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Guidonia, il Tmb di Cerroni fa paura e i cittadini fanno muro: "Fermeremo qualunque ipotesi di apertura"

L'appello va alla Regione Lazio perché inserisca il parco dell'Inviolata, dove si trova il Tmb, tra le aree a rischio ambientale

Prima il dissequestro dell'impianto, poi la nuova autorizzazione integrata ambientale dalla Regione che raddoppia le tonnellate di rifiuti lavorabili, poi ancora le sentenze del Tar che hanno respinto i ricorsi dei comitati di cittadini. E un'emergenza rifiuti che nella Capitale è sempre dietro l'angolo. Un mix che spaventa e spinge il territorio di Guidonia e dintorni a mobilitarsi. Tutti contro una possibile riapertura del Tmb di Manlio Cerroni, l'impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti al centro del parco archeologico dell'Inviolata, da poco - almeno sulla carta - tornato nelle disponibilità delle amministrazioni locali. 

"Siamo in un'area ad elevato rischio sul piano ambientale e ad alta concentrazione di siti industriali. Non ce lo possiamo permettere. Ci ammaliamo di tumore esattamente come avviene a Rocca Cencia da dove siamo distanti solo pochi chilometri". A parlare a RomaToday è David Nicodemi, del comitato spontaneo No al Tmb di Guidonia. Da inizio estate è partita la mobilitazione sul territorio. Da quando lo scorso 15 giugno i giudici del tribunale di Tivoli hanno assolto Cerroni dalle accuse di aver violato il vincolo paesaggistico del Parco archeologico e naturalistico dell’Inviolata, al centro del quale si trova il Tmb. E da quando un mese dopo, il 6 luglio 2020, è arrivata da parte della Regione Lazio la proroga dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e il quantitativo di immondizia qui trasferibile è aumentato da 90mila a 190mila tonnellate l'anno.  

I cittadini hanno paura di un'apertura imminente. Nessun annuncio ufficiale per il momento ma una serie di elementi che da settimane alimentano i timori. Primo fra tutti: il deficit di impianti a Roma. La Capitale utilizzando l'impianto di Guidonia potrebbe di fatto risolvere i suoi atavici problemi, tutti legati alla carenza di impiantistica per lo smaltimento. 

Con l'incendio del Tmb Salario a dicembre 2018, è rimasto, di proprietà di Ama, solo il Tmb di Rocca Cencia. Ma è a mezzo servizio perché sotto sequestro. Il resto viene trattato da impianti appartenenti ancora una volta alla galassia di Manlio Cerroni, i due Tmb presenti a Malagrotta o in altre strutture del Lazio. L'impianto di Guidonia permetterebbe quindi di chiudere il ciclo, di chiuderlo in provincia e di colmare le carenze su Rocca Cencia. "La mole di rifiuti autorizzata per Guidonia non si giustifica in alcun modo - commenta il consigliere regionale ex M5s, oggi nei Verdi, Marco Cacciatore, presidente della commissione Rifiuti - temiamo che possa servire a Roma per produrre una sorta di scambio del carico ambientale tra Rocca Cencia e Guidonia anche se il piano rifiuti del Lazio lo vieta". 

Già, sulla carta un utilizzo per Roma deve fare i conti con il nuovo piano rifiuti del Lazio approvato in Consiglio regionale ad agosto. Non è stato istituito, come inizialmente annunciato, il sub ambito di Roma Capitale, ossia un perimetro convenzionale che obbliga la città a smaltire all'interno dei confini comunali, ma è stato comunque fissato per i comuni un principio di autosufficienza impiantistica. Niente rifiuti fuori dai confini. Ma c'è chi ha paura che i paletti regionali non bastino. 

Ad aggiungersi ai timori dei cittadini anche il rigetto da parte del Tar, lo scorso luglio, di ben cinque ricorsi avanzati contro la società di Cerroni da associazioni di cittadini. Insomma, per evitare il peggio gli abitanti della Città dell'Aria sono pronti alle barricate. Di fine settembre un Ordine del giorno presentato dal consigliere del gruppo misto, ex M5s, Claudio Zarro, che chiede al Consiglio comunale di rivolgersi alla regione Lazio. L'appello è a far inserire l'area dell'Inviolata tra le zone a rischio ambientale, come prevede la legge regionale n.13 del 19 luglio 2019, recepito poi in una successiva delibera di giunta. 

Una tutela che fermerebbe di fatto qualunque riapertura dell'impianto. "Il nostro territorio è vessato da anni da innumerevoli problematiche - spiega a RomaToday il consigliere Zarro - dalla discarica Inviolata, ai livelli di inquinamento del fiume Aniene, abbiamo qui cementificio più grande d'Europa, e altri due siti industriali, la "frigo Valley", una distesa di rifiuti abbandonata. Negli studi epidemiologici Guidonia di è sempre la seconda o terza città del Lazio per numeri di casi di tumore. Sono stato eletto anche per battermi a tutela di questo territorio e per lasciare un posto migliore dove vivere ai nostri figli". 

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