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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Processo d'appello ai Casamonica, chiesta la conferma delle condanne

Al maxiprocesso si è arrivati dopo gli arresti compiuti dai carabinieri del Comando provinciale di Roma nell'ambito dell'indagine 'Gramigna'

Confermare le pene ai membri del clan Casamonica già in primo grado. Questa la richiesta del sostituto procuratore generale Francesco Mollace, con i pm Giovanni Musarò e Stefano Luciani applicati nel procedimento, in aula durante il dibattimento del processo d'Appello e nel quele sono state ribadite le accuse per il clan, che vanno dall'associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all'estorsione, l'usura alla detenzione illegale di armi, e ha chiesto l'accoglimento dell'appello proposto dai pm sulle assoluzioni relative ad alcuni capi di imputazione.

''L'indagine della procura di Roma ha posto fine allo strapotere dei Casamonica. Un clan da anni a braccetto con Banda della Magliana e poteri forti della capitale'', ha detto Mollace nel suo intervento. Un clan, ha sottolineato il pm Musaro', ''con una forza di intimidazione impressionante. La 'galassia' Casamonica è quella peculiare struttura dell'organizzazione che porta i diversi gruppi ad unirsi quando c'è 'bisogno'''.

Le pene in primo grado

In primo grado erano arrivate condanne per oltre 400 anni carcere. La condanna più alta, 30 anni, era stata comminata a Domenico Casamonica, ai vertici del clan romano. Fra i capi del clan, Giuseppe Casamonica in primo grado è stato condannato a 20 anni e 6 mesi. Condannato inoltre a 12 anni e 9 mesi Luciano Casamonica, a 25 anni e 9 mesi Salvatore Casamonica, a 23 anni e 8 mesi Pasquale Casamonica e a 19 anni Massimiliano Casamonica.

Il pubblico ministero Musarò, nella sua requisitoria dello scorso maggio 2021 durante il dibattimento nel primo gradod di giudizio, chiese 630 anni di carcere complessivi per il clan, citando anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Massimiliano Fazzari (ex affiliato) e Debora Cerreoni (moglie di Massimiliano Casamonica, membro di spicco del clan e "gagè", mai accettata dal clan seppur parte integrante del gruppo) che hanno descritto la struttura e le modalità con cui agiva il clan. 

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L'operazione Gramigna 

Al maxiprocesso si è arrivati dopo gli arresti compiuti dai carabinieri del Comando provinciale di Roma nell'ambito dell'indagine 'Gramigna', coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Michele Prestipino e dai sostituti procuratori Musarò e Luciani. Per i giudici di primo grado, "l'ampia istruttoria svolta ha investito il gruppo criminale Casamonica operante nella zona Appio-Tuscolana della città di Roma, con base operativa in vicolo di Porta Furba, inquadrandolo, tuttavia, in un contesto delinquenziale più ampio, che possiamo chiamare la 'galassia Casamonica', dotata di un indiscusso 'prestigio criminale' nel panorama delinquenziale romano". Dopo la requisitoria le parti civili hanno concluso associandosi alle richieste della procura generale. Ora la parola passerà, nell'udienza in programma oggi, alle difese.

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