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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica Marconi / Via Enrico Fermi

Smog, quali sono le zone più inquinate di Roma

I risultati di Mal’Aria 2022. Analizzati i dati sulle centraline dell'Arpa presenti a Roma

La qualità dell’aria,a Roma, continua ad essere inquinata. I dati del dossier Mal’Aria 2022, pubblicato da Legambiente nell’ambito della campagna europea Clean Cities Campaign, fotografano una Capitale costretta a fare i conti con gli agenti inquinanti che intossicano l’aria.

L'aria irrespirabile della Capitale

Per quanto riguarda le polveri sottili, Roma supera del 65% il valore massimo per le PM10, del 123% quello per le PM2,5. Va ancora peggio per quanto attiene al biossido d’azoto (NO2), che è presenta in grande quantità e che fa registrare un superamento, nella media, che è del 187%. I dati sono ricavati dai risultati che le dodici centraline dell’Arpa Lazio presenti in città quotidianamente raccolgono. Per stabilire gli sforamenti, sono stati tenuti in cosniderazione i valori limiti suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità: per l’Oms il massimo consentito per il PM10 deve essere di 15 microgrammi/metro cubo, per il PM2,5 di 5 microgrammi/metro cubo e per l’NO2 di 10 microgrammi/metro cubo.

Dossier: che aria tira nel Lazio.

Le polveri sottili: la maglia nera

Quali sono le zone più inquinate. Andando a fare una media sulle rilevazioni settimanali di ogni centralina, la zona che desta maggiore preoccupazione è risultata essere quella della Tiburtina, soprattutto per quanto riguarda il PM10. Gli sforamenti, nella zona del municipio V, sono stati 23 nel corso del periodo preso in considerazione, vale a dire quello compreso tra il primo gennaio ed il 30 settembre 2022. E la media registrata, la più alta in città, è stata di 31 microgrammi: più del doppio di quanto raccomandato dall’OMS. 

Dietro la maglia nera, si è piazzato la centralina sistemata in un altro popoloso quadrante: Marconi. Le rilevazioni effettuate a Fermi, infatti, fanno registrare una media alta di PM10, appena inferiore a quella registrata dalla centralina della Tiburtina. Gli sforamenti annuali sono inferiori ma è soprattutto il biossido di azoto a destare preoccupazione visto che su questo specifico parametro Marconi non è seconda a nessuno: lì la media, calcolata tra il primo gennaio 2022 ed il 30 settembre 2022, è stata di 43 microgrammi per metro cubo.

Il biossido d'azoto nelle strade più trafficate

Significa che anche a prescindere dalle nuove raccomandazioni OMS, supera anche il vecchio limite normativo che era fissato a 40 μg/mc. Ed il biossido di azoto è un gas, più pesante dell’ossigeno e che quindi resta in basso, la cui concentrazione è da correlare alla presenza del traffico veicolare. Non a caso la centralina di Castel di Guido, sempre nel territorio del municipio XI ma in una zona molto meno trafficata, fa registrare una media annuale di No2 che è di 8 μg/mc: cinque volte inferiore. Valori molto alti, sempre per restare al biossido di azoto, sono stati rilevati anche a Corso Francia (38 μg/mc di media all’anno) nel municipio XV ed in via Magna Grecia (37 μg/mc), nel municipio VII: due arterie stradali sempre molto trafficate.

Il trasporto pubblico per migliorare l'aria

“Per tutelare ambiente e salute, gli enti del territorio devono generare scelte coraggiose con le quali ridimensionare drasticamente l’uso dell’auto privata e potenziare la mobilità pubblica collettiva – ha dichiarato Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio, commentando i dati di Mal’Aria- in particolar modo a Roma dove c’è la necessità sempre più evidente di iniziare a colmare quel terribile deficit infrastrutturale di metropolitane e tram nei confronti di tutte le altre città europee. Si deve consentire a più persone possibili di muoversi a emissioni zero: a piedi, in bicicletta, con sharing mobility elettrica e con mezzi pubblici su ferro ma anche su gomma, sostituendo tutti i bus di superficie con bus elettrici entro la fine del decennio”.

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