I sotterranei del parco di Tor Fiscale trasformati in discarica: nei cunicoli rifiuti pericolosi
Arpa e agenti dello Spe della Polizia Locale hanno scovato una vera e propria discarica usata anche da aziende della zona
Scoperta choc del gruppo Spe della Polizia Locale di Roma Capitale. Nell'ambito delle indagini relative all'inquinamento ambientale, gli uomini diretti dal Comandante Antonio Di Maggio hanno posto sotto sequestro tutta l'area del sottosuolo del Parco di Tor Fiscale.
Dalle indagini è infatti emerso che grotte e cuniculi, di interesse archeologico, sono state impiegate per lo smaltimento di rifiuti illeciti, e trasformate negli anni in immense discariche abusive di rifiuti pericolosi e cisterne di olii esausti. Le campionature effettuate dai caschi bianchi in collaborazione con il personale tecnico dell ARPA, sono state svolte anche con l'ausilio di droni, indispensabili per l'ispezione della vasta area.
Oltre ai rifiuti speciali è stato scoperto, all'interno di gallerie più profonde, materiale oleoso esteso a vista per circa 200 metri quadri. Ad una prima analisi dei tecnici dell'ARPA la profondità del deposito è di circa 30-40 centimetri, che quantificherebbe il volume della sostanza a circa 800 metri cubi. Insomma un vero laghetto sotterraneo.
Data la profondità delle gallerie in quel punto (almeno 20 metri), non è stato possibile definire la corrispondenza in superficie dell'inquinamento: per questo, successivi sopralluoghi con strumentazione adeguata saranno presto effettuati. Altri esami saranno effettuati per capire l'estesione reale del deposito, e se possa in qualche modo aver inquinato le falde acquifere della zona.
I Vigili hanno sottoposto l'area sotto sequestro per permettere le necessarie indagini, e tutte le entrate alle ex cave sono state sigillate, in via Demetriade e in via di Torre Branca.
Gli agenti, che erano giunti al sito mediante indagini sui rottamatori abusivi ed il racket dello smaltimento di rifiuti speciali, hanno potuto verificare come la rete di gallerie sotterranee fosse impiegata come discarica, anche da alcune aziende operanti nella zona, che avevano creato degli "accessi" al sottosuolo, in forma completamente autonoma, al fine di smaltire i propri rifiuti industriali.
