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Venerdì, 26 Aprile 2024
La causa

Il comico Dado rinviato a giudizio per diffamazione

Nel 2019 aveva denunciato di essere stato aggredito dall'ex fidanzato della figlia. "Grottesco, secondo loro mi sono rotto il naso da solo"

Andrà a processo a Roma il comico 'Dado', rinviato a giudizio in udienza preliminare per diffamazione nei confronti dell'ex fidanzato della figlia. Per 'Dado', nome d'arte di Gabriele Pellegrini, difeso dall'avvocato Eugenio Pini, sono però cadute le accuse più gravi di stalking e calunnia. Il comico nell'aprile 2019 aveva denunciato di essere stato aggredito dal ragazzino, intervenendo a 'Domenica Live' mentre i genitori del giovane avevano annunciato una querela nei confronti di Pellegrini. La vicenda ora verrà affrontata a processo e la prima udienza è fissata per aprile 2023.

"E' una cosa molto grottesca: la loro tesi è che io mi sia rotto il naso da solo. Si tratta di una brutta situazione che per me è davvero molto fastidiosa, e se qualcuno avesse fatto delle indagini vere, le cose sarebbero andate diversamente", le parole dell'artista all'Adnkronos. "Mi accusano - si sfoga Dado raggiunto al telefono dall'agenzia stampa - perché ho raccontato quello che è successo. In udienza, non potrò fare altro che ri-raccontare quello che ho già raccontato. In sostanza, dovrò andare in tribunale a dire che non mi sono rotto il naso da solo. Questo mi fa molto ridere". 

"Al processo chiamerò come testimoni tutti i giornalisti che hanno preso le mie testimonianze", spiega il comico romano, che aggiunge: "Ho tutti i files che descrivono la situazione, e se il processo non renderà giustizia alla brava persona che sono, renderò tutto pubblico". "Una cosa che non conoscevo della legge italiana -incalza poi ancora Dado argomentando sul concetto di diffamazione - è che tu non devi dire le cose anche se sono la verità, puoi dirle solo dopo che l'ha detto il giudice. Non puoi parlare, devi stare in censura, e siccome io non credo che la censura sia una delle strade migliori, altrimenti non avrei scelto questo lavoro, ho raccontato come sono andate". 

Il comico conclude dando la sua versione dei fatti: "Bisognava prendere questo ragazzo e tirargli le orecchie. Lui ha altre due cause per lo stesso reato, e gli avvocati lo fanno passare per vittima invece che come aggressore. Chiedesse scusa per le cose che ha fatto e finisce lì. A me, però, è servito per fargli capire che se rompe il naso a qualcuno non può passarla liscia".
 

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