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Cronaca

"L'accoltellatore di Termini spregiudicato e poteva colpire ancora"

È quanto emerge nel decreto di convalida del fermo. A riconoscere Chomiak come l'aggressore di Roma sono stati nel pomeriggio del tre gennaio due carabinieri liberi dal servizio, Filippo Consoli e Nicoletta Piccoli, marito e moglie

Telecamere e coltelli. Sono questi gli elementi su cui poggia l'ordinanza del gip di Milano Natalia Imarisio che ha convalidato il fermo per Alexander Chomiak, arrestato per il tentato omicidio di una turista israeliana accoltellata mentre comprava un biglietto a Termini la notte di San Silvestro. Le immagini acquisite lo ritraggono, con la stessa borsa di plastica che si vede nelle immagini dell'aggressione, su un bus prima dell'arrivo alla stazione ed altre che ne raccontano la successiva fuga. "Alcuni fotogrammi - si legge nel provvedimento - sono di assoluta chiarezza".

Chomiak è "pericoloso"

C'è di più. Secondo il giudice Chomiak ha dato una versione "inverosimile" quando ha affermato che il giovane ripreso fosse "un 'altra persona" e anche quando ha aggiunto di "non ricordare" se la sera del 31 dicembre fosse "passato" alla stazione Termini. Il gip Imarisio non ha creduto al racconto del 24enne polacco ora in cella a San Vittore.

Il giudice, che ha convalidato il fermo dopo averlo interrogato, non ha avuto dubbi: "Il compendio indiziario" a carico del 24enne, è "possente ed univoco". In più, ha osservato il magistrato in base alla ricostruzione degli investigatori, avrebbe dimostrato inclinazione "alla violenza" e una "inquietante spregiudicatezza, non solo nella scelta della vittima - una giovane donna sola - ma anche nella commissione del fatto in un luogo pubblico e certamente presidiato da sistemi di videosorveglianza, oltre che da controlli diretti delle forze dell'ordine".

Poteva colpire ancora

Il quadro indiziario che offre anche un recente passato di Chomiak ricostruisce come pesino anche "i furti" talvolta commessi per "procurarsi da mangiare" come quello da lui "ammesso" in un bar romano lo scorso 27 dicembre e per il quale era stato già identificato. E poi, a far ritenere che possa commettere "altri gravi delitti" ci sono i due coltelli da cucina - uno dei quali ha detto "tranquillamente" di "avere rubato" perché un altro "non era abbastanza tagliente da affettare cibi ed aprire" scatole e un taglierino sequestrati al momento del fermo.

Le lame erano nascoste o nelle tasche della felpa che indossava o in uno dei due sacchetti con dentro della spesa che il giovane aveva con sé. In particolare, su questo secondo coltello, "avvolto in un foglio di carta e custodito all'interno di una confezione di barrette energetiche", sono state rinvenute "tracce apparentemente ematiche di colore rosso". Le tre armi verranno ora analizzate per verificare se si tratta di sangue e per cercare di individuare se ci sia il Dna della vittima. O invece se, come lui stesso ha affermato, gli servivano solo "per mangiare".

I due video che hanno ripreso l'accoltellamento di Termini

Il lavoro dei carabinieri che lo hanno riconosciuto

A riconoscere Chomiak come l'aggressore di Roma sono stati il 3 gennaio due carabinieri, Filippo Consoli e Nicoletta Piccoli, marito e moglie liberi dal servizio. Saliti su un treno che dalla stazione centrale di Milano stava per partire per Brescia, l'hanno notato per la "fortissima somiglianza" e gli stessi indumenti indossati dall'accoltellatore ripreso dalle immagini diffuse alle forze dell'ordine di tutta Italia.

E lui, a riprova della sua "lucidità" dopo essersi accorto che si stava mettendo male, è sceso "rapidamente" dal vagone nella speranza di poter sfuggire. Invece ora si trova in cella con un'accusa pesante mentre la sua vittima, una ragazza che mai aveva visto prima e che ha colpito tre volte senza aver spiegato il perché, sta meglio ma è ancora ricoverata al Policlinico Umberto I. La madre, alla notizia dell'arresto del senzatetto, si è limitata a dire "è la fine di un incubo".

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