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Roma senz'acqua di notte, quando Raggi diceva: "A settembre nessun rischio razionamenti" 

A metà agosto la promessa della sindaca. Eppure l'acqua verrà ridotta nelle ore notturne

"Abbiamo scongiurato che un milione e mezzo di cittadini rimanesse senz’acqua". Era il 29 luglio, la sindaca Raggi esultava dopo settimane di schermaglie politiche tra Comune e Regione sulla gestione delle risorse idriche nel territorio romano. "Sarebbe stato intollerabile privare Roma dell'acqua" ripeteva ancora all'indomani dell'accordo raggiunto per scongiurare la turnazione minacciata da Acea in caso di stop ai prelievi dal lago di Bracciano. E poi, a metà agosto, rassicurava: "A settembre nessun rischio razionamento acqua per i romani". Qualcosa però non è andato secondo i piani. La pioggia non è arrivata, l'emergenza siccità si è riaffacciata a fine estate e si è tornati a chiedere un sacrificio ai cittadini. 

La Capitale continua a contare in via straordinaria sul bacino lacustre di Bracciano, seppur con captazioni ridotte (da 1100 a 400 litri al secondo). Al contempo Acea ha portato avanti una serie di interventi sulle condutture: 1300 riparazioni e circa 800 litri d'acqua recuperati. Eppur non basta. La risorsa verrà razionata comunque, anche se solo di notte, con un abbassamento della pressione nei rubinetti. Una misura certo più soft rispetto alla turnazione prevista a luglio, ma che in molti pensano sarebbe stata evitabile se solo sostituita da una miglior gestione della rete idrica. 

Il nuovo piano dovrebbe scattare da lunedì 4 settembre, quando la città tornerà a pulsare frenetica e gli abitanti a utilizzare l'acqua a ritmi regolari. Nella fascia oraria compresa tra mezzanotte e le sei del mattino, specie ai piani alti degli edifici, e in circa un centinaio di quartieri, il flusso dai rubinetti verrà ridotto. Per gli ospedali, Acea ha garantito la presenza di autobotti, 50 quelle già recuperate. Ma le rassicurazioni non bastano. Perché è passato il messaggio che tutte le azioni messe in campo negli scorsi mesi servivano esattamente a evitare di lasciare a secco i cittadini. E così non sarà. 

Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori. Codacons presenterà un esposto all'Antitrust, all’Autorità per l’Energia e alla Procura della Repubblica "per abuso di atti di ufficio e violenza privata, diffidando l’Acea a non sospendere l’erogazione dell’acqua a Roma prima di aver recuperato (o deliberato di non distribuire) dividendi per il 2017 agli azionisti della società e prima di aver impiegato queste risorse economiche per la riparazione della rete idrica"

Il tutto potrebbe limitarsi se nel frattempo, finalmente, piovesse. Eventuali acquazzoni attesi dai metereologi per il mese di settembre cambieranno certo i piani in corsa, tornando a far respirare la città. Che già sta scontando la chiusura graduale delle fontanelle pubbliche, gli storici nasoni. Circa 150 (secondo dati Acea) quelli definitivamente chiusi, alcune centinaia quelli a flusso ridotto, con annesse lamentele specie nei pressi di mercati rionali, cimiteri, fiorai, aree verdi. Una misura partita i primi di luglio e da subito mal digerita, dato l'esiguo risparmio d'acqua di appena l'1 per cento. 

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