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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Che fine ha fatto il protocollo anti-sfratti. Prefetto e Comune discutono, ma l'accordo non è vicino e l'emergenza continua

Una prima bozza era stata depositata da Zevi nel 2022, poi cambiò l'inquilino di Palazzo Valentini (due volte). Ma tra perplessità e visioni differenti la quadra è difficile da trovare

Entro la fine del 2023 Roma Capitale e la Prefettura, insieme al Tribunale e Ater, avrebbero dovuto firmare un protocollo per regolamentare le esecuzioni degli sfratti, graduandoli ed evitando situazioni di emergenza che generano drammi sociali. Ad aprile 2024, però, nessun accordo è stato raggiunto. 

Il protocollo anti-sfratti

Le interlocuzioni tra l'assessorato al patrimonio di Tobia Zevi e gli uffici del Prefetto Lamberto Giannini proseguono, da quel che è dato sapere però sono meno frequenti di quanto si possa immaginare. Il gruppo di lavoro che già da molto tempo ha elaborato una proposta di protocollo anti-sfratti, composta da diversi esponenti della maggioranza di centrosinistra in Campidoglio, non è del tutto soddisfatto. Da Yuri Trombetti e Nella Converti del Pd, da Paolo Ciani di Demos ad Alessandro Luparelli di SCE, l'aspettativa nei confronti di Palazzo Valentini e delle altre parti in causa è chiara: maggiore elasticità, più comunicazione. 

Un'interlocuzione lunga due anni

A luglio 2023 avevamo raccontato nel dettaglio i contenuti della bozza di protocollo depositata dal centrosinistra e dall'assessore Zevi. Un documento arrivato sul tavolo addirittura di Matteo Piantedosi a ottobre 2022, poco prima che venisse nominato ministro dell'Interno da Giorgia Meloni. Lo sostituì Bruno Frattasi, che però si trovò a dover lavorare su una grana non da poco: la direttiva n.1 di novembre 2022, quella sulla deroga all'articolo 5 del decreto Renzi-Lupi. La residenza agli occupanti, per capirci. Quindi alla fine passò tutto a Lamberto Giannini. Ma c'è da dire che i primi "abboccamenti" tra il gruppo di lavoro e Prefettura ci sono stati addirittura ad aprile 2022, con un primo incontro a Palazzo Valentini. Sono due anni che le due parti studiano il modo di evitare le scene drammatiche che, ormai, sono all'ordine del giorno: famiglie con minori messe fuori casa per morosità incolpevole, persone disabili e anziani senza un'alternativa. Con i servizi sociali di Roma Capitale costretti a offrire soluzioni inadeguate (case famiglia, con l'immancabile separazione dei padri dal resto del nucleo), sempre che arrivino in tempo alle esecuzioni degli sfratti. 

Sfrattata una famiglia di sette persone. Tra loro anche una neonata

L'accordo tra le parti ancora non c'è

Nell'auspicio delle consigliere e dei consiglieri che hanno elaborato la prima bozza, c'è che funzioni un coordinamento tra Prefettura, Comune, Ater, Questura e Tribunale. Per l'amministrazione è fondamentale avere almeno 90 giorni di tempo per analizzare tutti i casi più critici inseriti nell'elenco di sfratti da eseguire, per poter studiare il caso e trovare una soluzione alternativa valida. Cioè una casa popolare. Avendo il tempo, se è il caso, anche erogare un contributo per l'affitto. Su questo, però, la maggioranza deve sbrigarsi ad approvare la delibera che supera la numero 163 del 1998. Una volta trovata la soluzione, lo sfratto va differito. A quanto raccoglie RomaToday, però, su questi punti la posizione della Prefettura e quella dell'ordine degli assistenti sociali, degli avvocati e del Tribunale non sarebbe condivisa: sui tempi del prevviso e sul differimento delle esecuzioni non si trova una quadra.  

Un protocollo "forzato"

Insomma, se per qualcuno "la firma è imminente", per altri la situazione è ben più complessa e il via libera molto più lontano. E anche se si dovesse arrivare a dama, sarebbe "obtorto collo" per tutto il gruppo di lavoro che sta dietro alla bozza di protocollo originaria. Non solo: da quanto ha appreso RomaToday, ci sarebbero grosse perplessità anche da parte dell'ordine degli assistenti sociali e di quello degli avvocati. Quello che uscirebbe fuori dalle ultime interlocuzioni sarebbe "un testo talmente leggero da risultare anche inutile", sospira qualcuno che è molto dentro la trattativa. Con tempi di preavviso ristretti e una scarsa propensione al differimento degli sfratti, le difficoltà da parte del Comune resterebbero tali e quali. Staremo a vedere cosa accadrà: nelle prossime settimane andrà fissato un nuovo incontro tra le parti. I movimenti per la casa e i sindacati degli inquilini aspettano non solo la piena applicazione del Piano Casa, approvato meno di un anno fa, ma anche l'istituzione di un protocollo anti-sfratti, per frenare quella che, dati alla mano, è una vera e propria emergenza sociale. 

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