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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza di Sant'Andrea della Valle

'Spezziamo le catene': "diecimila manifestanti" per il Corteo dei Cobas

Si è concluso a piazza Sant'Andrea della Valle la prima mobilitazione del sabato di cortei di Roma Capitale

Ha aperto la lunga giornata di passione di Roma Capitale. Concluso senza problemi il corteo dei Cobas che da piazza della Repubblica hanno sfilato per le vie del centro storico sino ad arrivare a piazza Sant'Andrea della Valle. "Nel corso del corteo sono aumentati i partecipanti e siamo arrivati a circa diecimila - le parole del portavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi - sono entusiasta della riuscita del corteo. E' stata una giornata di massima democrazia".

IN DIECIMILA - Parlando al megafono in piazza Sant'Andrea della Valle, Bernocchi ha detto: "oggi siamo arrivati a quaranta metri dal Senato, dove lunedì verrà discussa la legge di instabilità. Perché il 14 non ci hanno fatto arrivare? L'Italia è l'unico paese dell'Europa occidentale dove non si può manifestare sotto i palazzi del governo. Perché, se contestiamo le politiche governative?". Poi aggiunge: "avevamo proposto alla Cgil una manifestazione unitaria e non ha accettato per timore di scontri, dicono che lo ha detto la questura. Invece è stata una manifestazione pacifica, come potrebbe sempre essere se governo e polizia si comportassero come oggi". Sindacati che sono partiti dietro eloquenti striscioni che recitavano  'No alla distruzione della scuola', con dietro anche diversi gruppi di studenti che ne hanno esposti altri con su scritto 'Lasciateci il disegno del nostro futuro' e 'Spezziamo le catene'. Tra gli slogan: "Le nostre scuole non sono aziende, la scuola pubblica non si vende". "Palestina vive - Boicotta Israele". "Le banche gestiscono i politici. I privati gestiscono la scuola" e "Anno dopo anno ci stanno soffocando". Alla testa del corteo una manifestante dei Cobas sfila con lo scotch sulla bocca, il rosario nella mano destra e una bandiera dei Cobas nella mano sinistra. Tra gli slogan più gridati al megafono: "Precariato reato di Stato".



AUMENTO A 24 ORE - "L'aumento a 24 ore è una cosa folle che dovrebbero cancellare lunedì, ma fin quando non lo cancellano per noi non è ottenuto. Non abbiamo ottenuto neanche lo sblocco degli scatti di anzianità e dei contratti, nonostante quello che sostengono Cisl, Uil, Snals e Gilda, che in maniera sciagurata hanno revocato lo sciopero di oggi - ha proseguito Piero Bernocchi -. Insieme agli studenti protestiamo contro l'ulteriore immiserimento della scuola pubblica ma anche contro le politiche economiche. I temi sono gli stessi del 14 novembre, non sono cambiati".

CON I FIGLI - Io ho due figli, di 15 e 17 anni che stanno protestando anche nelle loro scuole. Mi sembra doveroso essere in piazza anche per loro, per unire la lotta degli studenti, dei precari e dei professori, per la scuola pubblica". Così Patrizia, una professoressa di lettere di Padova, dal corteo dei Cobas, ha spiegato la sua presenza in piazza. "I sindacati che hanno firmato l'accordo col governo - ha proseguito  - ci hanno svenduto per un piatto di lenticchie". "Sono qui perché da anni che difendo la scuola pubblica - le fa eco Annamaria, un'altra manifestante che insegna in un istituto comprensivo di Roma - contro la riduzione dell'organico, contro l'orario spezzatino, per i miei studenti e per difendere la scuola che deve formarli come cittadini. Dietro questo disegno del governo sembra ci sia la volontà di portare le nuove generazioni verso l'ignoranza". Al megafono un'altra manifestante ha invece sottolineato: "con la spending review i docenti inidonei saranno obbligati a ricoprire il ruolo di Ata, 3500 docenti dequalificati per una questione di spesa, quando hanno trovato il soldi per tutti. E' una cosa che fa soffrire".

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