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Bilancio, Marino tira un sospiro di sollievo: "Il Governo ci aiuterà"

Ieri l'incontro con il sottosegretario Casero. Al termine un Marino soddisfatto annunciava: "Il governo interverrà per salvare Roma dal default finanziario"

Roma non finirà in default finanziario. Da ieri l'auspicio di tutti i romani, sindaco Marino in testa, è qualcosa di più. E' un impegno concredo da parte del governo Letta che ieri ha incontrato il primo cittadino. Un incontro definito positivo al termine del quale Marino ha espresso ottimismo: "Il Governo interverrà. Lo farà non con atto di dazione di denaro nei confronti di Roma - spiega il sindaco di Roma all'ANSA - ma con un atto di supporto alle norme che noi chiediamo per razionalizzare la spesa. Sul piano complessivo c'è una convinzione del governo che noi stiamo agendo in modo responsabile e una disponibilità ad intervenire a fronte di un'approvata responsabilità".

A Palazzo Senatorio, quindi, il chirurgo dem inizia a respirare aria di ottimismo e l'ostacolo del buco da 867 milioni di euro diventa sempre più un nemico affrontabile. Soprattutto alla luce del suo incontro di oggi con il governo.

Tra le richieste avanzate dal primo cittadino c'è la possibilità di inserire nella legge di stabilità una norma che consenta di 'alleggerire' il buco nelle casse comunali e trasferire alcune centinaia di milioni, si parla di un range tra 300 e 500, del debito precedente al 2008 alla gestione commissariale ma anche di eliminare quel vincolo che lega il rimborso statale per il Tpl al piano di rientro della sanità del Lazio - da qui potrebbero arrivare circa 300 milioni di euro.

All'attenzione del governo sono state sottoposte anche altre ipotesi come una deroga alla legge Fornero che permetta al Comune di pensionare 4mila dipendenti - si arriverebbe così dal 2014 ad avere un risparmio annuo sul bilancio di 200 milioni di euro - e la possibilità di rifinanziare la legge di Roma Capitale rimasta priva di fondi.

Marino vorrebbe poi dal governo una mano sul versante delle municipalizzate e partecipate. Ovvero l'approvazione di un emendamento al Senato, definito dal sindaco "molto importante perché permetterebbe di rivedere i contratti di servizio e valutare se ci sono da un lato delle società che non servono e che possono essere liquidate e dall'altro società che possono essere accorpate oltre che la possibilità di rinegoziare i contratti durante il loro corso". Quasi tramontata del tutto l'idea di un aumento delle tasse.

"La riterrei una cosa ingiusta in questo momento", chiosa Marino. Tra l'altro l'ipotesi dell'incremento dell'Imu, possibilità tra le tante più presa in considerazione, sarebbe stata sconsigliata al sindaco da alcuni addetti ai lavori perché ritenuta troppo "rischiosa". A lavorare sulla exit-strategy del Campidoglio per evitare il default finanziario c'è ora anche un coordinamento 'bipartisan' tra parlamentari che svolgerà funzione di cabina di regia a stretto contatto con l'assessore al Bilancio Daniela Morgante. A farne parte sarà un deputato o senatore per ogni partito - da Pd a Pdl passando per Sel e Fdi -. L'obiettivo è quello di studiare 'tecnicamente' e concretamente in che modo Palazzo Chigi possa aiutare il Comune a superare il deficit di 867 milioni di euro. Ma il piano del Campidoglio sembra essere a grandi linee già definito. "Incontreremo nei prossimi giorni il ministro Saccomanni - annuncia Marino uscendo dal Ministero dell'Economia -. Abbiamo finalizzato tutta l'istruttoria in modo che il ministro possa avere una documentazione assolutamente rigorosa e completa nei dettagli".

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