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Cronaca San Giovanni / Via Labicana

A un anno dal 15 ottobre: via Labicana e le cicatrici degli scontri

Risarcimenti, avuti e non, abbandoni e il ricordo di una grande paura: per l'anniversario degli scontri, siamo tornati sul teatro di quella giornata

Lunedì prossimo sarà l'anniversario degli scontri avvenuti un anno fa a via Labicana, in occasione della manifestazione indetta dagli indignados. Una manifestazione che verrà ricordata come il fluire di tre tipi di sensazioni: la rabbia dei pacifici, l'ira irrazionale dei violenti e la paura di chi, residente lungo il percorso dell'evento, ha rischiato la vita o ha visto il proprio ufficio o casa devastato. Banche, auto, sanpietrini staccati dal manto stradale, finestre, muri ricoperti di scritte, saracinesche e vetrate di esercizi commerciali divelte. Da un lato, i manifestanti pacifici, increduli, e i residenti incolpevoli. Dall'altro, i facinorosi: passando per via Labicana e via Merulana, se si scruta bene lo sguardo, si riescono ancora a trovare dei segni della guerriglia passata. I luoghi invece portano - continuano a portare i segni di ciò che è accaduto. E non sono segni del tempo: non solo, almeno.

I RISARCIMENTI PER I REDUCI - Nella sede dell'ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia), al civico 15a, quel giorno vennero lanciate cinque tra bombe carta e molotov, che hanno rovinato infissi e arredi: a risolvere la situazione, alcuni studenti che quel sabato erano lì per studiare. Ma l'associazione ha ricevuto risarcimenti? Il professor Orlanducci, volontario in pensione e presidente esecutivo dell'organizzazione, ci ha detto: "Avevamo subito danni per quasi 38.000 euro. Per due settimane, la nostra struttura è rimasta chiusa per i lavori più urgenti, che hanno richiesto un importo di 13.068 euro pagati di tasca nostra. Il Comune di Roma ci ha risarcito per 2.582 euro: uno sforzo che abbiamo apprezzato". La somma è stata ricevuta dall'associazione il 19 settembre di quest'anno. Da lunedì - ci ha riferito sempre Orlanducci -partiranno altri lavori, "che riguarderanno la pavimentazione e un bagno da rifare". E' una delle pratiche di risarcimento andate a buon fine, tra le tante richieste.

LA CHIESA DANNEGGIATA - Più avanti, all'incrocio tra via Labicana e via Merulana, c'è la Chiesa di San Marcellino e Pietro in Laterano, dove venne distrutta una statua della Madonna, poi sostituita con un'altra donata dall'Unitalsi. Abbiamo incontrato qui il parroco, che ha affermato: "Abbiamo inviato la documentazione al Comune per una valutazione. Io ho fatto controlli, ma credo che qualcosa ci sia stato dato. I nostri danni erano - esclusa la statua della Madonna - di circa 8.000 euro".

LA CASA ABBANDONATA DEL GENERALE - Sempre a via Labicana, al numero 17, c'è una sede del Ministero della Difesa: accanto, la casa di un ex generale in pensione. Quel giorno, lui e sua moglie sono state le persone che hanno rischiato di più la vita: le fiamme delle molotov avevano riempito di fumo e fiamme l'appartamento, che è andato distrutto. I due sono stati salvati da un vicino che permise loro di uscire dal balcone usando una scala. La casa, oggi, è abbandonata: dalla porta d'ingresso, bloccata a metà da uno sbarramento di legno, si vedono le scale e il corrimano bruciato: sono i segni della guerriglia cui questi anziani hanno preso parte senza volerlo.  Anche le finestre sono sbarrate, completamente. Il generale e la moglie, ci hanno riferito alcuni residenti, sono andati via. Forse i danni per loro sono stati troppo grandi perché un risarcimento potesse bastare. E non parliamo solo di danni materiali.
 

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