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In Ama stop allo smart working: i dipendenti amministrativi dovranno tornare in ufficio

Fine della sperimentazione che consentiva di svolgere da remoto il 50% del lavoro, la critica della Fp Cgil: "Passo indietro ottocentesco"

Ama richiama tutti in ufficio. Stop allo smart working per i dipendenti amministrativi della municipalizzata. La comunicazione di servizio sulla fine della sperimentazione del lavoro in modalità agile è arrivata come un fulmine a ciel sereno: niente più svolgimento del 50% del lavoro in smartworking, gli impiegati di Ama dovranno tornare in sede. 

In Ama stop allo smart working

“Una scelta che non condividiamo sia nel metodo, per l’assenza di confronto con le organizzazioni sindacali e di coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori nei processi decisionali, che nel merito perché l’interruzione della sperimentazione rappresenta un clamoroso passo indietro sull’organizzazione del lavoro uno strumento utile per modelli organizzativi” - è la critica mossa da Giancarlo Cenciarelli, segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio. 

La comunicazione di servizio

Lavoro agile in Ama confermato fino al 30 giugno 2023 solo per i lavoratori “fragili” e per i lavoratori con figli minori di 14 anni a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito per sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o che non vi sia un genitore non lavoratore “purché - sottolinea il Direttore Organizzazione e Risorse Umane - tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione”. Prorogata inoltre, sempre fino al 30 giugno, la disposizione secondo cui la prestazione in modalità agile viene svolta anche attraverso strumenti informatici nella disponibilità del dipendente. 

La critica della Fp Cgil: “Passo indietro ottocentesco”

“In questo periodo lo smartworking ha migliorato l’indice di presenza del personale amministrativo ed ha inciso positivamente sulla produttività. Un dato che contabilizzato - sottolinea Cenciarelli - può consentire ad Ama di risparmiare circa 9.000 euro l’anno per ogni postazione negli uffici. Ora con questa retromarcia l’azienda dovrebbe spiegarci dove intende collocare l’interezza del personale amministrativo, circa mille dipendenti, avendo dismesso anche alcuni locali”. In particolare quelli di via Mosca. 

“Ama - conclude il sindacalista - sta scegliendo di sacrificare modelli organizzativi avanzati sull’altare del controllo a vista delle lavoratrici e dei lavoratori. Questo è un management che guarda a modelli gestionali del passato con cui non è pensabile qualsiasi rilancio di Ama, il miglioramento della qualità del servizio e del lavoro”. 

La Fit Cisl: "Serve gestione programmata del personale"

"Siamo determinati a trovare soluzioni rapide, tramite l' interlocuzione, sull'interruzione dello smart working in Ama: si tratta di un tema che non può abbattersi sui lavoratori senza essere oggetto di un confronto condiviso. Al tempo stesso - sottolinea il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci - è fondamentale che la questione sia affrontata all'interno di un piano di gestione programmata del personale che abbia l'obiettivo di valorizzarlo". Il sindacalista invoca l'avvio di una stagione di pianificazione strategica riguardante l'organizzazione del lavoro e del personale. "Se non si parte dalla qualità delle attività, dell'occupazione e quindi del servizio alla cittadinanza, la situazione dell'azienda non può che impaludarsi. Le parole chiave a nostro parere sono due: confronto e qualità con un approccio partecipativo, che valorizzi i lavoratori come primi conoscitori di luci e ombre di un'azienda vasta e complessa".

La replica di Ama

"Ama ha avviato da tempo un confronto con i sindacati, proprio a partire dalla necessità di adeguarsi alle nuove regole e alle esigenze di sostenibilità e recupero della produttività aziendale. Trasformare il modello organizzativo per le diverse attività e processi aziendali sarà il passo necessario per applicare lo smart working in maniera utile tanto per l’azienda quanto per i lavoratori" - ha fatto sapere l'azienda che ha già comunicato ai sindacati la disponibilità ad aprire il confronto sul ricorso al lavoro da remoto per le attività di Centrale Operativa, Numero Verde, TARI ed Ufficio Stampa, senza escludere ulteriori applicazioni future. "La sperimentazione di lavoro da remoto portata avanti, prescindendo totalmente dalla natura dei processi organizzativi serviti e dal loro grado di digitalizzazione, non ha invece fornito gli esiti sperati. Gli “smart worker” hanno potuto fruire con continuità delle postazioni di lavoro individualizzate che caratterizzavano i modelli organizzativi precedenti e non hanno pertanto consentito alcun recupero significativo di spazio. In prospettiva, la riduzione del costo degli spazi occupati - ha concluso Ama - rappresenterà comunque uno degli elementi chiave nella ricerca di nuove opzioni organizzative".

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