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Fiera di Roma, occhi puntati sull'Aula: "Senza la valorizzazione dell'ex polo falliamo"

Si tratta della delibera che fissa le cubature edificabili nell'area dell'ex fiera sulla Colombo. L'assessore Fabiani: "Insistiamo con il Comune". Agitazione tra i lavoratori: il 9 e il 10 giugno sarà sciopero. "Importante congresso a rischio"

È l'ennesimo allarme quello che si è levato questa mattina nelle stanze della Regione Lazio: la nuova Fiera di Roma è sull'orlo del fallimento. Questa mattina alla Pisana, per valutare il da farsi, si è riunita una commissione Commercio presieduta dal consigliere Pd Mario Ciarla alla quale erano presenti, oltre ai consiglieri regionali e ai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl insieme a un nutrito gruppo di lavoratori, anche parte degli azionisti: il presidente di Investimenti spa, società che controlla la Fiera di Roma, Lorenzo Tagliavanti, l'amministratore unico Maurizio Mannocchi e Guido Fabiani, assessore alle Attività produttive della Regione. Non si è presentata invece, nonostante l'invito, l'assessore capitolino al Commercio Marta Leonori. 

Un assenza 'pesante' (oltre a quella della Camera di Commercio) per le sorti dell'ente dal momento che solo il comune di Roma ha, in questo momento, in mano una soluzione che potrebbe concedere un po' di respiro all'ente: la delibera con la valorizzazione dell'area della vecchia Fiera di Roma sulla Colombo. Concedere un cambio di destinazione d'uso e fissare le cubature edificabili è moneta sonante per l'ente Fiera per andare davanti ai creditori di Unicredit e trattare una proposta di rientro dal debito a cui legare, eventualmente, anche nuovi finanziamenti per rilanciare una realtà che ha sempre stentato a decollare. 

Insorge l'opposizione. "Avevo chiesto questa audizione per capire a che punto fosse la delibera capitolina di valorizzazione della ex Fiera di Roma ma l'assenza del Campidoglio di fatto ha impedito di poter fare una discussione concreta" denuncia Pietro Di Paolo, consigliere regionale. Più critico Pietro Sbardella: "Per salvare Fiera di Roma, i lavoratori e il potenziale valore di quello che può rappresentare il centro fieristico della capitale, non si può prescindere da un serio piano industriale e da una prospettiva di rilancio. Non vorrei che la valorizzazione da parte del comune di Roma dell'area ex Fiera non servisse ad altro che a coprire i debiti e il buco di bilancio, e forse nemmeno quelli". Infine Daniele Sabatini, capogruppo Ncd della Regione Lazio: "Da due anni siamo in attesa che l'assemblea capitolina approvi la delibera per la valorizzazione dell'ex Fiera, condizione necessaria per capire se e come poter rilanciare il nuovo polo fieristico. Eppure la delibera resta perennemente all'ordine del giorno senza essere mai discussa".

La valorizzazione non piace a tutti. Si oppone il gruppo Sel capitolino che ha chiesto di ridurre le cubature e di riaprire il dibattito con il municipio e i comitati territoriali che da anni sono molto critici verso il progetto. Ma il destino di quel pezzo di città è strettamente legato a doppio filo con il futuro della struttura che sorge lungo l'autostrada per Fiumicino. E la Fiera di Roma, vicinissima al tracollo finanziario, sembra imporre e richiedere tempi non in linea con le necessità del dibattito in Aula. “Il nodo oggi è quello della vecchia Fiera di Roma, è essenziale per formulare il piano industriale della nuova e capire le prospettive che dobbiamo costruire. Se non si fa questo, cade tutto e si mette in liquidazione” ha commentato Fabiani invitando tutti a fare pressione politica sul Comune per arrivare presto all'approvazione del progetto di valorizzazione. “Se quel nodo non si scioglie, presto rischia di far saltare qualsiasi disegno e prospettiva”. 

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Tagliavanti è stato ancora più chiaro: “E' necessario garantire in tempi brevissimi la valorizzazione, perché solo così saremo in grado di creare le condizioni del un nuovo piano. In assenza, c'è la liquidazione e il fallimento” ha affermato. Poi ha spiegato il meccanismo: “Investimenti spa ha perso credibilità con la banca perché a fronte di un impegno non rispettato sulla valorizzazione della ex Fiera, Investimenti ritrattava il finanziamento con la banca, garantendo il pagamento degli interessi, ma non del capitale. In soccorso è venuta solo la Camera di Commercio, che ogni anno dava risorse a Investimenti spa. E questo ha portato l'ente camerale ad avere oltre il 58% delle quote, ma non era sua intenzione. Se Fiera di Roma parte debole finanziariamente la causa è perché la ex Fiera non è stata valorizzata. La causa del disastro è che il progetto nasceva su questo pilastro. Il Consiglio comunale si è impegnato a farlo nel 2005, ma non lo ha mai fatto. E invece la valorizzazione serve a ripagare i debiti e anche ad avere una dotazione finanziaria per il rilancio dell'attività di Fiera. Mi auguro che se vediamo la morte negli occhi, in Consiglio scatti qualcosa”.

Intanto cresce il malcontento tra i lavoratori. E presto, il loro dissenso, potrebbe diventare ben visibile anche oltre i confini del Grande raccordo anulare. I sindacati hanno infatti indetto uno sciopero per il 9 e il 10 giugno in concomitanza con il Congresso europeo di reumatologia che, per via della protesta, potrebbe anche saltare. La mobilitazione preoccupa Mannocchi: “In questo modo il congresso è a rischio” ha affermato l'amministratore unico. “Spero che quella dello sciopero sia una provocazione, è necessario un atto di responsabilità rispetto a un evento così importante che non riguarda solo la Fiera, ma, se il congresso dovesse essere messo a rischio, ne andrebbe del buon nome di tutta la città”. 

Sul tavolo i 23 licenziamenti che, entro quella data, potrebbero ormai essere diventati effettivi. Ma anche il futuro della Fiera. “La Fiera sta andando sempre più in agonia” hanno detto i sindacati. “Ogni tanto arriva qualche boccata di ossigeno, ma serve solo a farla sopravvivere aspettando la morte. Assumetevi le vostre responsabilità”. La tensione potrebbe salire nei prossimi giorni: “Abbiamo scritto a tutti i soci, ma nessuno ci ha convocato e nessuno ci ha dato risposte. Siamo all'ultimo stadio: verremo nei Consigli regionali e comune e, dove ci riusciremo, li occuperemo” hanno affermato al termine della seduta. Per la prossima settimana è stata convocata una seduta della commissione Commercio capitolina. 

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