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La protesta dei taxi non si ferma: proclamate altre 2 giornate di sciopero

I sindacati Ugl, Usb, Federtaxi, Unica Cgil, Uti, Fit Cisl e un'altra decina di sigle hanno dichiarato lo slittamento della protesta

Roma si svuota delle migliaia di tassisti arrivati in città. Per tre giorni i lavoratori hanno protestato, anche lanciando petardi e fumogeni, contro l'articolo 10 del Dll Concorrenza, di cui chiedono lo stralcio. Dalla stazione Termini e all'aeroporto di Fiumicino, duarante la manifestazione no stop, trovare un taxi disponibile è stata un'impresa. 

Di corse al centro, anche, se ne sono contate poche. Dalla mezzanotte di oggi, però, la situazione è tornata alla normalità. La protesta - almeno per ora - è finita. A comunicarlo sono stati i sindacati Ugl, Usb, Federtaxi, Unica Cgil, Uti, Fit Cisl e un'altra decina di sigle che hanno dichiarato il fermo delle corse dei taxi per altri due giorni.

Il comunicato è stato reso noto dopo il rinvio a lunedì della discussione in parlamento del Decreto Concorrenza: "Sospendiamo la protesta davanti Montecitorio giunta al terzo giorno giorni, ma proclamiamo sciopero il 20 e 21 luglio. Alla luce delle dimissioni presentate dal primo ministro Mario Draghi — dichiarano i sindacalisti — al Presidente Mattarella e da questo poi respinte, l'attività parlamentare, sia d’aula che di Commissione, è sospesa. Fermo restando che, ad oggi (ieri, ndr.), resta fissato lo sciopero per i giorni 20 e 21 luglio, rimarremo vigili sugli sviluppi dell’attività parlamentare, con particolare riferimento al Ddl Concorrenza. Pertanto sospendiamo il presidio presso Palazzo Chigi". Attese il 20 e il 21 luglio altre giornate da incubo a Roma, per chi vorrà prendere un taxi.

Perché i tassisti hanno paura delle liberalizzazioni  

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