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In un anno a Roma edificata una superficie pari a 150 campi di calcio

Veloccia: “Roma deve gestire meglio le sue risorse, tra 60 anni avrà il clima di Tunisi”

Il consumo di suolo, nella Capitale, resta un tema di stringente attualità. Anche perché, rispetto allo scorso anno, la città ha rinunciato ad altri 105,377 ettari di superficie. Si tratta di un’area pari a 150 campi da calcio o, se si preferisce, alla metà della riserva naturale di Monte Mario. 

Dov'è maggiore il consumo di suolo

Il tema è stato affrontato nel corso del convegno “L'uso e il consumo di suolo di Roma Capitale” che si è svolto nella “Sala del Carroccio” in Campidoglio. Un appuntamento voluto per lanciare il rapporto 2021 dell’Ispra sull’ “analisi della copertura del suolo nel territorio”. La maggior parte dei 105 ettari e concentrata nelle aree periferiche, con il 26% in IX Municipio, il 14% in XI e il 12% in XII. E’ d’altra parte nelle periferie che si trovano le aree più libere (nel XIV municipio il suolo consumato è del 14%) visto che, l’urbanizzazione della Capitale, negli anni ha finito per consumare la gran parte del territorio nei municipi più centrali (nel municipi I il suolo consumato è del 73%).

Lo sviluppo urbanistico della Capitale

"Quello del consumo di suolo è un tema molto attuale nella nostra città e in tutto il nostro Paese, a Roma negli ultimi 20 anni abbiamo visto una progressiva espansione della città verso i comuni della cintura oltre il Gra, che da necessità è diventata una scelta più o meno pianificatoria con le amministrazioni che hanno deciso di espandere la città - per rispondere ad esempio all'emergenza abitativa con i piani di zona - verso la campagna, con poi un 'trasferimento' non pianificato nella prima cintura intorno a Roma con il progressivo spostamento della città. Oggi ci sono quindi tre città, una tra le Mura Aureliane e il Gra, una tra il Gra e i comuni confinanti e poi, dentro, c'è una città vuota grande come Bologna" ha commentato l’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia.

La perdita di suolo nella provincia di Roma

Al convegno ha preso parte anche l’assessora all’ambiente Sabrina Alfonsi. “Non è un rapporto positivo ma negativo per Roma, e partiamo da qui proprio per sviluppare una positività con la conoscenza del dato reale del consumo di suolo nell'ottica di una programmazione da parte della città e degli impegni presi dal sindaco Gualtieri, come quello sulla neutralità climatica entro il 2050” ha commentato l’assessora capitolina. Roma d’altra parte è una delle città su cui l’Europa sta puntando proprio per garantire un clima più respirabile. Risultato che, il Sindaco, punta a raggiungere attraverso una strategia che non può contemplare il consumo di suolo.

Una città da ripensare

Cosa fare per evitare, il prossimo anno, di commentare gli stessi dati? “Bisogna mettere in campo politiche differenti valorizzando lo straordinario patrimonio che abbiamo, ripensando completamente lo sviluppo della città favorendo molto la rigenerazione urbana” ha commentato l’assessore Veloccia che per la Capitale ha auspicato un cambio di passo visto che "tra 60 anni Roma avrà il clima di Tunisi, ma non è nata per sostenerlo” e quindi dobbiamo studiare come adattarci ai cambiamenti climatici”. Roma deve cambiare, realizzando realmente lo slogan “stop al consumo di suolo” puntualmente disatteso, anno dopo anno.

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