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Cronaca

A Roma e nel Lazio cresce la quinta mafia

L'associazione Libera ha presentato oggi il dossier sulla cosiddetta quinta mafia. Antonio Turi, coordinatore di Libera: “Le infiltrazioni mafiose puntano sulle amministrazioni e la Politica. Ecco perchè Roma attira”

La Quinta Mafia, al fianco di N'drangheta, Cosa Nostra, Camorra e Sacra Corona Unita. Roma e il Lazio, dopo la Calabria, la Sicilia, la Campania e la Puglia. A denunciarla è l'associazione Libera che oggi ha presentato, presso la sede della Fnsi, un dossier in merito. Un dossier che lascia pochi dubbi: “a Roma e nel Lazio c'è la quinta mafia”.

Nata negli anni '70 co
me derivazione delle organizzazioni meridionali, lentamente è andata a radicarsi nel territorio, assorbendone e assimilandone tutte le specificità. In principio, spiega il dossier di Libera, la prima attività dei mafiosi nel Lazio è l'usura, "lo strozzinaggio dei cravattari", organizzati dalla Banda della Magliana. Poi prendono potere le famiglie meridionali.

Si tratta di "cosche imprenditrici con una parvenza di rispettabilità" che si radicano sul territorio, "mettono da parte le differenti origini e sanno fare affari senza pestarsi i piedi", spesso protetti dalla politica. Droga, usura, prostituzione, contraffazioni e abusivismo vedono la mafia del Lazio alleata con quella straniera: cinesi, russi, albanesi, rumeni e nigeriani su tutti.

"A Roma”, spiega Gaetano Liardo di Libera Informazione, “i mafiosi reinvestono e ripuliscono i loro proventi illeciti in ristoranti e attività economiche e un esempio per tutti il Café del Paris. Ma la Capitale è anche uno tra gli snodi più ambiti dei traffici di droga e prostituzione”.

Secondo Libera l'intera regione è definita "la terra promessa delle mafie straniere" con "un migliaio di segnalazioni per reati di droga (circa il 10% del totale nazionale)" e un triste record anche nei decessi di tossicodipendenti.

Sul versante dell'illegalità ambientale significativi i dati del 2008: 2086 infrazioni accertate nel Lazio con 2247 persone denunciate o arrestate e 915 sequestri effettuati. Il ciclo dei rifiuti, nello stesso periodo conta 788 infrazioni, quello del cemento 774.

Secondo Libera, però nonostante questi dati, è ancora saldo il fronte di chi nega l'esistenza della criminalità organizzata nel Lazio: "Se è vero che le mafie sono delle holding finanziarie, infiltrate nelle amministrazioni e nella politica ai più alti livelli”, afferma il coordinatore di Libera Antonio Turri”, allora va da sé che puntino con forza con Roma e dintorni".





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