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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Il colpo da 300mila euro della banda dei falsi carabinieri. Il racconto choc della vittima

La vittima racconta: "Mi hanno rubato anche i Rolex di mio papà, morto due anni fa. Se avessi avuto un'arma vera, l'avrei usata"

Si sono finti carabinieri in borghese. Distintivo al collo, pettorine e armi. Hanno minacciato un arresto e fatto una perquisizione. Si sono mossi da professionisti e, in meno di 30 minuti, hanno rubato ventimila euro in contanti, tredici Rolex e gioielli in oro. Un colpo da più di 300 mila euro. Vittima della maxi rapina Angelo Perinelli, socio unico della società A.P. Watches, punto di riferimento per chi vuole comprare e soprattutto riparare i propri orologi di lusso.

Lo scorso 28 novembre, però, alle 17 la sua vita professionale ha subito un duro colpo, come ha raccontato a RomaToday. In tre sono entrati prima nel suo ufficio e poi in casa, nella zona tra Torre Gaia e Borghesiana: "Mi hanno rubato tutto. Pure 9 Rolex che erano di mio papà morto due anni fa. Puoi scrivere tutto, anche il mio nome. Voglio denunciare. Questi devono essere presi".

Angelo, 38 anni, faceva l'operaio. Poi il lutto per la morte del padre, da sempre appassionato di orologi di lusso, lo ha portato su un'altra strada. Anche sui social è diventato un punto di riferimento. Il suo profilo Instagram ha oltre 56 mila follower, su Facebook amministra gruppi e pagine del settore del mondo delle lancette e poi, appunto, ripara orologi e fornisce pezzi di ricambio. Attività che proprio sui social lo stesso Angelo ricondivide spesso: "Avevano un piano studiato. Mi seguivano, sapevano che ero stato a Napoli. Erano romani, di questo sono sicuro. Li ho sentiti bene", racconta a RomaToday.

L'esca e la falsa perquisizione

"Da giorni avevo un appuntamento con un certo Marian. Aveva bisogno della riparazione di un vetro dell'orologio e che me lo avrebbe lasciato per lavorarci su e per la lucidatura. Mi ha detto che era già venuto con un amico e che sarebbe passato a breve. Insomma un cliente come tanti", spiega Perinelli. Alle 17 dello scorso 28 novembre, il telefono di Angelo squilla e lui scende. Era un'esca.

"Non c'era nessuno. Poco dopo sono arrivati tre uomini. Hanno detto di essere dei carabinieri, uno il comandante della compagnia di Anzio. Mi hanno mostrato una paletta con scritto 'Ministero della Difesa - Arma dei Carabinieri'. Il "comandante" mi ha fatto vedere un tesserino e un mandato di perquisizione. Tutti avevano dei distintivi al collo". 

Rolex rubati

È a questo punto che inizia l'incubo di Angelo. I tre uomini si sono finti tre carabinieri, tutti con il volto coperto da mascherina e "zuccotto". "Uno aveva una pistola vera, so riconoscerla. Un altro aveva uno sfollagente e quello che mi aveva detto di essere un brigadiere una radio portatile", aggiunge. I tre entrano e minacciano Perinelli: "Dicevano che avevo dei contatti con un napoletano e che vendevo orologi falsi, ma non è così. Mi dicevano di dargli soldi e droga, che non ho mai avuto. Sono un incensurato io. In sostanza se non li avessi accontentati mi sarei fatto 10 anni di carcere, secondo loro". 

Erano armati

Sono momenti concitati. Angelo che lavora e vive a pochi passi di distanza è preso in contropiede, anche se qualcosa aveva annusato fin da subito: "Volevo reagire ma in casa c'era mia mamma".

I falsi carabinieri, senza mai usare la violenza, continuano a minacciare Perinelli: "Devi darci qualcosina. Penda un capo di imputazione alto. Ci dai qualcosa e poi andiamo in commissariato. Il magistrato ti dirà tutto lì", mi urlavano. In sostanza una coercizione psicologica. Il trentottenne prova anche una reazione avvicinandosi a una pistola soft air finta che ha in casa. Il falso comandante dei carabinieri lo blocca e gli mostra il calcio della sua arma: "Fai il bravo", mi ha detto. 

La fuga della banda

A quel punto per Angelo Perinelli è stato chiaro, quei tre erano ladri: "Hanno preso i Rolex di papà, i soldi, i cinturini, i quadranti e i vetri delle riparazioni e i soldi. Ho provato anche a far partire l'allarme di casa ma non è scattato. Per prendere tempo ho finto anche uno svenimento e preso delle gocce. Uno di loro mi ha anche accompagnato al bagno. Insomma, hanno continuato a recitare la loro parte".

Una volta che la truffa era ormai palese, il trentottenne romano ha anche provato a fermare l'auto dei tre, già con il lampeggiante e la sirena accesi: "Sono scappati lungo via Casilina, verso Borghesiana. Poi li ho persi".

"Se avessi avuto un'arma vera, l'avrei usata"

Il maxi colpo da oltre 300 mila euro era stato ormai consumato. "Attraverso i miei canali ho anche diffuso le foto dei Rolex e i numeri di serie, magari qualcuno del settore li trova. Ma dubito, questa gente cancella quel codice e ne riscrive un altro. In molti però mi hanno già mostrato solidarietà, hanno fatto partire una raccolta fondi alla quale stanno partecipando persone anche da Hong Kong. Qualcuno mi ha detto che mi avrebbero venduto. Non lo so. Fatto sta che se fossi stato solo in casa, senza mia madre, avrei reagito. Se avessi avuto un'arma vera, l'avrei usata. Questo puoi scriverlo", conclude Angelo Perinelli che ha denunciato il furto alla polizia di Stato. Le indagini sono partite. La caccia alla banda dei falsi carabinieri è in corso. 

Banda dei finti carabinieri

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