla solo per Roma, è assurdo. E soprattutto su un terreno che veniva pagato 470.000 euro dieci anni fa e adesso Ama lo paga 7.500.000 di euro e con una destinazione d'uso che per metà dell'estensione è a servizi pubblici, è una follia". 

Il coordinamento dei comitati chiede sicurezza e monitoraggio

Monitoraggio ambientale, centraline ben distribuite, protocolli di check up puntuali e gratuiti negli ospedali della zona. E' quanto chiede il coordinamento dei comitati di quartiere di zona, guidato da Mario Pagani di Vallerano. Un modo per dire: siamo contrari, l'impianto rovinerà l'aria delle nostre zone e deprezzerà gli immobili, ma se proprio sarà necessario, almeno tutelate la nostra salute. "Chiediamo garanzie sul fatto che tale sforzo permetta alla nostra città di raggiungere un elevato indice di recupero della materia e di produzione di energia - dicono - , in linea con quanto previsto dalle direttive europee e non – come sembra – un modesto incremento, che non giustificherebbe affatto l’enorme sacrificio richiesto ai cittadini del nostro territorio. Chiediamo poi semplicemente di essere informati ed ascoltati riguardo un progetto così importante e strategico, che, in un modo o nell’altro, impatterà sui residenti. Non ci poniamo in contrapposizione ma rivendichiamo con fermezza il nostro diritto alla partecipazione, alla corretta informazione e al confronto pacifico e costruttivo".

Fallito il blitz dei capigruppo capitolini: messi come ultimi, vanno via senza parlare

Durante il consiglio municipale si presentano diversi consiglieri capitolini. Ci sono i capigruppo Valeria Baglio (Pd), Linda Meleo (M5S), Francesco Carpano (Lista Calenda), Alessandro Luparelli (SCE), ma anche l'ex sindaca Virginia Raggi e Claudia Pappatà del Pd. Sono stati invitati e vorrebbero intervenire. Ma l'aula si rende conto che si allungherebbero ulteriormente i tempi: devono intervenire i capigruppo di ogni partito presente nel parlamentino del Laurentino, ci sono ancora 13 cittadini iscritti a intervenire. Allora i partiti si riuniscono, sospendendo la seduta: alla fine si decide di far parlare i capitolini alla fine. A quel punto, alla spicciolata, se ne vanno tutti: "Il Pd del Campidoglio ha commissariato il IX municipio" denuncia Meleo in una nota. L'accusa è alla collega Baglio, che avrebbe spinto per far slittare i loro interventi a conclusione del consiglio. "Per ottenere questo la seduta è stata anche sospesa per quasi un'ora - tempo bastante e avanzante per le nostre dichiarazioni - togliendo spazio ai cittadini. Una scorrettezza politica che non dovrebbe accadere in un'Aula istituzionale" accusa Meleo. 

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