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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Valeria Fioravanti morta per meningite, la famiglia cerca testimoni: "Mandata via dall'ospedale"

Stando a quanto raccontato dalla mamma della 27enne, al pronto soccorso del Casilino la ragazza "veniva accusata di esagerazione e veniva minacciata di intervento delle forze dell’ordine"

“Siamo alla ricerca di testimonianze, persone che quel giorno hanno assistito alla scena”. L’appello, che nelle ultime ore sta rimbalzando di bacheca in bacheca e di chat in chat, arriva dalla famiglia e dagli amici di Valeria Fioravanti, la 27enne morta di meningite batterica lo scorso 10 gennaio, un caparbio tentativo di tenere accesi i riflettori su una morte su cui sta indagando anche la procura di Roma.

“La mattina del 30 dicembre 2022 Valeria Fioravanti, accompagnata dalla madre Tiziana, si è recata al pronto soccorso del policlinico Casilino, in quanto i dolori non accennavano a passare nemmeno con le cure prescritte dallo stesso pronto soccorso - ricordano dal sito che chiede “Giustizia per Valeria”, aperto appositamente per raccogliere testimonianza ed elementi utili a fare chiarezza sulla tragedia - Veniva accusata di esagerazione e veniva minacciata di intervento delle forze dell’ordine se non fosse andata via. Non abbiamo cartella clinica in merito a quella visita”.

Da qui la richiesta di farsi avanti a chi, quel giorno, ha notato la scena e ricorda qualcosa: “Se eravate lì o se conoscete direttamente o indirettamente persone che hanno assistito siete pregati di contattarci”, sia via mail sia sul sito www.valeriafioravanti.com.

La morte di Valeria Fioravanti, dimessa da tre diversi ospedali

La drammatica vicenda di Valeria Fioravanti, secondo quanto denunciato dai familiari, è iniziata il 25 dicembre, quando la 27enne è stata operata al Campus Biomedico di Roma per un ascesso. Due giorni dopo le dimissioni si è presentata al pronto soccorso del policlinico Casilino accusando un forte mal di testa, dolori alla schiena e al collo. Le sarebbe stata diagnosticata una forte cefalea e sarebbe stata dimessa con la prescrizione di antinfiammatori. Nei giorni successivi, però, il dolore invece che diminuire sarebbe aumentato. 

Tornata al Casilino si sarebbe verificato l’episodio denunciato dai familiari, e per cui si stanno cercando testimoni. Fioravanti si è quindi rivolta ai medici del San Giovanni, che - sempre stando a quanto denunciato - le avrebbero diagnosticato una protrusione alla colonna vertebrale, con conseguente disposizione di indossare un collare per una settimana. Nei giorni successivi le condizioni di Valeria, secondo il racconto dei familiari, hanno continuato a peggiorare: soltanto al quarto tentativo di ricovero, al Gemelli, i medici hanno capito che si trattava di una meningite batterica. Ormai troppo tardi per salvarle la vita.

Sull’accaduto la procura di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo per colpa medica, attualmente a carico di ignoti. La Regione Lazio dal canto suo ha fatto sapere di avere "avviato un audit interno per accertare i fatti”,

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