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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Senza casa e rifugiati in corteo: "Basta sgomberi. La casa non ha confine"

Misure di sicurezza straordinarie, ma alla fine tutto è filato liscio

Cinquemila secondo una stima delle forze dell'ordine, ventimila secondo gli organizzatori. La solita guerra di cifre ha accompagnato il corteo dei Movimenti per l'abitare che oggi, nell'ultimo sabato di agosto, ha sfilato dall'Esquilino a piazza Venezia. Un corteo programmato da tempo ma che, dopo i fatti dell'ultima settimana, ha assunto un significato speciale. Grande era l'attenzione da parte delle forze dell'ordine; delle grandi occasioni la copertura mediatica. 

La paura degli scontri e le misure di sicurezza

La paura di infiltrazioni aveva fatto alzare le misure di sicurezza. La questura aveva infatti deciso di predisporre varchi d'accesso con controlli delle forze dell'ordine, transenne, divieto di portare aste, bottiglie di vetro e altri oggetti atti a offendere. Dal primo pomeriggio verranno rimossi veicoli in sosta e secchioni dei rifiuti lungo il percorso. Obiettivo tenere lontani tutti gli oggetti e le persone che possano potenzialmente creare pericolo. Ed il dispositivo di sicurezza ha funzionato a dovere. Nessun disordine, nessuna tensione particolare: tutto è filato liscio fino a piazza Madonna di Loreto. 

I rifugiati: "La casa non ha confine"

A guidare il corteo, al grido di "La casa non ha confine", i rifugiati sgomberati dal palazzo di via Curtatone, rimasti senza casa e costretti a vivere nelle aiuole di piazza Indipendenza, prima di venire spazzati via dagli idranti della polizia. "Siamo un gruppo di rifugiati eritrei abbiamo chiesto asilo in Italia e ce l'hanno concesso ma non abbiamo ricevuto nessun altro aiuto", racconta Abram, tra gli sgomberati dall'immobile di piazza Indipendenza. "Eravamo senza casa e in 800 persone abbiamo deciso di entrare in quello stabile. In molti lavorano, i bambini vanno a scuola. In quattro anni  non ci è stata prospettata nessuna alternativa". Poi lo sgombero di sabato scorso dal palazzo e quello da piazza Indipendenza le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. "Chiediamo una casa per vivere dignitosamente e che vengano liberati i nostri 5 compagni arrestati".

VIDEO | I rifugiati: "Continuiamo dormire per strada. Vogliamo vivere come i romani"

Corteo Roma 26.08.2017

"Basta sgomberi"

I rifugiati, come i movimenti per la casa, hanno urlato: "Basta sgomberi". Un corteo nato dopo l'azione del 10 agosto a via Quintavalle, da dove decine di famiglie sono state sgomberate, per poi accamparsi sotto i portici della chiesa di Santi Apostoli. "Siamo qui per chiedere una cosa semplice", spiegano dal movimento per il diritto all'abitare. "In primis mettere fine alla politica degli sgomberi che ha prodotto vere e proprie scene di guerra contro i poveri, e non di guerriglia urbana. È ora di smettere di trattare l'emergenza abitativa come problema di ordine pubblico, le soluzioni devono arrivare dalla politica e non dalla divisa. Chiediamo l'apertura di un tavolo interistituzionale tra regione,  comune e prefettura per iniziare ad attuare veramente la delibera regionale che stanzia finanziamenti per l'emergenza abitativa. Infine siamo qui per dire che Roma è una città aperta e accogliente e la lotta del movimento per il diritto alla casa è una lotta per i diritti di tutti".

L'obiettivo è quello di avere un tavolo interistituzionale con le istituzioni per mettere fine agli sgomberi e per dare contemporaneamente attuazione alla delibera del commissario Tronca del 2016. Così, giunti a piazza Venezia, i manifestanti - un migliaio quelli rimasti - si sono seduti a terra, in attesa che qualcuno fissi loro un incontro.

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