Arresto Marra, bagarre in Aula: "E' dovere della sindaca riferire" 

Clima infuocato tra gli scranni dell'aula Giulio Cesare. A poche ore dalla notizia dell'arresto di Raffaele Marra, le opposizioni chiedono la testa della sindaca Raggi, grande assente alla seduta consiliare delle 14 dopo la conferenza stampa lampo riassumibile in una frase: "Mi dispiace, ma andiamo avanti". Slogan urlati e cartelli esposti dagli esponenti di centrosinistra e di centrodestra hanno costretto alla sospensione della seduta dopo un'ora. 

Il presidente Marcello De Vito ha espulso dall'Aula sette consiglieri del Pd per aver occupato le poltrone della Giunta capitolina e un gruppo di Fratelli d'Italia, anche questi saliti sugli scranni degli assessori con i cartelli "Da onestà a omertà", con una foto di Raggi stesa sul posto vuoto. De Vito ha sospeso la seduta e convocato immediatamente l'Ufficio di presidenza per rendere esecutivi i provvedimenti disciplinari.

E' la quarta seduta della "maratona" d'Aula per l'approvazione del Bilancio, ma non c'è spazio per i conti delle casse capitoline. A tenere banco sono gli attacchi frontali dei partiti di opposizione. "Quanto è avvenuto oggi è un fatto gravissimo, di cui non possiamo non prendere atto - ha dichiarato l'esponente dem Valeria Baglio - siamo davvero preoccupati per la città, per questa amministrazione e per questa istituzione, non ci si può coprire gli occhi". La richiesta è di "sospendere la seduta, di chiamare la sindaca in Aula, in quella che avete sempre definito la casa dei romani e delle romane, per venire a spiegare cosa sta succedendo". 

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Sono tutti d'accordo. "E' un dovere della sindaca riferire". Laconica la risposta di De Vito, che seppur comprendendo "le ragioni politiche della richiesta", ha subito precisato: "Non condivido la sua interpretazione. Sul richiamo ormai ripetuto all'articolo 45 del Regolamento, esso stabilisce che la sindaca debba riferire solo nell'ipotesi di revoca o sostituzione di un assessore, e i fatti odierni, vale a dire l'arresto di un dirigente di questo Comune, non ricadono in questa fattispecie". 

"La sindaca deve venire in Aula per dire ai romani come mettere in atto una discontinuità amministrativa: è ridicolo derubricare Marra come uno su 23mila dipendenti, come nel caso di Muraro la sindaca ha scelto delle persone provenienti chiaramente da una parte specifica della filiera politico-amministrativa" ha commentato Stefano Fassina, deputato e consigliere capitolino di Sinistra x Roma. "La responsabilita politica di Raggi è oggettiva".

E ancora sempre da sinistra si è espressa anche la capogruppo Pd Di Biase: "Il sindaco torni in aula e riferisca sia sulla vicenda Marra che sulle dimissioni della Muraro. Raffaele Marra non è un semplice dipendente comunale ma uno strettissimo collaboratore della Sindaca Raggi fin dall'inizio dell'attuale consigliatura. Abbiamo il timore che proprio in questo suo ruolo fiduciario Marra abbia potuto inquinare il documento di bilancio ovvero l'atto fondamentale di governo del comune. E' necessaria una verifica di tutti i provvedimenti impostati e gli atti d''indirizzo sottoscritti da Raffaele Marra. E' venuta meno per l'assemblea Capitolina la necessaria serenità di valutazione dell''atto fondamentale di governo del comune". 

Per il centrodestra parla Giorgia Meloni: "Roma è totalmente allo sbando e i 5 Stelle si nascondono come se la Raggi non fosse cosa loro. I casi sono due: o è disonestà o è incapacità. Ora i 5 Stelle prendono atto che non sono capaci di governare e la Raggi non si dimette oppure vogliamo vedere tutto lo stato maggiore dei grillini, a partire da Beppe Grillo, che viene a governare Roma e ci dimostrano che sanno fare qualcosa oltre a insultare gli altri".