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Tor Sapienza Tor Sapienza / Viale Giorgio Morandi

"Tor Sapienza resta terra di nessuno". Cosa è cambiato (poco) a nove anni dalla guerriglia urbana 

Furti negli appartamenti e bivacchi nella "stecca centrale" sgomberata lo scorso gennaio. I residenti di viale Morandi continuano a lamentare degrado e insicurezza nel quadrante

Lo scorso gennaio è stata sgomberata l'ultima ala dell'edificio. Ora però sono tornati droga e bivacco continuo. Se non un'occupazione stabile, una covo per senzatetto che allontana dai residenti del quartiere il sogno di una riqualificazione attesa da anni. In viale Giorgio Morandi, cuore della Tor Sapienza alta, nel quadrante delle case popolari Ater, al netto delle promesse dell'amministrazione, sembra cambiare poco nella percezione di sicurezza e decoro degli abitanti. 

Irruzioni all'interno dei palazzi mettono in allarme i cittadini, che si aggiornano a vicenda usando i social network. "Furto ora in via Tranquillo Cremona. Fate attenzione" scrive Nuccia D'Alessandro, membro storico del comitato di quartiere. "Possiamo chiedere una vigilanza della polizia o dai carabinieri? Non possiamo vivere costantemente con la paura" chiede Raffaele. Altrimenti "possiamo organizzarci privatamente" suggerisce qualcuno, magari "con delle telecamere". Succede spesso, troppo, tra i palazzi popolari.  

Quattro giorni fa, denuncia sempre il comitato di quartiere, all'interno dei locali della cosiddetta "stecca centrale" è scoppiato un incendio. (vedi foto in basso). "All'interno è pieno di materassi usati per dormire occasionalmente. Molti tossicodipendenti si fermano lì per drogarsi e poi rimangono la notte" racconta Elvio Maccario, del cdq Morandi-Cremona. "Non so i lavori a che punto siano, qui sembra tutto bloccato". 

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Già, nel quadrilatero di viale Morandi è in corso un cantiere di Ater e Regione Lazio per riqualificare la zona. Partito il 15 giugno 2021, finanziato con circa 6,8 milioni di euro, il governatore Zingaretti inaugurò l'arrivo delle ruspe. In programma la messa in sicurezza, con parziale demolizione, della "stecca centrale", un immobile inizialmente pensato anni fa per una destinazione commerciale e quasi subito occupato da famiglie in disagio abitativo, e interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei quattro edifici del complesso, per un totale di 507 alloggi. A che punto stiamo? 

Dopo un primo stop di qualche mese che ha rallentato il tutto, lo scorso gennaio i lavori sono ripartiti, ma ancora per la demolizione della parte ovest della "stecca", quella opposta al centro anziani, ci vorranno mesi. Contattati da RomaToday, gli uffici Ater informano che il cantiere non è fermo ma sta proseguendo regolarmente con gli interventi, che essendo cospicui hanno bisogno di tempo. Il problema però è la sicurezza per chi ci abita. Aspettando un taglio del nastro le cui tempistiche non sono appunto state rese note, si continua a convivere con una situazione di abbandono che riporta la memoria al 2014, quando l'esasperazione dei cittadini si trasformò in più episodi di vera e propria "guerriglia urbana". Un nutrito gruppo di residenti, circa 200, assaltò un centro di accoglienza allora presente nella zona, scaricando la rabbia contro gli immigrati presenti all'interno. Il centro fu poi chiuso e trasferito altrove, ma poco è cambiato in nove anni. Tanto da far tuonare qualche utente su Facebook: "Volete di nuovo la rivolta? Ci siamo vicini". 

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