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Ponte di Nona Settecamini / Via di Salone

Ponte di Nona diserta la manifestazione anti rom: in piazza solo cittadini di quartieri limitrofi

Alla protesta del 10 maggio, organizzata da Caop per dire basta al degrado, hanno partecipato solo i residenti di Settecamini, Case Rosse, Castelverde, La Rustica e Tor Sapienza

Settecento. Sono i cittadini che sabato 10 maggio hanno sfilato per le strade di Ponte di Nona. Chiedevano maggiore sicurezza nel quartiere e la chiusura del campo rom di via di Salone. Peccato (per gli organizzatori, ndr) però che quelle settecento persone non fossero residenti della zona. Ma abitanti delle zone limitrofe in particolare Settecamini, Case Rosse, Castelverde, La Rustica, Tor Sapienza.

LA MANCATA PARTECIPAZIONE - "I romani di Ponte di Nona non hanno partecipato alla manifestazione", ha commentato Franco Pirina dell'Associazione Caop, "vi hanno però preso parte invece cittadini e comitati di aree confinanti. Questi hanno dimostrato di essere persone mature e consapevoli che tengono al proprio territorio. Un territorio che è un bene comune".

IL CAMPO DI VIA DI SALONE - Obiettivo principale della protesta era la chiusura del campo rom della zona. Secondo gli organizzatori da lì, dal villaggio di via di Salone, nascono tutti i problemi del quartiere. "Da lì si alzano fumi tossici che nascono da fonderie abusive", ha commentato Fabrizio Santori consigliere regionale del Lazio che ha aderito alla protesta.

Fumi che sono nocivi per la salute degli abitanti ma che non sono l'unico problema nato dal campo. "Il quartiere si è riempito di rifiuti e la situazione nel tempo è peggiorata", ha sottolineato ancora Pirina. "In un vertice di circa tre mesi fa, il Comandante Antonio di Maggio che ha seguito per mesi le vicende del campo ha detto che ormai gestirlo è una cosa impossibile. A furti e fumi nocivi si aggiunge poi un altro problema gravissimo. Nel campo c'è un'epidemia di epatite B di cui non si parla ma che rappresenta un ulteriore rischio per la salute".

Degrado e proteste a Ponte di Nona

LE RICHIESTE - Per il Caop e i manifestanti la soluzione è quindi lo smantellamento dell'area. A questa richiesta però se ne collegano altre. Quella per esempio di un inserimento reale di chi vuole integrarsi. "I criminali invece vanno allontanati ed espulsi dall'Italia", ha continuato Pirina, "soprattutto bisogna porre un freno a questo magna magna che ruota intorno alla questione. Vorremmo fare una denuncia alla Finanza per capire come le associazioni no profit che si occupano del campo gestiscono la cosa. Dall'Unione Europea sono arrivati tanti fondi, ma il campo è in condizioni pessime. Che cosa si è fatto di questi soldi? Noi andremo a fondo per vederci chiaro".

LE AZIONI PRECEDENTI - E qualche azione il Caop l'ha già intrapresa. Nel novembre 2013, infatti l'Associazione ha già denunciato il sindaco Ignazio Marino alla Procura della Repubblica per abuso di ufficio. "E' impensabile che l'Amministrazione non intervenga su questi problemi. Così come è impensabile che per ogni rom servano 3mila euro al mese e che una famiglia rom debba avere 600 euro mensili per mandare i figli a scuola, mentre questi poi non ci vanno. E le famiglie italiane in difficoltà che devono fare?", ha commentato ancora l'esponente del Caop.

I COMITATI DI QUARTIERI LIMITROFI - Che nasca o meno dal capo rom comunque, il degrado sembra essere un problema generalizzato di tutta la periferia est di Roma che vive una condizione di disagio. "Non si tratta solo di Ponte di Nona", ha sottolineato Santori, "il problema è di tutta la periferia del quadrante est della Capitale in cui il Comune è completamente assente".

Del resto come testimonianza del malcontento diffuso, c'è stata l'adesione alla protesta di alcuni Comitati e abitanti di Settecamini, Case Rosse, Castelverde e La Rustica. Questi infatti sono scesi nelle strade di Ponte Nona ognuno con i proprio problemi. E insieme a loro, c'erano anche l'onorevole Antonio Tajani candidato alle prossime elezioni europee per Forza Italia, nonchè i rappresentanti delle liste dell'Onorevole Luciano Ciocchetti, dell'Onorevole Alfio Marchini e di Fratelli D'Italia.

L'ASSENZA DI PONTE DI NONA - I residenti di Ponte di Nona invece hanno preferito rimanere a casa. "Nei comunicati avevamo detto che avremmo sventolato la bandiera italiana e cantato l'inno nazionale, molti perciò hanno pensato che si trattasse di una manifestazione razzista. E' una cosa assurda, non si tratta di una questione politica ma del bene del territorio e di conseguenza dei suoi abitanti", ha sottolineato ancora Pirina che è comunque soddisfatto di una protesta in cui i bambini hanno sfilato mano nella mana con le forze dell'ordine e che si è svolta in maniera del tutto pacifica. Tanto da essere applaudita dagli stessi poliziotti.

LA PROPOSTA DI UN NUOVO COMITATO - Qualche cittadino del resto, a manifestazione conclusa, sembra secondo Pirina averci ripensato. "Stiamo ricevendo un sacco di email di persone che alla fine ci hanno mostrato solidarietà. Il comitato di quartiere ha dato loro un'idea sbagliata della protesta, facendola passare come una questione razzista. Molti di questi residenti che si sono ricreduti vogliono uscire dal comitato", ha concluso l'esponete Caop. E infatti l'Associazione, come si legge in un posto del profilo Facebook, attende la nascita di un nuovo comitato che lavori per il bene comune del territorio.

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