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Parco archeologico di Centocelle, Italia Nostra scrive alle istituzioni: "Serve un tavolo di coordinamento"

Non solo i rifiuti interrati. Il parco archeologico è rimasto privo anche di riferimenti urbanistici e progettuali. La storica associazione ambientalista: "Parco importantissimo"

Una lettera aperta alle istituzioni e ai cittadini. Italia Nostra di Roma torna a prendere parola sul Parco Archeologico di Centocelle, balzato recentemente agli onori della cronaca per la presenza di rifiuti interrati. Non è l'unico problema. Dai ritardi nella bonifica alla mancata pianificazione, la storia del parco è quella di una riqualificazione mancata. 

La realizzazione del Parco archeologico di Centocelle è un obiettivo fondamentale per tutelare il patrimonio culturale presente nell’area dell’ex aeroporto militare, per offrire un parco di 126 ettari ai quartieri circostanti densamente popolati e poveri di verde pubblico (Centocelle, Alessandrino, Torrespaccata, Cinecittà, Quadraro e Torpignattara), e per riqualificare l’intera periferia orientale della città di Roma.

I vincoli di tutela archeologica apposti su ampie porzioni dell’area dell’ex aeroporto (in particolare il D.M. 9.7.1992 “Campo Marzio”), il vincolo di tutela paesistico D.M. 21.10.1995 “Comprensorio archeologico Ad duas lauros”) ed il trasferimento delle aree dal demanio militare al Comune di Roma avvenuti nei primi anni 90 hanno permesso di vincolare l’area a verde pubblico e di progettare un parco esteso su 126 ettari.

Nel 2006 si è finalmente pervenuti alla approvazione del Piano Particolareggiato “Parco di Centocelle” nel contesto della progettazione del Sistema Direzionale Orientale (SDO) ed alla realizzazione del primo lotto di 36 ettari su Via Casilina. Successivamente nel 2014 sono partiti i lavori per il secondo lotto di 18 ettari su via di Centocelle, che però si sono fermati subito dopo. Nel 2016 è decaduto il Piano Particolareggiato, lasciando il Parco privo del necessario riferimento urbanistico e progettuale necessario per essere completato.

Nel 2017 un incendio covante sviluppatosi nel sistema di gallerie sottostanti l’area del “canalone” presente nel secondo lotto ha portato alla scoperta di una estesa discarica abusiva costituita da notevoli quantità di rifiuti interrati nel “canalone” medesimo. Per la necessaria bonifica la Sindaca ha emesso una Ordinanza in data 17.2.2017, ma solo pochi giorni fa sono stati affidati gli incarichi per la quantificazione e la caratterizzazione dei rifiuti.

Anche pochi giorni fa sono stati affidati i lavori per i sondaggi archeologici preventivi nell’area della “Villa della piscina”, finalizzati a realizzare uno spazio espositivo, pur in assenza di corrispondenti previsioni urbanistiche contenute in un nuovo Piano Particolareggiato. L’area del futuro parco necessità quindi di un nuovo Piano Particolareggiato, che Roma Capitale deve elaborare d’intesa con la Soprintendenza Speciale di Roma, per poter disporre di un nuovo progetto per pervenire al più presto alla realizzazione di questa importante opera, non più rinviabile dopo 30 anni.

La recente Delibera di Giunta 143 del 17.7.2020 sulle Linee Guida dell’Anello verde non solo non comprende il Parco archeologico di Centocelle tra le aree della periferia orientale oggetto della prevista ripianificazione urbanistica, ma ne indica una estensione molto ridotta rispetto a quella del Piano del 2006.

Un nuovo Piano Particolareggiato del futuro parco è indispensabile per ridare una destinazione urbanistica all’area e quindi per definire un percorso che porti finalmente a realizzare il parco medesimo, per garantire la delocalizzazione delle attività economiche presenti e non compatibili (autodemolitori, etc) e per affrontare il problema delle aree della villa romana Ad duas lauros e del Forte Casilino, rimaste in proprietà al Demanio militare.

E’ necessario mettere subito in sicurezza le aree del futuro parco, attraverso lo svolgimento delle seguenti attività:

• sollecita bonifica sia della discarica individuata nel canalone sia delle altre eventualmente presenti nel sottosuolo del futuro parco;

• predisposizione di un adeguato piano di prevenzione incendi soprattutto per evitare nubi tossiche che potrebbero scaturire dall’incendio degli autodemolitori e delle discariche, ed anche possibili danni alle strutture militari presenti;

• messa in sicurezza della rete di cavità sotterranee che si diparte dal canalone.

Italia Nostra Roma chiede, quindi, l’istituzione di un tavolo tecnico di coordinamento tra Roma Capitale, Regione Lazio, Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma e Ministero della Cultura, e Ministero della Difesa per riavviare l’attività di pianificazione e realizzazione di questa importantissimo parco archeologico.

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