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Montesano: "Roma sta molto male ed è vergognoso. Ognuno fa come ca*** je pare"

L'attore romano risponde a domande sull'attualità: "Nello spettacolo la politica dovrebbe lasciare spazio al merito"

"Sentivo il bisogno di essere un po' più cavallo pazzo, più sciolto". Ed Enrico Montesano risponde, nell'intervista alla vigilia del suo spettacolo a Santa Severa, anche a domande sull'attualità, dal peso della politica sullo spettacolo fino alla situazione della sua amata città, Roma.

Agosto con la crisi politica. Parlando di politica, alcune settimane fa, Jerry Calà si lamentò del fatto che non lavorava perché non apparteneva ad una determinata area politica. Lei Montesano ha mai vissuto questo isolamento? Conta molto la politica in questo lavoro?

"Perbacco! La politica dovrebbe fare non un passo indietro ma dieci e lasciare spazio al merito e a dirigenti che conoscono il mestiere, l'ambiente. Quello che ha detto Jerry Calà capita spesso, in tutti i settori. Come dite voi in italiano, lo 'spoils system'. Non lo so che vuol dì, io per parlare coi miei connazionali giro col vocabolario d'inglese ormai. Ritengo che la politica abbia invaso moltissimo, anzi più che la politicaa la partitica, dobbiamo distinguerle. Sono gli interessi di parte, la politica è un'altra cosa. La vera politica non vorrebbe questo. C'è un libro bellissimo scritto da una donna straordinaria, Simone Weil. Lei diceva che i partiti non andavano bene perché esprimevano un'opinione di parte e la parte non è tutto. Se una parte prevale sulle altre, le altre devono indietreggiare". 

Parliamo sempre di politica, ma romana. Un anno fa incitò la sindaca Raggi a non scoraggiarsi perché Roma non si sistema in un anno. Di anni ne sono passati tre, come sta la sua città?
"Male, purtroppo. Roma sta molto male ed è vergognoso. Io sono testimone di alcuni fatti personali: è circa un anno che chiamiamo l'Acea per un lampione che si è fulminato e non è mai venuto nessuno. Abbiamo chiamato il Comune per un albero che andrebbe potato perché è pericolante, dopo varie telefonate ci hanno risposto e ci hanno detto 'dateci 30 giorni, se non ci sentite potete richiamare e vi diciamo a che punto è la pratica'. Bene, abbiamo chiamato dopo 60 giorni e ci hanno risposto che il Servizio Giardini gli aveva dato una risposta negativa perché non hanno le risorse economiche per intervenire. E allora che facciamo? Questa è una dimostrazione di incapacità. E i soldi che paghiamo di Tasi, Tari, Imu? Le tasse il Comune le vuole tutte, ma dove vanno a finire? Il Servizio Giardini perché non opera? Non possiamo sempre incolpare i massimi sistemi".

E la responsabilità secondo lei è di questa amministrazione o di un sistema che da anni funziona sempre con grandi difficoltà a Roma?
"La responsabilità è degli uomini, tutti, dal primo all'ultimo. Facciamo a chi è più furbo, a chi se ne frega, a chi fa il lavativo, a chi frega il vicino. Adesso a Roma vige questo slogan, mi consente? 'Faccio come ca*** me pare', così mi ha detto uno mentre ero in bicicletta. Si è fermato in seconda fila, ha aperto gli sportelli laterali e io ho svicolato rischiando di andare dall'altra parte della carreggiata. Gli ho detto di stare attento e lui appunto mi ha risposto 'Faccio come ca*** me pare'. Questa è una città dove ognuno fa come ca*** je pare. E quindi sta nella merda. Mi perdoni il linguaggio romanesco. La colpa va dal primo operatore comunale al Sindaco, Giunta compresa, Assessorati, tutti. E' una cosa che sicuramente ha radici profonde, sono 40 anni che non si fa niente per Roma. Nonostante tutto, però, è sempre bella e sono innamorato della mia città".

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