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Cronaca

Sesso e droga made in China: la chat segreta per la discoteca hot di Roma est gestita da "Bambino"

Le indagini hanno fatto emergere ''la compresenza di due cellule operative, a Prato e a Roma, particolarmente connesse in termini di reciproca collaborazione", si legge nell'ordinanza

Una chat segreta che si chiamava 'Fratelli e sorelle' su WeChat, un linguaggio in codice e pacchetti all inclusive con consumazione alcolica, prestazione sessuale e dose di shaboo. Una discoteca di Roma est, tra Tor Vergata e Torre Angela, era diventata il fulcro dell'attività di spaccio e prostituzione made in China che una banda aveva messo in piedi a Roma. 

A sgominare il sodalizio sono stati i carabinieri che hanno arrestato 35 persone. Una maxi operazione grazie anche alla collaborazione del primo pentito cinese (qui la sua storia). Il gruppo era composto da una cellula di Prato e da una di Roma gestita da una 37enne, già arrestata nel 2021. La discoteca di Roma est, una "casa di prostituzione gestita dai cittadini cinesi" si legge nell'ordinanza, era gestita da 'Xiaohai', ovvero 'Bambino' che si avvaleva "della sua forza intimidatrice per tenere a bada eventuali intromissioni".

La discoteca hot

Nella locale riservato a clienti cinesi, c'erano prostitute della stessa nazionalità controllate a vista. All'intero ketamina, shaboo e Mdma si spacciavano a profusione. "L'attività di spaccio - si legge ancora nell'ordinanza - risulta strettamente connessa a quella che è l'attività primaria della discoteca/sala privé, ovvero l'intrattenimento dei clienti", per offrire "pacchetti all inclusive": consumazione alcolica, prestazione sessuale e shaboo.

"Esiste un vero e proprio sistema di controllo delle donne, che vengono prelevate dall'abitazione per essere accompagnate sul luogo di lavoro, individuato nella discoteca", sottolinea il gip Simona Calegari. Per annunciare la sera era stata fatta una chat denominata 'Fratelli e sorelle', sull'app cinese WeChat.  

VIDEO | Sesso e droga made in China: così i carabinieri hanno sgominato una banda

La donna al comando

Le indagini hanno fatto emergere anche ''la compresenza di due cellule operative a Prato e a Roma, particolarmente connesse in termini di reciproca collaborazione, soprattutto per ciò che concerne la disponibilità materiale di stupefacente - scrive il gip Calegari - Le cellule, pertanto, non possono ritenersi due distinte organizzazioni criminali in quanto, operando in funzione della gestione di comuni affari, fanno, comunque, capo a un unico e condiviso vertice". 'A Ying', così è chiamata, era la vera 'dominus' dell'intera organizzazione.

La donna imponeva regole alle 'cellule' operative di propria pertinenza, "imponendo la propria egemonia nel settore della metamfetamina e costringendo sia i fornitori che i referenti delle cellule a versarle una 'provvigione' per il solo transito in Italia dello stupefacente proveniente dalla Grecia, pari a 2 euro al grammo (1 euro dal fornitore per ogni grammo entrato in Italia ed 1 euro dall'acquirente capo piazza per ogni grammo acquistato)''.

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