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Elezioni regionali, Rocca provoca D'Amato: "Parla di transizione digitale ma negli ospedali ancora usano i fax"

Il candidato del centrodestra alla presidenza del Lazio ha poi aggiunto: "Voglio riappropriarmi di tutte le prestazioni che la Regione paga"

Anche Francesco Rocca ha preso parte alla puntata del 21 gennaio di "Coffee Break" su La7, dove sono stati ospiti anche Alessio D'Amato e Donatella Bianchi. Il candidato del centrodestra alla presidenza del Lazio alle prossime elezioni regionali ha puntato molto sul tema della sanità, scegliendo di provocare l'assessore regionale uscente e suo competitor. 

Rocca, che in passato è stato manager dell'azienda ospedaliera Sant'Andrea e più recentemente si è dimesso da presidente della Croce Rossa Italiana, come già successo durante il confronto organizzato da Adnkronos giovedì scorso ha rinfacciato a D'Amato la gestione dei posti letto nei pronto soccorso: "Ci sono cittadini che attendono in barella un posto letto anche 46 ore - ha ripetuto in tv - . D'Amato parla di transizione digitale per le imprese e innovazione tecnologica ma nel 2023 i nostri ospedali cercano ancora con i fax i posti letto per i pazienti in barella".

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Stoccata poi sulle difficoltà finanziarie dei grossi ospedali nel Lazio: "Ci sono 7 aziende ospedaliere che perdono circa 600 milioni di euro - ha continuato Rocca - , la sanità delle province è diventata romanocentrica perché i servizi offerti non sono adeguati ai bisogni di salute di quei cittadini. E' aumentata anche la mobilità sanitaria verso la Lombardia e l'Emilia Romagna, oltre a quella dalle province del Lazio verso Roma". 

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Poi la promessa agli elettori: "Voglio riappropriarmi di tutte le prestazioni che la Regione paga - fa sapere - . Abbiamo un recup che offre ai cittadini, con tempi lunghissimi, solo prestazioni delle strutture pubbliche. Io pretenderò che le strutture private-accreditate diano tutte le agende al recup. Governerò tutte le prestazioni che hanno un unico punto di accesso, come anche la spesa pubblica per la sanità privata ospedaliera accreditata che dal 2016 è salita con D'Amato da 1,2 miliardi a 1,6 miliardi. È mancato il governo e quando non c'è nel torbido si pesca meglio".

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